MONTRÉAL – Anna Panunto è una scrittrice montrealese, di origine italiana, che lavora in inglese, francese e italiano. Ha un Bachelor of Arts e un Master of Education conseguite a McGill University e insegna da 22 anni. Ha scritto una commedia teatrale in memoria del papà Antonio Panunto, scomparso nel 2017. Afferma che questo spettacolo è dedicato a tutte le figlie che hanno un legame speciale con i loro papà, “un messaggio importante che scalda il cuore”.
Suo padre era anche il suo mentore, amico, datore di lavoro, e confidente. “Era la mia vita, il mio tutto”. È la storia di una famiglia italiana a Montréal, ambientata nel 1979, con il gap generazionale tra le tradizioni di mamma Liliana e la ribellione della sua esuberante ed eccentrica figlia Marianna, 19enne, e lo stimato e rispettato, sia fuori che dentro casa, capofamiglia Antonio, devoto marito, padre e businessman, con una personalità all’avanguardia.
Un’improvvisa tragedia segnerà poi il dolceamaro destino di Marianna. Dark humor e momenti nostalgici faranno ridere e piangere gli spettatori in un turbine di emozioni. La pièce, scritta dunque da Anna Panunto, vanta la direzione artistica dell’attore, comico, commediografo Joe Cacchione, con 30 anni di esperienza, e la collaborazione di Dante Rossi come set designer.
Avrà luogo sabato 28 maggio alle 19h e domenica 29 maggio alle 15h, alla Casa d’Italia (505 Rue Jean-Talon Est). Ticket: 25 $. Per informazioni, rivolgersi ad Anna: 514-549- 2745, antod@sympatico.ca.
Il rappresentante dell’Italia a Ottawa ha avuto un primo contatto con la Comunità italiana in occasione di un ricevimento alla Casa d’Italia
MONTRÉAL – Accolto da una settantina di Italo-Canadesi (il numero degli invitati è stato limitato per evitare pericolosi assembramenti, vista la recrudescenza della pandemia), il 25 no-vembre scorso il neo Ambasciatore d’Italia in Canada, Andrea Ferrari, che ha assunto le funzioni il 3 maggio al posto di Claudio Taffuri, ha avuto un primo contatto con una parte della folta Comunità Italiana di Montréal. L’incontro, che si è tenuto nella Casa d’Italia, ha visto la partecipazione dei vertici dello storico edificio in stile Art Deco, della stampa, di alcuni membri del Comites uscente e di diversi esponenti Italo-Montrealesi del mondo politico, sociale e imprenditoriale. Tra le personalità, ricordiamo la Console Generale d’Italia a Montréal Comunità Italiana, il Console Lorenzo Solinas, la presidente uscente del Comites e direttrice delle Comunicazioni della Casa d’Italia, Giovanna Giordano.
Dopo le parole di benvenuto del vicepresidente della Casa, il notaio Perry Mazzante, introdotto dalla Costantini, l’Ambasciatore – in sala insieme alla consorte Maria Grazia Mattarella – si è rivolto ai presenti dichiarandosi “molto contento” di in-contrare la Comunità. E facendo sua la frase ‘Il Futuro del nostro Passato’ all’ingresso della Casa, ha sottolineato come “la nuova mobilità italiana riesce ad avere successo anche grazie ai meno giovani, bravi a creare delle condizioni straordinarie che hanno permesso ai nuovi arrivati di affermarsi. Questo vi fa veramente onore. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Non dimentichiamoci chi siamo e da dove veniamo. E onoriamo una terra che ci ha accolto con grande calore ed amicizia. Mai accontentarci: si può sem-pre fare meglio, l’asticella va sempre alzata. Come si dice in inglese, the sky is the limit, in questo straordinario e meraviglioso Paese molto amico dell’Italia. Lo ha dimostrato anche recentemente nel corso della nostra presidenza del G20 e con le posizioni molto simili in occasione del vertice sul clima a Glasgow. E questo ci fa grandissimo piacere. Quindi non mollate, noi ci siamo, diteci quello che non riusciamo a fare, stateci vicini, non siamo infallibili. Non voglio citare qualcuno di molto più importante di me (il Papa, ndr.), ma se sbagliamo, correggeteci e fateci capire come possiamo aggiustare il tiro e migliorare. Siamo disponibili a farlo, laddove c’è una collaborazione con suggerimenti non sterili, o fine a se stessi, ma per migliorare e migliorarci. È bello vedere il futuro del nostro passato qui riunito e grazie ancora per la vostra accoglienza e per quello che avete fatto, e mi auguro continuerete a fare, per questi tre colori che sono i più belli del mondo”. Applausi scroscianti, qualche foto-ricordo e spazio alle specialità eno-gastronomiche tricolori preparate dallo Chef Giandomenico Palomba, che ha portato a Montréal i sapori di Casa Artusi, il rinomato centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, presente in città nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. (V.G.)
