Giorno: 3 Gennaio 2024

  • William e l’incoronazione low-profile: l’esempio dei re nordici

    (Adnkronos) – Re Carlo III potrebbe essere l’ultimo sovrano britannico ad aver avuto un’incoronazione in gran pompa. William potrebbe infatti scegliere una cerimonia più semplice, di fronte all’esempio dei sovrani nordici. Dopo l’annuncio a sorpresa dell’abdicazione della regina Margrethe di Danimarca non è infatti prevista nessuna cerimonia di incoronazione per la salita al trono del figlio Frederik, che diventerà re il 14 gennaio con una proclamazione ufficiale del castello di Amalienborg.  

    Dopo la Danimarca, è probabile che vi siano cambiamenti nei prossimi anni anche in altre due monarchie europee. Re Carlo XVI Gustavo di Svezia e re Harald V di Norvegia sono entrambi saliti al trono nel 1973. Il primo ha 77 anni e il secondo 86, non è escluso che possano abdicare. Anche in questi due Paesi non sono previste cerimonie di incoronazione e tali esempi potrebbero aprire un dibattito in Gran Bretagna sui costi di questi eventi. Tanto più che l’incoronazione non è strettamente necessaria. Nelle monarchie ereditarie un sovrano sale al trono nel momento in cui cessa il regno del predecessore: Carlo è diventato re nell’istante in cui è morta la madre Elisabetta II. 

    Secondo Ingrid Seward, autrice del libro “Prince Philip revelead” (Il principe Filippo rivelato), quando sarà il momento William non vorrà una cerimonia fastosa come quella del padre. “Penso sia perché non vorranno caricare i costi sui sudditi. Probabilmente penseranno che non è buona cosa – ha detto l’esperta della famiglia reale a Newsweek – Non penso vedremo mai più un’altra grande incoronazione. Molta gente non capisce tutti questi rituali. Probabilmente vi sarà un’incoronazione molto ridotta”.  

    Comunque il 75enne Carlo III, salito al trono da poco più di un anno, non sembra incline ad abdicare a favore del figlio, per lo meno a breve termine. E forse anche William ne è sollevato. Il padre ha sempre detto che intende permettergli di godersi la famiglia con i tre figli, dato che un re non ha più una vita privata. 

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  • Napoli, in 850 a giornate domanda-offerta lavoro organizzate dal Comune

    (Adnkronos) – Le tre giornate dedicate dall’Assessorato al Lavoro del Comune di Napoli all’incrocio tra domanda e offerta di lavoro hanno rappresentato un’importante opportunità per creare sinergie tra chi cerca lavoro e le Agenzie per il Lavoro che offrono servizi di intermediazione tra domanda e offerta. L’iniziativa è nata con l’intento di facilitare l’incontro tra le risorse umane qualificate o senza esperienza e le opportunità professionali disponibili sul mercato. L’evento svoltosi a fine dicembre nell’Albergo dei Poveri, si legge in una nota del Comune, ha registrato una significativa partecipazione – circa 850 partecipanti in totale su mille prenotazione di colloqui e con i primi 50 pronti a firmare con le rispettive imprese -, con numerose agenzie per il lavoro e disoccupati provenienti da diverse aree professionali. Le giornate sono state caratterizzate da una serie di attività, tra cui work-shop, seminari e presentazioni delle agenzie partecipanti. Questi momenti hanno consentito ai disoccupati di acquisire informazioni dettagliate sulle opportunità di lavoro disponibili e di comprendere al meglio le esigenze del mercato del lavoro. I settori con un particolare focus sono stati i seguenti: Edilizia, Meccanica, Servizi alla Persona, Spettacolo ed Eventi, Turismo. Le aree che hanno ricevuto un maggior numero di candidature sono state Turismo e Servizi alle persone ed alle imprese. 

