Montréal – Ci siamo: ancora pochi giorni di campagna elettorale e poi il Canada avrà un nuovo governo federale. Saranno le elezioni numero 43 della storia federale canadese e serviranno ad eleggere il Primo Ministro numero 24. Oltre 27 milioni (27.243.224) gli elettori, di cui 6,5 nella provincia del Québec, dovranno scegliere i deputati in 338 circoscrizioni elettorali. Oggi i seggi sono così distribuiti: 177 ai Liberali, 95 ai Conservatori, 39 ai Neodemocratici, 10 ai Blocchisti, 2 ai Verdi, 1 ai Popolari, 9 Indipendenti e 5 vacanti. I parlamentari, che resteranno in carica quattro anni, sono eletti con un sistema maggioritario secco: il candidato che ottiene il maggior numero di voti, in ogni distretto elettorale, si aggiudica il seggio. Oltre 2 milioni di elettori hanno già esercitato il loro diritto attraverso il voto ‘anticipato’: una cifra-record, che si riferisce solo alle giornate di venerdì e sabato (non comprende l’affluenza di domenica e lunedì), ma già registra un clamoroso +25% rispetto al 2015. L’ultimo dibattito in francese, moderato dai giornalisti di Radio-Canada, non ha prodotto particolari scossoni: il conservatore Andrew Scheer ed il liberale Justin Trudeau, Primo Ministro uscente, si sono marcati da vicino, difendendosi bene, senza però sferrare l’attacco decisivo. Favorendo, così, il terzo e quarto incomodi: il neodemocratico Jagmeet Singh ed il blocchista Yves-Francois Blanchet. La verde Elizabeth May ha ribadito il suo impegno esclusivo per l’ambiente, mentre il populista Maxime Bernier ha confermato la priorità per il pareggio di bilancio. E gli ultimissimi sondaggi riflettono proprio questa tendenza: Bloc québécois ed NPD stanno risalendo nel gradimento degli elettori, con i Conservatori che adesso appaiono in leggero vantaggio sui Liberali. Come certificano gli ultimi sondaggi realizzati da diversi istituti di rilevazione: per Nanos l’NDP è aumentato al 20%, mentre secondo Mainstream il Bloc è arrivato all’8%. In base ai rilevamenti di Nanos e Mainstream, i Conservatori avrebbero accumulato un leggero vantaggio sui Liberali, che però non certifica ancora un sorpasso sostanziale e definitivo. Sarà un testa a testa, dunque, che già induce molti analisti a pronosticare un governo blu, o rosso, minoritario. E qui entrano in gioco le alleanze, al netto di quello che dichiarano i leader, che appaiono tutti allergici ai compromessi. In base ai precedenti, ai programmi, ma soprattutto alla realpolitik, le opzioni più praticabili sembrerebbero due (anche se non si escludono combinazioni più fantasiose): Liberali e Neodemocratici da una parte (uniti, per esempio, dall’opposizione alla legge 21 in Québec e dall’aumento della spesa pubblica), e Conservatori e Blochisti dall’altra (uniti, dal canto loro, dalla dichiarazione dei redditi unica nella Belle Province e dai maggiori poteri alle singole Province in materia di immigrazione). Del resto, nel recente passato, il governo conservatore minoritario di Harper è nato proprio grazie ai voti del blocchista Duceppe. La storia si ripete. Si ripeterà anche lunedì 21 ottobre? (V.G.)
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