Dopo le uova, l’anno scorso, quest’anno è stata la volta di 4 tonnellate di farina biologica prodotta dalla ditta Moulins de Soulanges ed offerta dai Chevaliers de Colomb di Saint-Isidore
MONTRÉAL – Come l’anno scorso, anche quest’anno la Casa d’Italia ha voluto rendersi utile, donando qualcosa alla Comunità, per sostenerla in un periodo così complesso e difficile, con la speranza che, con l’arrivo dei vaccini, presto possa riprendere anche la vita associazionistica. “L’anno scorso – ci ha spiegato la coordinatrice della Casa d’Italia, Giovanna Giordano – abbiamo donato 700 dozzine di uova e tanti altri prodotti alimentari ai centri comunitari nei pressi della Casa, soprattutto quelli che ogni giorno preparano pasti per le famiglie bisognose e meno abbienti. Quest’anno è un po’ la stessa cosa, ma abbiamo scelto di distribuire la farina, perché comunque è un ingrediente alla base dell’alimentazione, con un grande significato anche simbolico. Tanto che, tra una bottiglia di vino ed un sacco di farina, la gente sceglie più la seconda che la prima. Fa parte della nostra cultura, come le uova. Eppure non è che costi così tanto al negozio”. Si tratta di una farina biologica, prodotta dalla ditta Moulins de Soulanges, che si trova a Saint-Polycarpe, ed è stata offerta dal gruppo dei Chevaliers de Colomb di Saint-Isidore, da sempre molto sensibili e vicini alle festività religiose italiane. Ricevuta il 20 marzo, è stata distribuita la settimana scorsa, tra le ore 15 e 17, nei locali che danno sulla strada LaJeunesse, dove la gente è potuta entrare direttamente con la macchina. “Sappiamo che, soprattutto nella nostra Comunità, la Pasqua è una festa molto sentita e la gente si diletta in cucina, preparando dolci e pasticcini tipici. Per questo motivo abbiamo contattato anche diversi club della Terza Età, dando loro un po’ di farina: così, quando riaprono, possono usarla per le loro occasioni. E poi, tra gli altri, Joe Sinziani, presidente del centro di bocce dell’Accadie; Maria Sinigaliese, dell’Oratorio San Gabriele dell’Addolorata, che conta più di 200 membri; e Sylvia Lo Bianco, direttrice del centro comunitario Almage per gli anziani, che ogni giorno prepara 300 pasti per gli anglofoni bisognosi nell’est di Montrèal. O ancora: la Scuola per adulti Galileo, che è dotata di una cucina; la Casa Veneto e la Casa Puglia, che organizzano diverse attività anche culinarie in calendario; le suore della chiesa Maria Ausiliatrice, a RDP”. Tra gli altri beneficiari,ricordiamo: La maison du Quartier de Villeray Food /Bank; Jo-An Audrey Jette Peyo-Food Bank; Gloria Fernandes Cuisine Colletive St Roch ; Mon Resto Saint Michel Food Bank kicken ; Club de l’ âge d’ Or Osrc Turin. Suore salesiane di Don Bosco ed il Centre Communitaire Almagr Senior. “Senza dimenticare Elio Pizzeria, da sempre generoso con la Comunità, a cui abbiamo donato ben 5 sacchi di farina, con cui Elio farà dei dolci pasquali. Tanti altri centri intorno alla Casa usano la farina per fare la pizza, il pane, le brioches… fa sempre comodo. Abbiamo ricevuto 4 tonnellate di farina ed abbiamo distribuito centinaia di sacchi da 20 kg ciascuno, anche 4/5 per ogni organismo, o associazione, che sono riuscita a sollecitare, anche grazie alla collaborazione di amici come, tra gli altri, il consigliere Francesco Miele e la Sindaca Giuliana Fumagalli. È venuta pure una signora quebecchese, madre di 12 figli, che fa il pane a casa, e come lei diversi passanti. Un gesto che è piaciuto tanto alla gente: non tanto per quello che abbiamo dato, ma perchè, e come, lo abbiamo dato”. Un gesto di grande solidarietà e umanità, che fa onore alla Casa d’Italia.(V.G.)