    L’età dei partecipanti è stata estremamente variegata, dai neo-maggiorenni agli over 50; la partecipazione femminile molto elevata, circa il 65% dei partecipanti. Hanno partecipato anche un centinaio di utenti appartenenti alle categorie protette. Meno del 20% degli utenti risulta essere percettore di reddito di cittadinanza. Titoli di studio: 20% licenza media, 40% diploma superiori e 40% laurea o specializzazione superiore. “In una fase economica così delicata, con la povertà che aumenta, è necessario creare le condizioni favorevoli per una nuova e buona occupazione. Ci sono alcuni settori in cui è utile investire considerando il percorso di rinascita della città, per questo rinnovo l’invito agli imprenditori a partecipare in maniera sana e propositiva alle opportunità che stiamo creando”, il commento del sindaco Gaetano Manfredi. 

    “Le tre giornate di colloqui organizzati dal Comune di Napoli insieme alle APL sono state una grande opportunità per i nostri concittadini – ha dichiarato Chiara Marciani, Assessore al Lavoro -. Per alcuni utenti ci sono state già concrete opportunità lavorative e ci auguriamo che per molti altri possano arrivare a breve. Molte le persone estremamente qualificate che, grazie alle imprese partner dell’iniziativa sono state inserite in ulteriori fasi di selezione di personale. Ci auguriamo di poter ripetere questa iniziativa con cadenza fissa anche nel 2024 al fine di poter sostenere le persone in cerca di occupazione in maniera concreta, valorizzando la collaborazione tra pubblico e privato. Un particolare ringraziamento va ai ragazzi ed alle ragazze ed alle loro professoresse dell’Istituto Galiani che hanno partecipato all’iniziativa, collaborando all’accoglienza degli utenti”, ha concluso il sindaco. 

     

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  • Dieta dopo le Feste, ecco gli errori da non fare

    Dieta dopo le Feste, ecco gli errori da non fare

    (Adnkronos) – Passate le feste, tempo di dieta. Dopo gli eccessi alimentari, in molti si mettono a stecchetto e, per dimagrire si affidano a regimi dietetici di moda, al passaparola, al fai da te. Ma quali sono le diete da fare e quelle da evitare per gli effetti nocivi sul metabolismo e la salute? A fare chiarezza è Mauro Minelli, immunologo e docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all’Università Lum.  

    “Con il termine ‘dieta’ si deve intendere uno stile di vita, ovvero l’insieme di scelte alimentari che hanno lo scopo di farci stare bene e in salute – premette – Per raggiungere questo obiettivo bisogna affidarsi a professionisti che tengano conto dei dati forniti dalla ricerca scientifica, senza cedere alle mode del momento. Risulta fondamentale rivedere la propria idea di dieta – sottolinea l’esperto all’Adnkronos Salute – modificando il proprio approccio al cibo e le proprie abitudini alimentari, restituendo al cibo il giusto ruolo di nutrimento e non di sfogo dalle emozioni, in modo da poter ridurre il carico di nevrosi, paure e speranze che circondano in maniera quasi ossessiva le nostre scelte alimentari”. 

    Euforia, irritabilità, disturbi del sonno, instabilità dell’umore sono sensazioni spesso riferite dalle persone a dieta. Oltre al temuto ‘yo-yo’. Effetti che finiscono col far fallire la dieta. “Dimagrire e ingrassare in continuazione può avere conseguenze negative, non solo perché molto spesso è associato ad un aumento del rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare – spiega – ma, in particolar modo, perché rappresenta un vero stress per il nostro metabolismo e per il sistema cardiovascolare”. 

    Quanto è vero che le diete dimagranti “convenzionali” (poche calorie, pochi carboidrati e tante proteine) nel lungo periodo possono paradossalmente diventare ingrassanti? “Una dieta dimagrante impone per definizione una restrizione calorica, che di norma indurrà una perdita di peso, più o meno rilevante, soprattutto nel primo periodo – risponde Minelli – In questa fase l’organismo tende a cambiare il suo metabolismo e quindi la quantità di energia necessaria per svolgere tutte le attività quotidiane. Se la restrizione calorica è stata particolarmente marcata il metabolismo continuerà a rallentare e sarà difficile continuare a dimagrire, in quanto l’organismo tenderà a trattenere le sue riserve di grasso e a bruciare di meno”. 

