Giorno: 28 Settembre 2023

  • Sesso, sempre più giovani fanno ‘flop’: stili di vita e ormoni sotto accusa

    Sesso, sempre più giovani fanno ‘flop’: stili di vita e ormoni sotto accusa

    (Adnkronos) – Stress, comportamenti poco sani, ‘aiutini’ ormonali. Fattori che minacciano la salute sessuale dei giovani maschi, sempre più spesso a rischio ‘flop’ tra le lenzuola. La disfunzione erettile “colpisce prevalentemente gli over 40 anche se negli ultimi anni, a causa di stili di vita più stressanti, diete poco bilanciate e altre abitudini poco salutari, stiamo riscontrando un progressivo abbassamento dell’età di esordio. Anche il maggior utilizzo di ormoni come il testosterone, assunto soprattutto dai più giovani per favorire l’accrescimento della massa muscolare, aumenta le possibilità di incorrere nella problematica”. Segnala il trend Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia (Sia), in occasione del workshop ‘Dalla compressa… al volatile’, promosso da Sia con il contributo non condizionante di Neopharmed Gentili per parlare di prevenzione e dell’evoluzione sul fronte farmaci: dalle ‘pillole dell’amore’ agli spray.  

    “Per disfunzione erettile – spiega Palmieri – si intende l’incapacità a iniziare e portare a termine un rapporto sessuale che sia soddisfacente per il paziente. Si stima ne soffrano 3 milioni di italiani, ma è possibile ipotizzare che il numero degli uomini interessati dal problema sia più alto, non avendo a disposizione dati aggiornati sula patologia”, precisa lo specialista. “E’ importante non sottovalutare il ruolo della prevenzione dei fattori di rischio – raccomanda – e l’importanza degli stili di vita per contrastare l’insorgenza del problema”. 

    La corretta gestione della disfunzione erettile – sottolineano i promotori dell’incontro – non può prescindere da una conoscenza approfondita delle cause del disturbo, che può rappresentare il sintomo di altre condizioni patologiche sottostanti, anche gravi, come diabete, problematiche neurologiche e cardiovascolari, alterazioni ormonali. In ambito oncologico, particolare attenzione va riservata a chi subisce operazioni per il trattamento di neoplasie della pelvi, che può andare incontro a disfunzione erettile. Tra i principali campanelli d’allarme correlati gli esperti citano l’infarto, ma anche disturbi alla vista come la retinopatia, o mal di testa persistenti che implicano una vasodilatazione: tutti segnali che indicano un’alterazione corporea della funzione erettile e del tessuto endoteliale dell’organismo, sui quali è importante agire tempestivamente, anche per scongiurare altre condizioni patologiche gravi. 

    La disfunzione erettile può quindi nascondere altre malattie. “In presenza di una sintomatologia sospetta – esorta dunque Palmieri – è bene rivolgersi al medico esperto in andrologia per un’analisi approfondita della problematica, al fine di arrivare rapidamente a una diagnosi e iniziare il prima possibile un trattamento che sia efficace e ‘cucito’ sui bisogni e le aspettative del paziente. Dal punto di vista terapeutico – evidenzia il presidente Sia – oltre alle tradizionali terapie per somministrazione orale, oggi abbiamo a disposizione formulazioni in spray molto efficaci, con un meccanismo d’azione rapido e di assoluta validità per il paziente”.  

    Terapie ‘patient friendly’ fra cui sildenafil, il principio attivo del Viagra*, primo inibitore delle fosfodiestarasi a essere stato sviluppato e terapia di prima linea per la disfunzione erettile, “oggi disponibile in una innovativa formulazione spray facile da utilizzare, che garantisce rapidità d’azione ed efficacia del trattamento”, ricorda una nota. “Le terapie farmacologiche, associate a terapie fisiche come le onde d’urto realizzate direttamente sul corpo cavernoso, consentono al paziente di riabilitarsi completamente e di poter via via diminuire il carico terapeutico”, rimarca Palmieri.  