Procede spedita la campagna di raccolta fondi per il completo risanamento dello storico edificio in stile Art Deco, sempre più al centro della vita comunitaria. Il vicepresidente Sabino Grassi lancia un appello a tutta la Comunità: “Fateci sentire il vostro sostegno”
Montréal – Si intravede il traguardo, la luce in fondo al tunnel: la Casa d’Italia è quasi salva e può finalmente guardare al futuro con ritrovato ottimismo. Sui 3 milioni in 3 anni, che la Casa deve all’istituto finanziario verso cui è debitore per scongiurare il rischio sequestro e confisca, sono stati già raccolti oltre 2 milioni (per la precisione 2.027.000 $). Siamo a 2/3 del percorso: manca l’ultimo sforzo, il restante 33%, per portare a termine, entro i prossimi 12 mesi, la nobile missione. Dopo gli sforzi degli ultimi due anni, quindi, ‘il monumento tricolore per eccellenza’ in città è ormai sulla via del completo risanamento finanziario ed è sempre più al centro della vita comunitaria. A darne l’annuncio, il 23 gennaio scorso, è stato Sabino Grassi, secondo vicepresidente della Casa d’Italia, oltre che co-fondatore e presidente della campagna di raccolta fondi, nel corso di una conferenza stampa moderata dalla presidente del Comites Giovanna Giordano, per l’occasione nelle veci di responsabile pubbliche relazioni della Casa. “Fino ad oggi – ha spiegato Grassi – abbiamo ricevuto 50 donazioni aziendali, con una media di 40 mila $ per singola offerta”. Per percorrere l’ultimo miglio, la Casa d’Italia rivolge un appello a tutta la Comunità, auspicando una partecipazione più diffusa e allargata: “Tutti possiamo fare la differenza, anche con donazioni di 5,10, 20 o 50 $ per posta, via telefono, tramite il sito ufficiale o di persona presso la Casa stessa”, ha sottolineato Grassi. Secondo cui, più importante ancora della cifra in sè, è il numero di persone che aderiscono all’iniziativa, facendo un’offerta. “Saremmo ancora più incoraggiati – ha aggiunto – se migliaia di persone donassero anche solo un dollaro. Ad oggi questo sostegno popolare non si è ancora manifestato e possiamo solo desumere, ma ne siamo convinti, che la gente sia dalla nostra parte e tenga al futuro della loro Casa”. Detto questo, la Casa d’Italia è orgogliosa e soddisfatta del risultato raggiunto: “Francamente, stentiamo a credere di esserci riusciti. Siamo entusiasti!”, ha concluso Sabino Grassi. Tra i presenti alla conferenza stampa, anche il Console d’Italia a Montréal, Lorenzo Solinas: “Siamo contenti, è un bel traguardo: l’anno scorso c’era molta preoccupazione e la strada da percorrere sembrava estremamente in salita. Invece la Comunità ce la sta facendo e questo dimostra che gli italo-canadesi di Montreal, e non solo, sono legati a questa importante istituzione. La Casa d’Italia è un gioiello, ha un valore storico, dagli anni ’30 accompagna la Comunità italiana e sarebbe un peccato se non continuasse ad avere un luminoso futuro”.
Oggi, ricordiamolo, l’esecutivo della Casa d’Italia (www.casaditalia.org) è formato da: Gino Berretta (presidente), Perry Mazzanti (primo vice-presidente), Sabino Grassi (secondo vice-presidente e responsabile della campagna di raccolta fondi), Vincenzo Belmonte (tesoriere) eAntonio Discepola (segretario). Senza dimenticare gli altri membri del Consiglio: Agata De Santis, Giuseppe (Jos) Fratino, Salvatore (Sal) Guerrera, Pietro Lucca, Giuseppe (Jos) Salvo, Enrica Uva e Antonio (Tony) Zara. (V.G.)
Procede a gonfie vele la campagna di raccolta fondi per il risanamento finaziario dello storico edificio in stile Art Deco a Montréal: nel corso della serata, sono stati raccolti 160 mila $
Montreal – La Casa d’Italia guarda al futuro con ritrovato ottimismo: dopo gli sforzi degli ultimi mesi, infatti, il ‘monumento tricolore per eccellenza’ in città è ormai sulla via del completo risanamento ed è sempre più al centro della vita comunitaria. Nel maggio 2018, come sappiamo, è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per salvare lo storico edificio in stile Art Deco dal rischio confisca, a causa di un indebitamento pari a 3 milioni di dollari. Detto, fatto: la Comunità si è rimboccata le maniche e, passo dopo passo, si sta avvicinando al nobile obiettivo. L’ultimo contributo, in questa corsa contro il tempo, è arrivato il 9 novembre scorso, nella prestigiosa cornice di Plaza Volare, in occasione dell’83º gala annuale del “focolare comunitario” italo-montrealese. Un contributo impreziosito dalla generosità di due imprenditori di successo, come Joseph Broccolini, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese, ed il Cav. Nick Di Tempora, ex presidente di Mapei Americas, ospite d’onore del Ballo. A darne l’annuncio, è stato il presidente del consiglio di amministrazione del CCPI-Casa d’Italia, Gino Berretta, che ha spiegato come, ai 60 mila $ raccolti durante la serata (di cui 10 mila da Paolo Mori), si sono aggiunti altri 45 mila $ offerti da Broccolini ed altri 45 mila $ donati da Di Tempora. Quindi, 160.000 $ in tutto, somma che va ad incrementare la cifra di 1 milione e 800 $ già rendicontata e messa a bilancio. Un percorso virtuoso propiziato da un comitato esecutivo che ha sempre creduto nel lieto fine di questa maratona di solidarietà, e che è formato da: Perry Mazzanti (primo vice-presidente), Sabino Grassi (secondo vice-presidente e responsabile della campagna raccolta fondi),Vincenzo Belmonte (tesoriere) e Antonio Discepola (segretario). Senza dimenticare gli altri membri del consiglio di amministrazione: Agata De Santis, Giuseppe (Joe) Fratino, Salvatore (Sal) Guerrera, Pietro Lucca, Giuseppe (Jos) Salvo, Enrica Uva e Antonio (Tony) Zara. Con Marisa Celli nel ruolo di direttrice generale. “Sono sempre stato fiero di far parte di una Comunità