    Ma non solo, avverte l’esperto. “Come conseguenza di tale meccanismo, nel momento in cui si ritorna a un regime dietetico normocalorico si assisterà ad un repentino aumento di peso. Inoltre, bisogna considerare che la perdita di peso iniziale è in minima parte perdita di massa grassa, mentre corrisponde in maggior misura a perdita di liquidi e massa muscolare. Quest’ultima è un tessuto metabolicamente molto più attivo di quello adiposo, e per tale motivo, una sua diminuzione determinerà un ulteriore rallentamento del metabolismo”. 

    “Purtroppo – prosegue – gli effetti negativi di un regime dietetico si vedono a lungo termine. Si pensi ai regimi alimentari molto restrittivi che si basano per lo più su una diminuzione dei carboidrati. Non solo pane e pasta, molto spesso nei regimi dietetici dimagranti vengono sacrificate anche frutta e verdura che sono quasi o del tutto assenti, con il rischio di incorrere in uno stato di carenza di importanti minerali, vitamine e di fibra, quest’ultima importantissima per la nostra attività intestinale”. 

    “Quel che è peggio – rimarca – è che i regimi così strutturati presentano un aumento delle quantità di proteine e di grassi, trasformandosi in diete poco salutari e iperproteiche, nonostante non ci si trovi in condizione di aumentato fabbisogno proteico come, per esempio, avviene quando si pratica un’intensa attività sportiva. Una dieta di questo genere seguita per un lungo periodo può essere nociva per i reni e può determinare un aumento del colesterolo Ldl nel sangue. Inoltre, sono in costante aumento le evidenze scientifiche sugli effetti che diete ricche in grassi e proteine animali hanno sul microbiota intestinale.  

    Queste diete, seguite per lunghi periodi, possono determinare l’aumento di particolari specie batteriche normalmente presenti nel nostro intestino, quali Bacteroidetes e Proteobacteria, che sono altamente infiammatorie e possono determinare la comparsa di patologie intestinali e non solo”. L’esperto evidenzia infine che “non è infrequente che un disturbo del comportamento alimentare esordisca successivamente all’adozione di un regime dietetico dimagrante. Infatti, il desiderio di perdere sempre più chili può diventare un’ossessione, soprattutto nelle persone più vulnerabili e in chi decide di seguire un regime dietetico in totale autonomia, senza il supporto di un esperto in nutrizione. 

     

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  • Israele-Hamas, rischio escalation guerra dopo morte Arouri: incognita Hezbollah

    (Adnkronos) – Il governo libanese sta chiedendo a Hezbollah di non rispondere, all’uccisione nella periferia sud di Beirut del numero due di Hamas Saleh al-Arouri da parte di Israele. E lo fa perché teme, come ha detto il suo ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib, di essere trascinato in una guerra regionale che rischia solo di destabilizzare ulteriormente una situazione già molto tesa. Ma il gruppo guidato da Hassan Nasrallah ha già detto che il crimine non resterà impunito. E l’Iran, che di Hezbollah è il sostenitore numero uno, ha fatto sapere che conseguenze ci saranno.  

    Se il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha condannato il ”crimine dell’uccisione di uno dei più importanti combattenti della resistenza palestinese”, il suo ministro della Difesa Mohammad-Reza Gharaei Ashtiani ha contestato agli Stati Uniti un ruolo nell’attacco. E il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha parlato di ”minaccia alla pace e alla sicurezza” per le ”attività dannose della macchina terroristica” di Israele. 

    Anche il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh ha sottolineato che il gruppo ”non sarà mai sconfitto” e anzi ”esce rafforzato nella sua determinazione e tenacia” dall’uccisione di al-Arouri. Per sapere cosa accadrà davvero bisognerà aspettare i prossimi giorni, se non già le prossime ore quando è atteso un discorso di Nasrallah. Ad agosto il leader di Hezbollah aveva minacciato una ”forte reazione a qualsiasi omicidio in territorio libanese di libanesi, iraniani o palestinesi”. Ora, secondo l’analista Amal Saad, il gruppo sciita sta ragionando su una ”risposta calibrata”. 