    Gli specialisti evidenziano “il ruolo fondamentale dell’educazione terapeutica per ottenere la massima efficacia dal percorso terapeutico”. Conclude il numero uno della Sia: “Il medico andrologo ha il compito di insegnare al paziente come gestire la terapia, trasferire gli obiettivi terapeutici del trattamento e rassicurare su eventuali effetti collaterali che possono manifestarsi specie nelle fasi iniziali ma che sono del tutto trascurabili”. 

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  • X Factor 2023, oggi 28 settembre ultimo appuntamento con le Audizioni

    (Adnkronos) – Torna oggi, giovedì 28 settembre X Factor 2023. Terzo appuntamento con le Audition, ultima occasione per mostrare il proprio potenziale con una cover o con un brano inedito. L’obiettivo è comunque sempre lo stesso: strappare almeno tre sì ai 4 giudici Fedez, Ambra Angiolini, Dargen D’Amico e Morgan. Perché questo è l’unico modo per accedere ai Bootcamp, la fase successiva delle selezioni.  

    Come di consueto, sarà Francesca Michielin ad aprire la puntata e ad accogliere gli artisti nella sua postazione nel backstage dell’Allianz Cloud di Milano, quartier generale della prima fase delle selezioni di X Factor 2023. 

    Anche questa settimana davanti al tavolo arriveranno ragazzi con background artistici e percorsi di vita diversi: qualcuno ha già alle spalle esperienze musicali che ne hanno forgiato il carattere, qualcuno trasforma la propria timidezza in forza espressiva, mentre qualcun altro si è licenziato dal lavoro per inseguire il sogno della musica. 

    Idee, interpretazioni, scrittura, voce, performance: è l’ultima occasione anche per i giudici di scovare e arruolare i migliori talenti in circolazione. La terza puntata delle Audition è pronta a regalare moltissime altre sorprese: c’è chi si avvicina a mostri sacri come della musica internazionale come Nina Simone, James Brown ed Amy Winehouse, e chi propone il proprio inedito mettendo in mostra la sua attitudine cantautorale o facendo commuovere i giudici con le sue parole, ma arriveranno anche una girl band con un grande sogno, storie splatter ed esibizioni sulle note di brani totalmente imprevedibili. 

    Una volta completata la prima fase di selezione, dalla prossima settimana, per due puntate, torneranno i Bootcamp che definiranno la cinquina di aspiranti concorrenti che si contenderanno, nelle Home Visit (19 ottobre), i tre posti a disposizione per ogni giudice per i Live Show, che prenderanno il via il 26 ottobre sempre su Sky e in streaming su NOW. 

    In onda ogni giovedì su Sky e in streaming su NOW, X Factor 2023 è anche in chiaro su TV8, al tasto 8 del telecomando, tutti i mercoledì in prima serata. 

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  • Morto Armando Sommajuolo, giornalista storico di La7: aveva 70 anni

    (Adnkronos) –
    Morto il giornalista Armando Sommajuolo, volto storico di Tmc e di La7 poi, scomparso oggi 28 settembre 2023 all’età di 70 anni. “Stamattina se ne è andato Armando Sommajuolo, colonna di questo telegiornale dai tempi in cui si chiamava Tmc news e fino al 2015. Per molti di voi un volto amico, per noi un amato compagno di lavoro, un professionista solido, positivo, professionale, e soprattutto un uomo perbene. Un abbraccio ai suoi cari”, ha scritto sui social Enrico Mentana, direttore del Tg La7. 

    Nato a Roma nel 1953, aveva iniziato la sua carriera nel 1976. Sommajuolo ha condotto i principali tg della rete e programmi di approfondimento.  

    Ad aprile 2015, Sommajuolo ha condotto le ultime edizioni del Tg La7 prima di andare in pensione. Il 27 aprile di quell’anno, Mentana rese omaggio al collega, ospite di un’edizione del tg. “Volevo che fossero tutti i telespettatori a poterti salutare e volevo salutarti anche io in diretta. Ci tenevo a salutarti alla fine di questo tg”, le parole del direttore Mentana nella circostanza. Il tg del 27 aprile 2015 salutò Sommajuolo con un servizio sulla carriera del giornalista, pilastro del notiziario per 3 decenni. Il servizio, con un omaggio tra ammirazione e ironia, comprendeva anche i ‘blob’ del giornalista, capace di sottolineare con un sorriso errori e imprevisti, compreso quello che caratterizzò un’edizione del tg, con un lapsus ‘celebrato’ anche dal canale youtube dell’emittente. 