capace di aiutarsi nei momenti difficili – ha detto Berretta, visibilmente emozionato – e questa sera sono orgoglioso di condividere questo palcoscenico con un uomo come Nick Di Tempora, che non ha mai dimenticato le sue radici”. Introdotto da Luigi Di Geso, attuale presidente e ceo di Mapei Americas, a salire sul palco è poi stato lo stesso Di Tempora, che nel 1983 ha avuto la lungimiranza di fondare, insieme a Giorgio Squinzi (recentemente scomparso), la MAPEI Corporation negli Stati Uniti, poi diventata MAPEI Americas: azienda leader nel settore della produzione di materiali chimici per l’edilizia, che Di Tempora ha guidato dal 1992 al 2007, quando è poi diventato presidente onorario del cda di Mapei. Un successo fulminante, che non ha mai scalfito, per il suo amore per l’Italia. Di Tempora è diventato governatore della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese, presidente della Fondazione Santa Cabrini e co-presidente d’onore della raccolta fondi per il progetto d’ingradimento/ristrutturazione della Casa d’Italia. Dove lo stesso Di Tempora si recava col padre, negli anni ’50, per svolgere i lavori giornalieri offerti sul posto dai contrattori. Un impegno filantropico e umanitario riconosciuto dalla sua Italia, che nel 2010 lo ha premiato con il prestigioso titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. “La vita è stata difficile agli inizi – ha raccontato Nick Di Tempora -: i quebecchesi non ci vedevano di buon occhio, ma dopo tanti anni ho capito che non avrei potuto scegliere un Paese ed una Provincia migliori, nel lasciare l’Italia. La Casa d’Italia è il posto col significato più profondo per gli italiani in tutto il Nord America: è il monumento costruito dagli immigrati nel 1936, dopo una raccolta fondi a cui hanno partecipato 4.200 connazionali, su un terreno donato dal sindaco di Montréal dell’epoca, Camillien Houde. Gente che, dopo una giornata di lavoro, la sera e nel weekend, si sacrificava dando una mano a costruire la loro Casa. A tutte queste persone deve andare il nostro rispetto: erano soli, lontani dalla loro terra e avevano bisogno di un posto per stare insieme. I tempi sono cambiati, siamo diventati quebecchesi: la prima generazione era italo-canadese, la seconda canadese-italiana, la terza canadese-canadese. Ma, se alla quarta generazione, non insegnamo ai nostri nipoti e pronipoti cosa significa essere italiani, l’italianità è destinata a scomparire. E questo non possiamo permettercelo: dobbiamo fare di più per preservare le nostre radici e per rilanciare questo Monumento rappresentato dalla Casa d’Italia. Se ci dimentichiamo da dove veniamo, non sappiamo dove stiamo andando”. Sono stati oltre 450 gli ospiti che hanno risposto all’appello per onorare il passato, il presente ma soprattutto il futuro del simbolo per eccellenza della storia di immigrazione italiana. I principali sono stati ricordati da Nick e Silvana, di ICI TV, che hanno presentato la serata: la Console Generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini; il deputato federale di Alfred-Pellan Angelo Iacono; la Sindaca dell’arrondissment di Villeray–Saint-Michel–Parc-Extension Giuliana Fumagalli; la presidente del Comites Giovanna Giordano; il presidente della CIBPA Dominic Diaco; il presidente dell’Ordine Figli e Figlie d’Italia, Giuseppe Fratino; il presidente della Fondazione dell’ospedale Santa Cabrini, Elio Arcobelli; ed il presidente della corporazione Casa d’Italia, Gaby Mancini. E poi ancora: il Senatore Basilio Giordano, l’ex deputata Rita De Santis, Nick e Nancy Forlini di Remax Solutions ed il presidente del Picai, Piero Iannuzzi.(V.G.)
Montréal – Dopo le “esterne” allo stadio Saputo e al Place Bell di Laval dell’era Rusconi, caratterizzate dalla partecipazione massiccia di connazionali, anche per la presenza di cantanti di spessore internazionale come Antonello Venditti e Claudio Baglioni, quest’anno la festa della Repubblica è tornata nella Casa d’Italia: domenica 2 giugno, l’edificio più rappresentativo della storia dell’immigrazione italiana a Montréal ha ospitato circa 400 italiani per celebrare, tra le storiche e suggestive mura in stile Art Deco costruite nel 1936, il 73º anniversario della Festa della Repubblica italiana. Visti i tempi ristretti (la nuova Console Generale Silvia Costantini ha assunto le funzioni solo il 7 marzo scorso), la scelta non poteva che cadere sul monumento storico-simbolo dell’orgoglio tricolore a Montréal, nonché bene artistico-architettonico del patrimonio canadese. Detto questo, il 2 giugno è la festa di tutto il popolo italiano, e non solo delle élite: siamo certi che già dal 2020 tornerà ad essere una festa aperta, accessibile e popolare, magari in una location meno evocativa, ma più pratica e adeguata alle attese delle migliaia di italiani che vivono e lavorano in Québec. Tra le tante personalità in sala, ricordiamo: David Lametti, Ministro della Giustizia del Canada; Louis Lemieux, sottosegretario al Ministero provinciale della Cultura e delle Comunicazioni; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; il Sen. Basilio Giordano, editore e direttore generale del ‘Cittadino Canadese’; il giudice Antonio Discepola; la deputata provinciale Filomena Rotiroti, il deputato federale Emmanuel Dubourg; l’ex deputato federale Nicola Di Iorio; il presidente del Picai, Piero Iannuzzi; il presidente dei Servizi Comunitari Italo-Canadesi del Québec, Giuseppe Maiolo, accompagnato dal figlio Ilario, candidato per il partito conservatore alle prossime elezioni federali; la presidente del Comites Giovanna Giordano; i consiglieri comunali Francesco Miele, Patrizia Lattanzio e Dominic Perri; il direttore dell’Istituto di cultura Francesco D’Arelli; la direttrice