    Intanto ”siamo pronti a qualsiasi scenario” e le forze israeliane sono “a un livello di prontezza molto alto sia in difesa sia in attacco”, ha dichiarato il portavoce militare delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari, anche se Israele non ha ancora rivendicato ufficialmente la responsibilità dell’azione. E non lo sta facendo proprio per dare a Hezbollah un margine di manovra nella risposta. Comunque sia le accuse di Hamas, Hezbollah e Iran vanno tutte nella direzione di Tel Aviv e Washington. Anche un funzionario del Pentagono, parlando a condizione di anonimato al Washington Post, ha affermato che le Idf sono responsabili del raid che ha colpito Arouri. Una fonte di Hezbollah citata sempre dal Washington Post ha spiegato che l’uccisione di al-Arouri è avvenuta con l’utilizzo di un drone con tre razzi. 

    L’analista israeliano ed ex consigliere di Benjamin Netanyahu, Aviv Bushinsky, ha definito l’uccisione di Arouri “l’assassinio più grande in oltre un decennio” e ha detto che ”ovviamente” Israele ne è responsabile. Anche perché eliminare la leadership di Hamas è ”uno degli obiettivi fondamentali della guerra” ed è ”il minimo che il popolo di Israele si aspetta che ottenga” il suo primo ministro. Analisti citati dal Guardian sostengono che le conseguenze degli omicidi sono spesso molto imprevedibili. La morte di un leader potrebbe costringere un gruppo a cambiare strategia o addirittura a rinunciare alla violenza, ma potrebbe anche portare all’ascesa di un altro leader, ancora più intransigente. E l’uccisione di Arouri potrebbe portare Israele a dover combattere una guerra su due fronti, scenario che in precedenza aveva cercato di evitare. 

    L’uccisione di al-Arouri, comunque, è anche un elemento di ”imbarazzo” per Hezbollah, dato che il numero due di Hamas era considerato un ”ospite personale” di Nasrallah a Beirut, come spiega l’ex funzionario dell’intelligence israeliana e analista regionale Avi Melamed. Inoltre, data l’importanza del ruolo di Arouri, la sua morte potrebbe ”a breve termine avere conseguenze significative per le operazioni in corso dell’organizzazione” di Hamas. ”Ma alla fin fine sappiamo che nessuno è insostituibile”, ha aggiunto Melamed. 

    Quella che però sembra finire è ”l’era Arouri”, scrive il Jerusalem Post. Perché lui era ”l’incarnazione vivente dei privilegi terroristici di Hamas” e la sua capacità di muoversi con facilità nella regione era ”un esempio di come il gruppo operasse apertamente”. Negli anni, infatti, Hamas ha sfruttato la regione con il sostegno finanziario dell’Iran. E proprio Arouri era una parte fondamentale di quella macchina, tanto che è riuscito anche a creare reti in Turchia e, più recentemente, a Beirut per aumentare le minacce a Israele.  

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  • Iran, due bombe esplose vicino tomba Soleimani a Kerman: almeno 73 morti

    (Adnkronos) – Sarebbe di almeno 73 morti e 171 feriti il bilancio delle esplosioni registrate oggi, 3 gennaio, a Kerman sulla strada che porta al cimitero dove è sepolto il generale iraniano, Qassem Soleimani, ucciso in un raid americano e di cui oggi cade il quarto anniversario della morte. Lo hanno riferito fonti iraniane a Sky News Arabia, precisando che non è da escludere l’ipotesi di un atto terroristico.  

    Le esplosioni sono state provocate da due bombe, hanno riferito i servizi d’emergenza, come riportano i media locali. I due ordigni, riferisce l’agenzia Tasnim, sarebbero stati nascosti in borse e attivati da remoto. 

    Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, una delle esplosioni è avvenuta nei pressi della moschea Sahib al-Zaman. Le forze di sicurezza hanno rafforzato la loro presenza nell’area, dove sono state inviate numerose ambulanze per evacuare i feriti che stavano commemorando Soleimani.  

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  • Dieta dopo le Feste, ecco gli errori da non fare

    (Adnkronos) – Passate le feste, tempo di dieta. Dopo gli eccessi alimentari, in molti si mettono a stecchetto e, per dimagrire si affidano a regimi dietetici di moda, al passaparola, al fai da te. Ma quali sono le diete da fare e quelle da evitare per gli effetti nocivi sul metabolismo e la salute? A fare chiarezza è Mauro Minelli, immunologo e docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all’Università Lum.  

