Tag: cittadinanza

  • Calabria e Nissoli (FI): ridiamo la cittadinanza a chi l’ha persa dopo l’espatrio

    Calabria e Nissoli (FI): ridiamo la cittadinanza a chi l’ha persa dopo l’espatrio

    ROMA, (NoveColonneATG) – “La cittadinanza è di nuovo all’ordine del giorno della Camera dei Deputati. Infatti, la riforma della cittadinanza che prevede l’introduzione dello ius scholae è attualmente in discussione in Commissione Affari Costituzionali. Un testo semplice e di facile comprensione che tuttavia manca dell’ attenzione agli italiani all’ estero che hanno perso la cittadinanza in seguito ad espatrio ed oggi si trovano ad essere stranieri secondo la legge pur essendo nati e cresciuti in Italia. Per queste ragioni abbiamo presentato degli emendamenti che prevedono la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana con una semplice richiesta amministrativa al Consolato competente per residenza estera per coloro che hanno perso la cittadinanza italiana in seguito ad espatrio. Abbiamo anche previsto che tale possibilità venga estesa anche alle donne italiane per nascita che hanno perduto la cittadinanza, a seguito di matrimonio con uno straniero, contratto prima del 1° gennaio 1948 e ai loro figli. Si tratta di emendamenti dettati dal buon senso, tesi a riconoscere una condizione di fatto, quella di essere italiani sia sul piano culturale che di nascita, ma che manca del riconoscimento giuridico. Vogliamo che gli italiani di fatto si possano sentire italiani a tutti gli effetti e quindi anche secondo il diritto. Auspichiamo, pertanto, che su questo ci sia una ampia convergenza che porti all’approvazione dei nostri emendamenti tenendo conto, quindi, dell’evoluzione della disciplina sulla cittadinanza sia a livello interno che internazionale”. Lo hanno dichiarato le deputate di Forza Italia Annagrazia Calabria (Vicepresidente Commissione Affari costituzionali) e Fucsia Fitzgerald Nissoli (Coordinatrice di Forza Italia in Nord e Centro America).

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  • La Marca (Pd): due emendamenti per gli Italiani all’estero

    La Marca (Pd): due emendamenti per gli Italiani all’estero

    ROMA, (Aise.it) – “Il 9 marzo scorso la Commissione Affari costituzionali della Camera ha dato il via libera all’adozione di un testo unificato presentato dalPresidente della Commissione e relatore, Giuseppe Brescia, che punta a modificare la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 in materia di cittadinanza italiana. Più nello specifico, il testo della proposta punta esclusivamente a introdurre il cosiddetto “Ius scholae” ossia il diritto per i figli di stranieri regolarmente residenti di ottenere la cittadinanza italiana dopo aver terminato un ciclo di studi nel nostro Paese”. Così Francesca La Marca deputata Pd eletta in Centro e Nord America, prima firmataria di una delle proposte di legge confluite nel testo unificato.

    “Da deputata eletta all’estero, tuttavia – ha commentato La Marca – non posso non sottolineare che il provvedimento all’esame, proprio perché circoscritto nei suoi obiettivi, lascia aperte alcune importanti questioni riguardanti gli italiani all’estero”. “Per questa ragione – ha spiegato – ho ritenuto giusto presentare alcuni emendamenti”. In sintesi, ha illustrato La Marca, “i miei emendamenti riguardano: la restituzione della cittadinanza italiana alle donne che l’hanno perduta a seguito di matrimonio con uno straniero contratto prima del 1° gennaio 1948; il riacquisto della cittadinanza da parte di chi è nato in Italia e che, a seguito di espatrio, l’ha perduta per necessità di lavoro o altro, facendone espressa richiesta all’ufficio consolare italiano che ha giurisdizione nel territorio di residenza estera. Un panorama limitato di persone che, attualmente, avvalendosi delle norme della legge 91/92, possono riacquistare la cittadinanza italiana esclusivamente rientrando in Italia e fissando la propria residenza presso un Comune italiano”.