generale della Camera di Commercio Daniela Virone; la direttrice generale dell’ITHQ, Lisa Frulla. Ad aprire le cerimonie, con Giulia Verticchio a fare gli onori di casa come ‘animatrice’, è stato il Coro Alpino di Montréal, che prima ha intonato l’Inno di Mameli e poi, per rendere omaggio alla patria adottiva, ha interpretato anche l’inno canadese. In seguito alle parole di benvenuto di Gino Berretta, presidente della Casa d’Italia, ed i saluti istituzionali del Console Lorenzo Solinas (che si è fatto anche portavoce dei saluti delle due deputate italiane assenti, Fucsia Nissoli e Francesca Alderisi), a prendere la parola è stata la Console Generale d’Italia a Montréal, Silvia Costantini, che ha portato i saluti dell’Ambasciatore d’Italia in Canada, Claudio Taffuri: “Il 2 giugno – ha detto – è la festa che unisce tutte le italiane e gli italiani nel mondo. Gli italiani e gli italo-quebecchesi sono sempre più integrati nella società: un’ulteriore dimostrazione dell’amicizia molto solida tra l’Italia, il Québec e tutto il Canada. Ho voluto organizzare la festa alla Casa d’Italia perché punto di riferimento solido della, e per la, Comunità italiana di Montréal. La commistione tra tradizione e novità, passato e futuro è un obiettivo primario del mio mandato: riunire i vari strati della Comunità italiana e italo-quebecchese per creare un’unica Comunità, forte e coesa. Agendo da ponte, per creare e incentivare occasioni di scambio e di interazione. E, per realizzare questo progetto ambizioso, ho bisogno di tutta la Comunità, che in queste prime 15 settimane ho imparato a conoscere e ad apprezzare. Con una maggiore attenzione per la nuova mobilità, formata da chi ha scelto il Québec come tappa del suo percorso formativo. Oltre a lavorare con le Università canadesi e italiane per incentivare gli scambi tra i due Paesi. La lingua italiana, vettore della nostra cultura, è la quarta più studiata nel mondo: qui a Montréal la nostra collettività parla italiano finanche alla terza e quarta generazione e questo mi rende particolarmente orgogliosa”. Dopo aver concluso il suo intervento rendendo omaggio alle forze armate italiane, la Console Generale ha consegnato 6 onorificenze ad altrettante personalità: Paul Caccia, Suor Angela Rizzardo, Luigi Erriquez, Giuseppe Panzera sono stati decorati come Cavalieri dell’Ordine della Stella d’Italia, mentre l’avv. Pasquale Artuso e Nicolangelo Cioppi sono stati insigniti come Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Poi il gran finale, con l’esibizione di alcuni giovani artisti guidati dalla cantante e attrice Daniela Fiorentino, ed il buffet a base di sapori e gusti tricolori preparato da Vincenzo Morena, patron del gruppo PMG. (V.G.)
Conferite 43 borse di studio ad altrettanti studenti e studentesse di origine italiana. Dal 1961, l’organismo ha distribuito fondi per oltre 3.5 milioni $ a favore di circa 2.200 ragazzi
Montréal – Un appuntamento che si rinnova dal 1961, ininterrottamente. Perché non c’è futuro senza passato, che resta ‘magistra vitae’, nonostante l’eterno presente di una società globale che fagocita tutto, abbagliandoci con il suo consumismo ‘psichedelico’. Le borse di studio della CIBPA sono un punto fermo. Una lezione di vita, oltre che uno stimolo al successo professionale. Ieri come oggi. Oggi come domani. Anche quest’anno, dunque, l’Associazione delle persone d’affari e dei professionisti italo-canadesi (che nacque a Montréal nel lontano 1949), dalla scorsa estate presieduta da Domenic Diaco, ha portato a termine la sua missione più nobile: raccogliere fondi tra le personalità, gli imprenditori, le istituzioni e gli organismi più facoltosi della Belle Province, per contribuire a finanziare gli studi dei giovani italo-canadesi, motivandoli e rafforzandone il senso di appartenenza tricolore. L’edizione 2018, la 57ma, è andata in scena il 21 novembre scorso, nella cornice storica – oltre che fortemente simbolica – della Casa d’Italia, sulla via del risanamento e sempre più al centro della vita comunitaria. A ‘dirigere’ i lavori (discorsi, premiazioni e foto di rito) sono stati Sabrina Marandola, giornalista di CBC, e Marco Luciani Castiglia, reporter di Omni News. Nel corso della serata, come da copione, la CIBPA ha premiato, con altrettante Borse di studio, 43 studenti di origine italiana selezionati con meticolosa scrupolosità (in base a criteri di merito e di reddito) da un’apposita commissione presieduta da Angelo Lepore, che quest’anno ha analizzato, su base volontaria, circa 120 domande. Commissione formata da 13 volontari: Gian Carlo Biferali, Salvatore Cimmino, Carmen Di Ioia, Michael Di Ioia, Vincent Giancaspero, Enrica Uva, Maria Teresa Laurito, Egidio Vincelli, Amanda Ciccone, Anne Lepore, Agnes Pascale, Santina Biello e Paola Graziani. Quest’anno sono stati distribuiti 57 mila $. A ciascun vincitore è stata conferita una borsa del valore compreso da 1.000 e 4.000 $, cifra legata alla situazione finanziaria ed al livello del percorso di studi, che mira anche a trasmettere quei valori dei nostri pionieri (altruismo, lealtà, coraggio, senso della famiglia, spirito di sacrificio) destinati a forgiare la classe dirigente di domani. Con gli italiani sempre più protagonisti. Più nel dettaglio, sono stati premiati 13 studenti che frequentano il Dottorato, 13 che seguono un Master e 17 che sono iscritti ad un Corso di Laurea. Un’iniziativa altamente significativa, che – ricordiamolo – ha preso il via nel lontano 1961, grazie all’intraprendenza di alcuni padri fondatori della nostra Comunità (tra cui Antonio Capobianco, Alfredo Gagliardi e Raffaele Esposito) e che fino ad oggi ha distribuito fondi per quasi 3.5 milioni di dollari, a beneficio di circa 2.200 studenti.