    “Con il termine ‘dieta’ si deve intendere uno stile di vita, ovvero l’insieme di scelte alimentari che hanno lo scopo di farci stare bene e in salute – premette – Per raggiungere questo obiettivo bisogna affidarsi a professionisti che tengano conto dei dati forniti dalla ricerca scientifica, senza cedere alle mode del momento. Risulta fondamentale rivedere la propria idea di dieta – sottolinea l’esperto all’Adnkronos Salute – modificando il proprio approccio al cibo e le proprie abitudini alimentari, restituendo al cibo il giusto ruolo di nutrimento e non di sfogo dalle emozioni, in modo da poter ridurre il carico di nevrosi, paure e speranze che circondano in maniera quasi ossessiva le nostre scelte alimentari”. 

    Euforia, irritabilità, disturbi del sonno, instabilità dell’umore sono sensazioni spesso riferite dalle persone a dieta. Oltre al temuto ‘yo-yo’. Effetti che finiscono col far fallire la dieta. “Dimagrire e ingrassare in continuazione può avere conseguenze negative, non solo perché molto spesso è associato ad un aumento del rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare – spiega – ma, in particolar modo, perché rappresenta un vero stress per il nostro metabolismo e per il sistema cardiovascolare”. 

    Quanto è vero che le diete dimagranti “convenzionali” (poche calorie, pochi carboidrati e tante proteine) nel lungo periodo possono paradossalmente diventare ingrassanti? “Una dieta dimagrante impone per definizione una restrizione calorica, che di norma indurrà una perdita di peso, più o meno rilevante, soprattutto nel primo periodo – risponde Minelli – In questa fase l’organismo tende a cambiare il suo metabolismo e quindi la quantità di energia necessaria per svolgere tutte le attività quotidiane. Se la restrizione calorica è stata particolarmente marcata il metabolismo continuerà a rallentare e sarà difficile continuare a dimagrire, in quanto l’organismo tenderà a trattenere le sue riserve di grasso e a bruciare di meno”. 

    Ma non solo, avverte l’esperto. “Come conseguenza di tale meccanismo, nel momento in cui si ritorna a un regime dietetico normocalorico si assisterà ad un repentino aumento di peso. Inoltre, bisogna considerare che la perdita di peso iniziale è in minima parte perdita di massa grassa, mentre corrisponde in maggior misura a perdita di liquidi e massa muscolare. Quest’ultima è un tessuto metabolicamente molto più attivo di quello adiposo, e per tale motivo, una sua diminuzione determinerà un ulteriore rallentamento del metabolismo”. 

    “Purtroppo – prosegue – gli effetti negativi di un regime dietetico si vedono a lungo termine. Si pensi ai regimi alimentari molto restrittivi che si basano per lo più su una diminuzione dei carboidrati. Non solo pane e pasta, molto spesso nei regimi dietetici dimagranti vengono sacrificate anche frutta e verdura che sono quasi o del tutto assenti, con il rischio di incorrere in uno stato di carenza di importanti minerali, vitamine e di fibra, quest’ultima importantissima per la nostra attività intestinale”. 

    “Quel che è peggio – rimarca – è che i regimi così strutturati presentano un aumento delle quantità di proteine e di grassi, trasformandosi in diete poco salutari e iperproteiche, nonostante non ci si trovi in condizione di aumentato fabbisogno proteico come, per esempio, avviene quando si pratica un’intensa attività sportiva. Una dieta di questo genere seguita per un lungo periodo può essere nociva per i reni e può determinare un aumento del colesterolo Ldl nel sangue. Inoltre, sono in costante aumento le evidenze scientifiche sugli effetti che diete ricche in grassi e proteine animali hanno sul microbiota intestinale.  

    Queste diete, seguite per lunghi periodi, possono determinare l’aumento di particolari specie batteriche normalmente presenti nel nostro intestino, quali Bacteroidetes e Proteobacteria, che sono altamente infiammatorie e possono determinare la comparsa di patologie intestinali e non solo”. L’esperto evidenzia infine che “non è infrequente che un disturbo del comportamento alimentare esordisca successivamente all’adozione di un regime dietetico dimagrante. Infatti, il desiderio di perdere sempre più chili può diventare un’ossessione, soprattutto nelle persone più vulnerabili e in chi decide di seguire un regime dietetico in totale autonomia, senza il supporto di un esperto in nutrizione. 

