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  • Columbus day, l’orgoglio italiano non si piega

    Columbus day, l’orgoglio italiano non si piega

    La comunità italoamericana non ha digerito la decisione del Sindaco de Blasio di includere il monumento all’esploratore italiano tra le statue potenzialmente razziste in città

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    NEW YORK – “Onoriamo l’esperto navigatore e uomo di fede, la cui coraggiosa prodezza unì continenti e ha ispirato innumerevoli altri a perseguire i propri sogni e le proprie convinzioni”. Con queste parole, il 6 ottobre scorso il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha messo un punto (forse) sulla polemica che da settimane serpeggia intorno alla celebrazione del Columbus day.

    LE ORIGINI STORICHE – Istituito in maniera ufficiale dal 1937, il “Giorno di Colombo” è una festa nazionale intitolata a Cristoforo Colombo, durante la quale si celebra la scoperta del Nuovo Mondo da parte dell’esploratore italiano, finanziata dalla corona spagnola e avvenuta il 12 ottobre del 1492. La ricorrenza viene festeggiata il secondo lunedì di ottobre, che quest’anno è caduto il 9, ed è l’occasione per la comunità italo-americana per festeggiare un simbolo di orgoglio culturale.

    LA SFILATA SOTTO LA PIOGGIA SULLA QUINTA STRADA – La pioggia battente ha raffreddato le proteste nel giorno della parata di New York. In tutto 35 mila marciatori: musicisti in divisa, associazioni italo-americane, militari e istituzioni. Poi automobili d’epoca, Lamborghini, Maserati e persino una Vespa. Tra gli ospiti dall’Italia: la delegazione folignate della Giostra della Quintana, testimonial della Regione Umbria, e il Gruppo folklorico “Città di Tropea”. Presente, tra le personalità, il Cardinale Timothy Dolan, il Console Generale Francesco Genuardi, l’On. Amato Berardi, oltre a Maria Bartiromo, Joe Piscopo, Gianni Rivera e l’attore John Turturro. La pioggia ha probabilmente evitato al sindaco Bill de Blasio le contestazioni di gruppi italoamericani irritati dalla sua decisione di inserire la statua del grande navigatore nell’elenco dei monumenti sospettati di essere “simboli di odio”. Una commissione di esperti si pronuncerà a fine novembre. “Quella statua è stata costruita da tanti italiani, come i miei genitori, che hanno lavorato 24 ore su 24 e hanno costruito questa città. Per questo protesto”, spiega una donna. Ne ha approfittato il governatore Andrew Cuomo: volantini che inneggiavano a Cuomo “vero italiano” sono stati distribuiti agli spettatori della parata.

    FESTA ABOLITA A LOS ANGELES – Se a New York si continua a festeggiare, a Los Angeles le autorità hanno deciso di sostituire il Columbus Day con la “festa delle popolazioni aborigene”, “vittime del genocidio”. Non si tratta, però, di una novità assoluta perché già ad Oberlin, in Ohio, il Consiglio comunale ha approvato una risoluzione che abolisce il Giorno di Colombo. Decisione condivisa anche dalle amministrazioni di Alaska, Vermont, Seattle, Albuquerque, San Francisco e Denver.

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  • Il Canada vuole prendersi il Columbus Day

    Il Canada vuole prendersi il Columbus Day

    Dopo la cancellazione del Columbus Day a Seattle, Denver e Los Angeles, gli ex parlamentari Sollazzo e Giordano creano un comitato per strappare agli Usa la festa dell’esploratore genovese. In Parlamento le mozioni di Nissoli (FI) e Rampelli (FdI)

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    Una statua di Cristoforo Colombo vandalizzata negli Stati Uniti
    Una statua di Cristoforo Colombo
    vandalizzata negli Stati Uniti