Quest’anno, tra l’altro, la CIBPA si è proiettata nel futuro, adottando uno stratagemma finanziario innovativo volto a garantire un futuro certo al programma delle borse di studio CIBPA. Lo ha spiegato sul palco Sam Scalia, secondo cui “è primordiale assistere i nostri giovani a raggiungere il loro pieno potenziale, è un investimento necessario per lo sviluppo della nostra Comunità”. Da qui l’idea di creare un fondo di dotazione per scopi filantropici presso la ‘Fondation du Grand Montréal’ (www.fgmtl.org) che garantisce un rendimento annuale del 10%. Più nel dettaglio, 6 investimenti da parte di: fondazione CIBPA, Tino Carrera, Sabino Grassi, Salvatore Nicastro, Frank Niro e Diana & Sam Scalia. Chapeau!A salire sul palco a raccontare la propria storia sono stati: Laura Gagliano, PHD in Ingegneria biomedica, che si è aggiudicata la borsa l’anno scorso, e Franco Niro, da 45 anni nel mondo della rivendita al dettaglio di scarpe di alta qualità (Aldo Group, consulente per Bata e Le Chateau, Stuart Weitzman), che ha raccontato la sua parabola professionale, dagli inizi difficili al successo che lo ha consacrato tra gli esperti di alta moda più rinomati in Canada. “Tutti dovrebbero avere la possibilità di studiare, a prescindere dalle condizioni economiche. Passione, amore, impegno, rispetto, integrità, forza di volontà e tanta abnegazione: sono queste le doti per diventare degli imprenditori di successo”: è stato il messaggio, commosso e rotto dall’emozione, di Niro agli studenti premiati. Tra i donatori più generosi per il 2018, ricordiamo la Cassa Popolare Canadese Italiana, che, attraverso il suo Direttore generale Mariano De Carolis e le diverse Succursali (gruppo Maria Biondi, Luigi D’Argenio, gruppo Luisa Simonetti, gruppo Carmine Barbieri, Giuseppe Guerrieri, gruppo Rita Tamburro, gruppo Alessandro Ciminelli, Ermes De Dominicis e il gruppo Adriana Recine) ha donato quasi 20 mila $. Poi la Fondazione Comunitaria Italo-Canadese (Tony Loffreda), con 10 mila $, e Samcom (Sam Scalia) con 9.500 $. Grande merito per l’ennesimo successo dell’iniziativa va a tutta l’Associazione degli uomini d’affari. In particolare a: Dominic Diaco, presidente della CIBPA; Sam Scalia, presidente della Fondazione CIBPA; Paola Graziani, coordinatrice del comitato organizzatore 2018; Alessandra Tropeano, direttrice generale della CIBPA, e Janice Parente, esperta in Farmacologia Molecolare, che ha accettato l’incarico di “Mentore” per i 43 vincitori. Senza dimenticare le volontarie Luisa Papa, Terry Laurito e Maria Altomare. Tra le personalità presenti in sala, ricordiamo Tony Loffreda, Vice Chairman RBC, presidente della Fondazione Italo-Canadese; Marco Riccardo Rusconi, Console Generale d’Italia a Montréal; Rosannie Filato, consigliere del distretto di Villeray al Comune di Montréal, in rappresentanza della Sindaca Valerie Plante; Giovanni Chieffallo, Vincenzo Giancaspero, Mike Goriani, Robert Rinaldi, Salvatore Cimmino, presidente ex-officio presidenti della CIBPA; Giancarlo Biferali; Giuseppe Di Battista, storico presidente della Fiducie Canadienne-Italienne; ed Egidio Vincelli, presidente dell’Associazione Italo-Canadese del West-Island.