     

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  • Iran, attentato e strage a Kerman: il video della tv

    (Adnkronos) – Un’esplosione e le urla. La tv di stato in Iran documenta il momento dell’esplosione che a Kerman ha provocato oltre 50 morti non lontano dal cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid dagli Usa 4 anni fa. 

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  • Capodanno Biella, il testimone: “Pozzolo era allegro, ha sparato lui”

    (Adnkronos) – “Abbiamo avuto tutti paura, c’erano dei bambini. Pozzolo è arrivato a fine serata, stavamo andando via: era allegro, ha tirato fuori la pistola senza che nessuno glielo avesse chiesto e all’improvviso è partito lo sparo”. Così, intervistato dalla ‘Repubblica’, un agente di Polizia presente alla festa di capodanno nella sede della Pro Loco di Rosazza, ricostruisce quanto accaduto nella notte, quando un colpo partito dalla pistola, regolarmente detenuta dal deputato di Fdi Emanuele Pozzolo, ha ferito il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.  

    “Si è consumato tutto in un attimo. Pozzolo era allegro. Ha tirato fuori la pistola dal taschino per mostrarla ai presenti. Un gesto superficiale, assolutamente immotivato”, racconta. Il deputato impugnava la pistola quando è partito il colpo, “la stava facendo vedere ai presenti. In un attimo si è sentito il botto dello sparo, ha rimbombato”. Il testimone assicura che Pozzolo non abbia estratto la pistola, magari per tirare un colpo in aria: “Eravamo all’interno di una sala. Ha iniziato a mostrarla ai presenti, come se io tirassi fuori l’arma di ordinanza per fare lo stesso, una follia. In un secondo è partito il colpo”. 

    E quanto al fatto che Pozzolo ha detto che non è stato lui a sparare “È successo sotto i miei occhi, come me l’hanno visto anche altre persone presenti. Abbiamo tutti rilasciato le nostre dichiarazioni ai carabinieri. È stata una leggerezza – sottolinea – poteva costare davvero cara a quel ragazzo, che è un gran lavoratore, un padre di famiglia con due bambini piccoli”. 

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  • Lazio, Immobile anticipa il rientro?

    (Adnkronos) – Una buona notizie per Maurizio Sarri ed i fantallenatori. Ciro Immobile potrebbe anticipare il rientro. Il bomber e capitano biancoceleste è attualmente ai box per l’infortunio rimediato dopo circa 20 minuti dall’inizio dell’ultima trasferta di campionato a Empoli. Ma per rivederlo in campo potremmo dover aspettare meno del previsto, cosa che invece non può dirsi di Luis Alberto, l’altro acciaccato di lusso reduce dal Castellani (e pronto non prima di fine mese). 

    Nella giornata di oggi ci saranno nuovi esami strumentali per monitorare i progressi del protocollo riabilitativo in corso. Filtra un cauto ottimismo: Immobile vuole tornare per l’eventuale derby di Coppa Italia del 9 gennaio. In ottica Fantacalcio, salterà sicuramente la trasferta di Udine di domenica pomeriggio, ma potrebbe rivedersi davvero per Lazio-Lecce della settimana successiva. 

    Il trauma distrattivo del semitendinoso della coscia destra prevedeva inizialmente uno stop tra le 3 e le 4 settimane, una mazzata visti i tanti impegni di gennaio della Lazio, tra cui la Supercoppa in Arabia Saudita tra il 19 e la possibile finale del 22. In giornata ne sapremo di più: Immobile intende a tutti i costi esserci nel probabile derby dei quarti, dopo i due saltati nella scorsa stagione. Servirà assoluta prudenza, ma la possibilità c’è. Fermo restando che, in caso di forfait, al centro dell’attacco sarà confermato Castellanos che comunque contro il Frosinone ha dato ampie garanzie, tornando a segnare e a fare assist. 