    La Commissione, ha concluso la parla- mentare Pd, “a breve esaminerà gli emendamenti presentati. Mi auguro che non si ripeta quanto avvenuto nella precedente legislatura e che la Commissione non decida per l’accantonamento degli emendamenti riferiti agli italiani all’estero per non mettere a rischio la specificità del provvedimento, dedicato ai minori stranieri in Italia”.

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  • Cittadinanza, i liberaliabrogano la legge Tory

    Cittadinanza, i liberali
    abrogano la legge Tory

    L’annuncio di McCallum: si accorciano i tempi, non più canadesi di Serie B

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    Ottawa – Ogni promessa è debito. Sono passati 100 giorni dal suo insediamento al governo del Paese e il Premier liberale Justin Trudeau sta trasformando in leggi dello stato tutti gli annunci fatti in campagna elettorale. Una grande dimostrazione di serietà da parte di chi gode di una maggioranza schiacciante in Parlamento e potrebbe permettersi di vivere di ‘rendita’ per i prossimi 4 anni. Non è il caso di Trudeau, che vuole a tutti i costi cambiare il Canada dopo quasi 10 anni di ‘egemonia conservatrice’. Un cambiamento graduale ma spedito e radicale, che ha ricevuto una bella accelerata giovedì scorso, quando il Ministro dell’Immigrazione John McCallum ha annunciato di aver depositato una nuova legge sulla cittadinanza che abroga quella recentemente adottata da Harper (la legge C-24) che, tra le altre cose, prevedeva la revoca del passaporto ai canadesi con doppia cittadinanza condannati per terrorismo, alto tradimento o spionaggio. Nel momento in cui il progetto di legge sarà approvato dal Parlamento ed entrerà in vigore, a nessun canadese potrà più essere revocata la cittadinanza, così come si accorceranno i tempi necessari per diventare canadesi. Senza eccezioni. Per questo motivo, allo stesso Zakaria Amara – l’uomo di nazionalità anche giordana condannato all’ergastolo per essere stato giudicato colpevole di tramare un attentato a Toronto nel 2006 – sarà restituita la cittadinanza canadese. “Tutti i cittadini canadesei sono uguali davanti alla legge – ha detto il Ministro –: sia che siano nati in Canada, sia che siano stati naturalizzati o siano in possesso della doppia cittadinanza. È una questione di principio: abbiamo il nostro sistema di giustizia e le nostre prigioni dove i criminali possono scontare le loro pene”. Se l’annuncio dei liberali è stato accolto con soddisfazione dall’NDP e dal Bloc Québécois, i conservatori accusano il governo di mettere a repentaglio la sicurezza dei canadesi. La responsabile conservatrice in materia di immigrazione, Michelle Rempel, ha affermato che l’unica persona che si rallegra per la nuova legge è “un terrorista condannato per complotto”.

    TEMPI PIU’ BREVI PER LA CITTADINANZA – Il disegno di legge proposto dai Liberali prevede anche altri sostanziali cambiamenti all’impianto normativo di matrice conservatrice. Tra le principali novità, la nuova legge mira a ridurre i tempi di permanenza in Canada del residente permanente interessato a fare domanda di cittadinanza. Attualmente, un immigrato deve essere stato presente fisicamente per 4 anni su 6 sul territorio canadese prima di diventare eleggibile, mentre la nuova legge mira  a ridurre il periodo a 3 anni su 5. Ottawa ha anche ridotto i requisiti linguistici per facilitare la vita ai futuri cittadini. Secondo la legge introdotta dai conservatori, i candidati di età compresa tra i 14 ed i 64 anni devono dimostrare una sufficiente conoscenza della lingua inglese o francese: i liberali vogliono limitare questo obbligo alla forbice compresa tra i 18 ed i 54 anni. (V.G.)

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