    Roma – Se gli americani non vogliono più saperne di Cristoforo Colombo, distruggendone o imbrattandone le statue in vari Stati, dal Maryland al Michigan, dal Texas all’Ohio, fino a chiedere la rimozione del monumento eretto nel centro di New York (cosa ne pensa il sindaco Bill De Blasio?), non c’è problema: gli italo-canadesi sono pronti a strappare all’imgombrante vicino il Columbus Day! La festa celebrata dal 1869 negli Usa, per commemorare la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492, potrebbe presto trasferirsi in Canada. L’iniziativa parte dalle comunità italiane di Toronto e Montréal e da due ex parlamentari italiani da sempre impegnati sul fronte della emigrazione: il senatore calabrese Basilio Giordano, eletto in America nel 2008 con il Popolo delle Libertà e dagli anni Ottanta editore di riviste per gli italiani in Canada; e il deputato molisano Angelo Sollazzo, eletto alla Camera con il Psi negli anni Ottanta, imprenditore impegnato in America e presidente della Confederazione degli italiani nel mondo. I due – che hanno ricevuto il sostegno anche dell’ex parlamentare molisano, Amato Berardi, che vive a Filadelfia – si incontreranno nei prossimi giorni a Roma per perfezionare la costituzione di un comitato organizzatore aperto, a cui hanno già dato adesione Tony Vespa, uno dei nomi più noti nelle comunità italiane in Canada; Domenico Mamone, presidente del sindacato Unsic con dodici sedi estere; rappresentanti della Unar (unione delle associazioni regionali) e dello storico sodalizio dei molisani nel mondo, Forche Caudine.

    “Attribuire a Colombo la responsabilità del genocidio dei nativi è un falso storico – ha evidenziato Sollazzo -. I massacri dei nativi vennero perpetrati dagli spagnoli prima e dagli inglesi dopo, mentre Cristoforo Colombo era un tipo mite e guardava con ammirazione e rispetto il popolo nativo, come risulta chiaramente dai suoi scritti”. “Si dimentica che oggi gli States costituiscono il mix di tanti popoli, razze e colori che diversamente non avrebbero fatto degli Usa il Paese più potente della terra. Voler nascondere la propria storia con motivazioni assurde e puerili rappresenta lo spaccato del Trump-pensiero”, ha continuato il presidente della Cim. “Siamo pronti a raccogliere il testimone dei festeggiamenti per la ricorrenza, perché in cultura, politica, economia, gli italo-americani hanno assicurato il loro prezioso contributo, riconosciuto da oltre due secoli – ha aggiunto Sollazzo -. La pretesa demagogica di ritenere gli emigrati in America, di ogni razza e religione, come usurpatori delle terre e dei diritti dei nativi, a 200 anni di distanza, suona come una bestemmia. Ogni Paese ha subìto invasioni, occupazioni e guerre, la cui sintesi ha creato le moderne nazioni”, ha concluso il presidente della Cim.

    QUASI 1.5 MILIONI GLI ITALO-CANADESI – La presenza italiana in Canada non è meno significativa, per numeri, di quella statunitense. Per l’Aire, l’anagrafe dei cittadini italiani all’estero, in Canada vivono circa 138mila italiani, a confronto dei 222mila negli States. Ma, considerando gli oriundi e i discendenti, che stanno reagendo pesantemente con proteste ed iniziative politiche per ricordare l’apporto determinante delle collettività italiane nel fare grande l’America, il numero va moltiplicato almeno per dieci. Nel censimento del 2011, 1.488.425 canadesi hanno dichiarato di avere origini italiane, il 4,6% della popolazione totale. I più hanno radici in Calabria, Abruzzo, Molise, Campania, Veneto e Friuli. Le province con maggiore presenza italiana sono l’Ontario e il Quebec.

    LE MOZIONI IN PARLAMENTO DI NISSOLI E RAMPELLI – Il gruppo Forza Italia della Camera dei Deputati ha presentato una mozione, della quale chiederà l’immediata calendarizzazione, che ha come primi firmatari il presidente Renato Brunetta e l’onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli, con cui si impegna il governo ‘ad attivarsi sul piano politico e diplomatico affinché sia salvaguardata l’eredità culturale italiana in Usa e la figura-simbolo di tale eredità incarnata da Cristoforo Colombo”.  “L’impegno del governo e della diplomazia italiana – ha spiegato il gruppo FI – si rende necessario visti gli episodi di intolleranza, sempre più diffusi, che stanno avendo luogo negli Stati Uniti anche nei confronti della figura di Cristoforo Colombo, e di conseguenza verso la storia e le tradizioni della popolazione italiana residente negli Usa”. Ad annunciare una mozione è stato anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Fabio Rampelli: “Da un punto di vista storico – ha annunciato – il ruolo dell’esploratore genovese è al di sopra di ogni sospetto e le strumentalizzazioni oggi rappresentano un terribile negazionismo del suo ruolo e un infondato tentativo, basato su presupposti fasulli, di riscrivere la storia”. “Il governo – ha concluso –  si impegni  a intervenire sulle istituzioni statunitensi affinché si ponga fine a questa ingiusta criminalizzazione di un grande italiano, del quale la nostra comunità è fiera”.

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