Sono dolci tipici delle regioni del Sud. In Campania li chiamano struffoli, nella Puglia meridionale porceddhuzzi. A loro è dedicata la prima puntata dell’anno 2022 de Il Gusto della Salute,registrata nell’atrio del palazzo del Seminario arcivescovile di Piazza Duomo a Lecce, grazie alla collaborazione dell’Arcidiocesi metropolitana leccese.
“Si chiude così il periodo natalizio interamente dedicato alle prelibatezze della tradizione italiana: a Natale le pittole, a Capodanno il panettone, all’Epifania i porceddhuzzi, preceduti da una puntata prenatalizia dedicata al pasticciotto”, ricorda l’immunologo Mauro Minelli, curatore della rubrica eresponsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata.
Con il maestro Salvatore Prato della pasticceria Il Golosone di Novoli in provincia di Lecce, scopriamo come si preparano i porceddhuzzi: “Innanzitutto occorre una buona farina 0 con acqua e senza lievito, e bucce di arance bio o mandarini, da scaldare con l’olio nel quale vengono fritti questi gnocchetti dalla vaga forma di porcellini, da ricoprire poi di miele e cannelle o eventuali altre spezie”, spiega Prato.
“Come avviene per tutti i prodotti presentati da Il Gusto della Salute anche qui – spiega Minelli – bisogna attingere a leggende e racconti della tradizione popolare, dalla storia della madre di famiglia che con pochi ingredienti, volendo ‘addolcire’ le feste dei suoi figlioli con qualcosa di buono e di diverso, mette insieme la poca farina, le poche arance e il poco olio disponibili trasformandoli in piccoli pezzi fritti e ricoperti di spezie, a quella dei contadini che, per ingraziarsi i padroni, regalavano loro per Natale un maialino, sostituito nel tempo da dolcetti a forma di porcellino che divenivano oggetto di sfida tra le donne che li preparavano, per stabilire poi quale fosse il piatto più buono tra tutti quelli realizzati”.
I porceddhuzzi, ufficialmente considerati prodotti tipici alimentari della Puglia ed inseriti dal Ministero delle Politiche Agricole nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, rimangono tuttavia dei dolci con un concreto carico di calorie ai quali va prestata, sul piano salutistico, la dovuta attenzione
“Il protagonista principale nei porceddhuzzi è il miele – afferma la biologa nutrizionista Dominga Maio – che impreziosisce questi tocchetti di pasta dolce fritta. Ed il miele, millefiori o di acacia, è un alimento dotato di grandi proprietà benefiche in ragione del suo contenuto di potassio, fosforo, calcio, ferro, ma anche ricco di vitamine, con qualità antiossidanti e antibatteriche.”
“Parlando di frittura, però, non si può non prestare attenzione all’olio che si usa – commenta la nutrizionista Ilaria Vergallo – anche perché alla composizione di questo dolce si vanno ad aggiungere altri ingredienti che non si prestano alla corretta alimentazione di soggetti diabetici piuttosto che obesi o con altri scompensi metabolici. Trattandosi di un dolce natalizio e avendo cura di non esagerare con le porzioni, un consumo ponderato nei giorni di festa potrà, tuttavia, essere consentito.”
“Potrebbe apparire singolare il fatto che si sia parlato di prodotti certamente più legati al gusto che non alla salute, ma a parte l’attinenza ai rituali festivi – conclude Minelli – è sempre stata nostra intenzione fornire, con queste trasmissioni pensate e realizzate con la necessaria cura ed attenzione, informazioni e suggerimenti per il consumo di tutti gli alimenti, soprattutto quelli che la stragrande maggioranza delle persone avrà mangiatoproprio nelle due settimane tra Natale e l’Epifania, così da potersi regolare, in futuro, nella maniera più consapevole”.
Il Gusto della salute tornerà a metà gennaio con una puntata speciale in occasione della festa di Sant’Antonio Abate per approfondire i temi legati alle produzioni agro-astronomiche invernali.