LA LISTA DEGLI STUDENTI VINCITORI NEL 2018:
DOTTORATO
• ANTINORA, Christina – McGill, Medicina
• ARENA, Lauren – Université de Montréal, Medicina
• BENZO, Claudia Carla – Université de Laval, Medicina dentale
• DE THOMASIS, Sandro-Angelo – Yale University, Lingue medievali e moderne
• DI FRUSCIA, Jean-Sebastien – Université de Sherbrooke , Scienze della salute
• DI LABBIO, Giuseppe – Concordia University, Ingegneria
• DONOVAN, Adamo Anthony – McGill University, Medicina
• MERCURI, Marisa – Concordia University, Arti & Scienze
• MESSINA, Cynthia – Concordia University, Chimica e biochimica
Montréal – La Casa d’Italia apre le sue porte per ringraziare la Comunità, dopo l’annuncio del primo milione di dollari “incassato”: un risultato importante nell’ambito della raccolta fondi lanciata lo scorso maggio per salvare lo storico edificio in stile Art Deco dal rischio confisca, a causa di debiti del passato che ammontano, in totale, a 3 milioni di dollari. Una boccata di ossigeno per l’Istituzione per eccellenza della nostra memoria storica, che estingue così un terzo del debito e si proietta verso il futuro con una ritrovata fiducia ed un rinnovato entusiasmo. E così, il 27 settembre scorso, Gino Berretta, presidente del consiglio di amministrazione del CCPI-Casa d’Italia, ha accolto 150 personalità – tra membri, donatori e rappresentanti dei maggiori organismi comunitari – per ringraziare quanti hanno contribuito, e stanno contribuendo, a preservare il presente e rilanciare il futuro della Casa. Ma anche per aprire le porte a coloro che non conoscono la Casa d’Italia, sottolineandone la funzione svolta nel recente passato ed il ruolo che potrà ritagliarsi nei prossimi anni: con progetti intriganti come gli archivi, una biblioteca, una scuola di cucina italiana ed un museo permanente, senza dimenticare il Muro della Memoria. Molto suggestiva l’apertura, con la lettura di alcune lettere di immigrati italiani ai loro familiari in Italia, da parte del regista Roberto Zorfini, a lume di candela e con un bicchiere di vino. “Vogliamo far conoscere a tutti le nuove radici della Casa d’Italia – ha detto il presidente Berretta -: la gente oggi è contenta di venirci a trovare. E magari alcuni di loro contribuiranno anche con un’offerta. Ma la cosa più importante è che capiscano che la Casa d’Italia è viva. Il 17 novembre faremo un gala al Saint James Club con 500 invitati per onorare Gaby Mancini e continuare con la raccolta fondi. E probabilmente organizzeremo anche una Festa di Natale. Entro un anno contiamo di raccogliere i restanti 2 milioni, per saldare tutto il debito e ripartire con nuove attività”. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, alla luce dello spirito di solidarietà che da sempre pervade l’animo italo-canadese. Tra i presenti alla serata, ricordiamo il Console Generale d’Italia Marco Riccardo Rusconi, il Sen. Basilio Giordano, Nicola Di Iorio, deputato federale di Saint-Michel/Saint-Leonard; Francesco Miele, consigliere comunale del distretto di Côte-de-Liesse (arrondissement Saint-Laurent); Gaby Mancini, presidente Corporazione Casa d’Italia; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; Joe Fratino, presidente Ordine Figli d’Italia; e Giovanna Giordano, presidente del Comites; oltre ai 4 ‘Cavalieri della Repubblica’ Santino Quercia, David Scalia, Giuseppe Danisi e Italo Spagnolo. (V.G.)
L’obiettivo è raccogliere, entro dicembre, 3 milioni di dollari che serviranno a saldare il debito, ma anche a finanziare altri progetti: come gli archivi, unabiblioteca, una scuola di cucina italiana ed un museo permanente; senza dimenticare il Muro della Memoria
Servizio fotografico: Sara Barone
Montréal – Ripartire dal passato per riscattare il futuro. Lunedì 14 maggio, il Centro comunitario della Piccola Italia – Casa d’Italia (CCPI-Casa d’Italia), luogo di storia, cultura ed integrazione per la Comunità italiana di Montreal, ha lanciato una campagna di ‘raccolta fondi’ per salvare un simbolo del nostro senso di appartenenza, un’istituzione della nostra memoria storicadal pericolo sequestro, confisca e messa all’asta. L’obiettivo è ambizioso ma abbordabile, alla luce dello spirito di solidarietà che da sempre pervade l’animo italo-canadese: 3 milioni di dollari entro il prossimo dicembre. Presenti all’evento i rappresentanti del Comune, del governo provinciale e federale, oltre che i membri del CCPI e delle principali organizzazioni italiane in città. Tra le personalità, ricordiamo: Filippo Lonardo, Console d’Italia a Montreal; Nicola Di Iorio, deputato federale di Saint-Michel/Saint-Leonard; Angelo Iacono, deputato federale di Alfred Pellan; Rita De Santis, deputata provinciale di Bourassa; Francesco Miele, consigliere comunale del distretto di Côte-de-Liesse (arrondissement Saint-Laurent); Joe Pannunzio, presidente del Centro Leonard Da Vinci; l’Avv. Antonio Sciascia, presidente Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi (regione Quebec); Gaby Mancini, presidente Corporazione Casa d’Italia; Tony Loffreda, presidente della Fondazione Comunitaria Italo-Canadese; Salvatore Cimmino, presidente della CIBPA; Joe Fratino, presidente Ordine Figli d’Italia; Giovanna Giordano, presidente del COMITES. Gino Berretta, presidente del consiglio di amministrazione del CCPI-Casa d’Italia, ha ringraziato di cuore il presidente onorario della campagna di raccolta fondi, Joseph Broccolini, vicepresidente di Broccolini Construction Inc. “Con il sostegno di Joseph Broccolini – ha dichiarato Berretta – sono convinto che riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati”. I fondi raccolti, oltre a saldare il debito accumulato, permetteranno “la ristrutturazione della nostra cucina, in modo da poter offrire corsi culinari; la continuazione del nostro Muro della Memoria e delle Generazioni, un bellissimo omaggio ai nostri immigrati; e la realizzazione degli archivi della Comunità Italo-Canadese, che saranno accessibili al pubblico”, ha concluso Berretta.