    Fantacalcio.it per Adnkronos 

     

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  • Startup, Promama: “Come mettere in contatto le mamme in carriera con aziende family friendly”

    (Adnkronos) – Conciliare vita e lavoro è difficile, ma diventa davvero arduo quando si è madri in Italia e proprio per supportare le mamme lavoratrici ed i genitori nasce Promama, la startup che, attraverso la piattaforma digitale proprietaria con all’attivo a pochi mesi dal lancio, già una nutrita community di oltre 2mila utenti, mette in contatto le mamme in carriera ed i genitori di oggi e di domani con aziende family friendly. 

    Promama nasce dall’esperienza diretta e personale vissuta dalla founder, Claudine Rollandin, ex product manager di una scaleup e con anni di esperienza in consulenza e nel mondo startup, da neomamma, comincia ad avvertire le prime difficoltà sul lavoro. “Inizio a comprendere sulla mia pelle – spiega Rollandin – quanto la mia professione ed attività lavorativa non erano più in linea con le mie nuove priorità e con i miei valori Ho cominciato a cercare altro, ma mi sono accorta velocemente di quanto fosse difficile in questo momento della vita. Poi un giorno ho visto il dato di occupazione delle mamme con figli piccoli, in Italia poco più di una su due lavora, e ho cominciato a pensare a cosa avrei potuto fare per aiutare i genitori come me a non dover scegliere tra carriera e famiglia”. 

    Così dopo 10 anni di lavoro tra consulenza e startup, animata da un po’ di sana follia che giunge sempre quando si trova qualcosa in cui si crede davvero, Claudine decide di dimettersi per lanciare Promama. la piattaforma digitale che supporta i lavoratori a trovare i luoghi di lavoro più attrattivi per i genitori e che investono nella conciliazione vita-lavoro. 

    Il team di Promama ha sviluppato il family-friendly index, una metrica proprietaria sintetica, nello specifico si tratta di una valutazione quali-quantitativa di quanto un’azienda è attenta al tema genitorialità, approfondendo le leve attivate negli ambiti di flessibilità, congedo parentale, cultura aziendale e supporto. “Tramite due survey dedicate, pensate per dipendenti o aziende, calcoliamo un indice (da 0-100%) che ci permette di valutare l’attenzione che l’azienda dà alle sue persone e alla genitorialità”, afferma Claudine Rollandin, founder della startup.  

    Per i genitori, la startup mira a rendere più semplice la ricerca di lavoro in azienda che siano in linea con i propri obiettivi, ambizioni, aspirazioni e bisogni, mettendo a disposizione una vetrina di offerte di lavoro di aziende family friendly, e fornendo supporto, corsi e percorsi dedicati in questa specifica fase di carriera.  

    Alle aziende invece, in ottica di talent attraction, Promama fornisce uno spazio dedicato sul sito promuovendo le iniziative pensate per i genitori, ma anche in ottica di talent retention, andando a fornire strumenti, benchmark e risorse dedicate che supportano il network verso il miglioramento ed aggiornamento continuo per rendere ancora più inclusiva la società. 

    “I benefici di essere un’azienda family- friendly – spiega Rollandin – le società attente ad un’inclusiva conciliazione vita -sono molteplici lavoro, registrano un 100% di tasso di rientro post maternità ed un tasso di turnover significativamente più basso”. A soli 3 mesi dal lancio del progetto, sono oltre 2mila i genitori e mamme lavoratrici attivi su Promama e, la startup collabora con clienti di differenti settori e dimensioni, come Italgas, Doctolib, Acinque, Twow, Net insurance e Red public.  

    Tra gli obiettivi futuri della startup vi è il lancio di un percorso di accompagnamento al rientro al lavoro, focalizzato sulle persone che ad oggi sono disoccupate e la volontà di riuscire ad attuare un concreto cambiamento nel mondo aziendale.  

    “Vogliamo valorizzare le imprese – prosegue la founder di Promama -che sono realmente e concretamente attente nell’incentivare la conciliazione tra lavoro e famiglia a favore dei dipendenti in modo da poter contribuire ad attestare che vivere la genitorialità nel lavoro è un punto di forza da valorizzare e non un ostacolo alla carriera”.  

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