    “Ci siamo, questo è l’ultimo telegiornale dopo 3 anni in questa azienda. Lo studio è pieno di gente e sono emozionato. Voglio ringraziarvi al di là di ogni retorica, molti di voi mi seguono da 30 anni. Mi avete cazziato quando c’era da cazziarmi e mi avete supportato e sopportato”, le parole di Sommajuolo nell’ultimo tg condotto nel 2015. “Permettetemi di ringraziare pubblicamente il direttore Enrico Mentana che mi ha commosso e sorpreso passando il servizio giornalistico che mi è stato dedicato e stringendomi poi la mano con un ringraziamento in diretta”. 

    Sommajuolo negli anni ’80 è stato protagonista anche di uno spot pubblicitario di un whiskey. Nella pubblicità, il giornalista interpretava un manager che in una riunione pronunciava una battuta all’epoca celeberrima: “Abbiamo l’esclusiva”. 

     

     

     

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  • Terremoto Napoli, a Campi Flegrei scosse sempre più frequenti: cosa succede

    (Adnkronos) – La scossa di terremoto registrata ieri nella zona dei Campi Flegrei a Napoli, di magnitudo 4.2 è stata la più forte degli ultimi 40 anni. Ma da giorni il capoluogo campano e i comuni limitrofi sono scossi da uno sciame sismico sempre più frequente e di maggiore intensità. Ma cosa sta succedendo in quell’area? Potranno avvenire altri terremoti?  

    Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano Ingv, spiega che il terremoto avvenuto intorno alle 3 di mattina del 27 settembre “è legato ai Campi Flegrei e al fenomeno del bradisismo che caratterizza tutta l’area, e in particolare la caldera. Associato al sollevamento del suolo c’é l’aumento dello sforzo della crosta e quindi la rottura e la generazione di terremoti”.  

    Quanto alla possibilità di altre scosse, “si tratta di una previsione che non possiamo fare, ma tenuto conto dell’attuale fase deformativa molto intensa, ci aspettiamo che avvengano altre scosse anche di magnitudo uguale o maggiore a questa, anche se non molto più grande considerato il tipo di roccia presente in questo vulcano. Sono però terremoti molto superficiali e questo, anche per magnitudo medio-piccole, può generare una facile avvertibilità degli eventi, come è stato per quest’ultimo avvertito nella notte”. 

     

    “La situazione attuale nei Campi Flegrei è abbastanza critica dal punto di vista della sismicità: dal 2006 a oggi il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10cm, parliamo di 15-20 cm in più rispetto al livello del suolo massimo che era stato raggiunto nel 1984” sottolinea all’Adnkronos Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale, ribadendo la necessità di “verificare la vulnerabilità degli edifici intorno all’area e procedere allo sgombero ilo prima possibile”. Secondo l’esperto, la situazione dei Campi Flegrei – a ovest di Napoli nell’area del golfo di Pozzuoli, uno dei centri vulcanici più attivi al mondo – è molto seria. 

    “Il sollevamento del suolo al quale stiamo assistendo testimonia che c’è una sorgente di pressione interna al sistema che, oltre a generare una pressione che aumenta a profondità tra 0 e 3 km circa, genera il sollevamento del suolo, spacca le rocce e produce i terremoti. Già nel 2018 ho informato le istituzioni scientifiche che il perdurare del sollevamento del suolo e l’aumento della pressione interna avrebbe portato ad un aumento della sismicità, sia in numero di scosse, quindi in frequenza, sia in magnitudo”. De Natale ha anche avvisato che “se il livello del suolo si fosse avvicinato o avesse superato quello dell”84, avremmo avuto una sismicità simile o anche più forte di quella del 1983-84. Ed è esattamente quello che sta succedendo. Dal 2006 a oggi la sismicità è progressivamente aumentata, noi la percepiamo soltanto negli ultimi mesi ma i terremoti c’erano già prima, erano pochi, essenzialmente strumentali, non avvertiti dalla popolazione”. 