Uomo d’affari sempre pronto a cogliere nuove sfide, Joseph Broccolini non ha nascosto il suo entusiasmo per questa campagna di raccolta fondi: “Durante i suoi giorni di gloria – ha detto l’imprenditore – la Casa d’Italia ha aiutato un gran numero di immigrati italiani a trovare un lavoro e un posto dove poter alloggiare. Nel corso degli anni è diventata rapidamente un simbolo della fiorente Comunità italiana di Montreal. È in queste mura che sono state fondate molte organizzazioni italiane. Oggi è nostro dovere preservare questo edificio storico costruito pietra su pietra dai pionieri della nosrtra Comunità “, ha concluso.
Lanciato sotto il tema “La nostra storia e le nostre radici: sempre vive”, l’obiettivo della campagna di raccolta fondi non è solo quello di preservare questo magnifico edificio in stile Art Deco costruito nel 1936, ma anche di proseguire la sua missione, nell’essere un luogo di memoria per la Comunità italiana di Montréal. “La nostra priorità come membri del consiglio di amministrazione – ha affermato Sabino Grassi, consigliere e responsabile della campagna di raccolta fondi – è che Casa d’Italia diventi un punto di riferimento per il senso di appartenenza delle generazioni più giovani ed un luogo d’incontro per lediverse comunità culturali che fanno parte della nostra città”.Le prime donazioni non si sono fatte attendere: la Federazione delle Associazione Molisane del Québec, in particolare, ha già offerto 25 mila dollari. Oggi più che mai la Casa d’Italia è aperta alle nuove leve: bastano 100 $ per diventare membri regolari, 250 $ per diventare amici e 500 $ per essere Ambasciatori. Partecipiamo con generosità anche noi alla raccolta fondi facendo un’offerta (http://casaditalia.org/it/donnez – 514-271-2524). (V.G.)
Montréal – La notizia era nell’aria, ora è ufficiale: lunedì 11 settembre la Presidente Angela Minicucci ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Centro culturale della Piccola Italia-Casa d’Italia. Eletta per la prima volta circa 6 anni fa e riconfermata per 3 mandati consecutivi (si vota ogni 2 anni), la Minicucci ha deciso di farsi da parte. Con lei hanno lasciato il consiglio di amministrazione altri 6 membri (che, insieme alla stessa Minicucci, formavano il bord dei direttori, una sorta di comitato esecutivo): Joyce Pillarella, Michael Marsilio, Tony Spano (tesoriere), Tony Minicucci (segretario), Alda Viero ed Egidio Vincelli. Il vicepresidente John Marcovecchio, dal canto suo, dovrebbe restare in carica fino alla prossima assemblea annuale dei soci (220 in tutto). A guidare la Casa d’Italia saranno i componenti del cda (rappresentanti della Corporazione ‘Casa d’Italia’) che sono rimasti al loro posto: Gino Beretta nel ruolo di presidente, John Marcovecchio confermato vicepresidente, Perry Mazzanti secondo vicepresidente, Antonio Discepola come segretario, Vincenzo Belmonte come tesoriere, Sabino Grassi come copresidente della campagna di raccolta fondi e Joe Frattino (Ordine Figli D’Italia) in qualità di membro. “Con la fine del progetto Unitas, che per noi costituiva il futuro stesso della Casa d’Italia – ci ha detto Angela Minucucci – sono venute a mancare le garanzie per il sostegno finanziario e quindi la nostra strategia per ripianare il debito che espone la Casa al sequestro giudiziario: a questo punto non c’erano più le condizioni per andare avanti”. Dal canto loro, chi è rimasto guarda già al futuro: “In questo momento – ci ha detto il giudice Discepola – la Casa d’Italia versa in una situazione finanziaria molto delicata che richiede la collaborazione di tutta la Comunità, chiamata a prendersi le proprie responsabilità. Per questo motivo, a breve sarà lanciata una raccolta fondi sotto il nome SOS Casa d’Italia”.
Al di là delle difficoltà contingenti, noi naturalmente auspichiamo che si trovi la soluzione migliore per preservare il simbolo storico più originale e autentico dell’orgoglio italo-montrealese. (V.G)