    Il problema alla base, spiega ancora De Natale, è la profondità a cui si verificano questi fenomeni: “Questi eventi si verificano a 2-3 km di profondità, molto in superficie, proprio per questo la cosa da fare urgentemente – e che sarebbe stato meglio fare con largo anticipo – è verificare la vulnerabilità degli edifici intorno alla solfatara, in modo tale da essere sicuri non ci siano edifici particolarmente fatiscenti e in quel caso procedere allo sgombero. Nel 1984, quando la crisi sismica era a livelli di questa, tutta Pozzuoli fu evacuata a Monteruscello; ancora prima, nel 1970 il Rione Terra fu evacuato nel Rione Togliano. Sono atti dovuti, anche se non fanno seguito ad eventi sismici importanti”, conclude l’esperto, che poi specifica che si tratta della sua “opinione, basata su quarant’anni di lavoro in vulcanologia nello specifico sui problemi del bradisismo flegreo”. 

    Nei Campi Flegrei “si sta riproponendo quello che è successo all’inizio degli anni Ottanta, ovvero un aumento della sismicità, chiaramente legata alla dinamica del vulcano in profondità ad alcuni chilometri. L’Ingv sta monitorando minuto per minuto l’evoluzione ma non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione”. A dirlo all’Adnkronos il geologo Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “E’ una evoluzione ‘normale’, abbiamo visto che c’è una maggiore frequenza di eventi e sta aumentando un po’ l’intensità. Come Osservatorio Vesuviano dell’Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo”. “Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità” facilmente prevedibile “dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi. Per ora nessun allarme, certamente è una situazione su cui noi, come Istituto, abbiamo gli occhi puntati”. 

     

    A differenza del più noto Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all’interno e in prossimità di un’area depressa chiamata caldera. La caldera è il risultato del ripetuto sprofondamento di una vasta area provocato dal collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito dello svuotamento dello stesso per opera di almeno due grandi eruzioni: l’Ignimbrite Campana (40.000 anni) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). L’eruzione dell’Ignimbrite Campana è l’eruzione a più elevata energia conosciuta nel Mediterraneo: con essa un’enorme quantità di cenere è stata dispersa nell’atmosfera, influenzando il clima non solo a livello regionale ma probabilemte anche a livello mondiale.  

    Dopo l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano l’attività vulcanica dei campi Flegrei è stata particolarmente intensa con più di 27 eruzioni solo negli ultimi 5.500 anni, l’ultima delle quali, avvenuta nel 1538, ha generato il cono di tufo di Monte Nuovo. 

    La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Nei periodi 1970-72 e 1982-84 l’area flegrea è stata interessata da crisi bradisismiche in cui il suolo, nell’abitato di Pozzuoli in particolare, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 m. La prima crisi causò l’abbandono forzato dell’area fatiscente di Rione Terra; la seconda crisi in particolare fu caratterizzata da intensa sismicità con gravi danni agli edifici. Dopo le crisi si è avuto un periodo di generale subsidenza, interrotta a partire dal 2005 da un’inversione del fenomeno che ha portato ad un costante sollevamento del suolo, al momento ancora in atto. 

    Allo stato attuale il livello di allerta dei Campi Flegrei è GIALLO, come stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei risultati del monitoraggio e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi. Tale livello, a differenza del livello di allerta “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, è indice della variazione di alcuni dei parametri monitorati dall’INGV. 

     

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  • Sesso, sempre più giovani fanno ‘flop’: stili di vita e ormoni sotto accusa

    (Adnkronos) – Stress, comportamenti poco sani, ‘aiutini’ ormonali. Fattori che minacciano la salute sessuale dei giovani maschi, sempre più spesso a rischio ‘flop’ tra le lenzuola. La disfunzione erettile “colpisce prevalentemente gli over 40 anche se negli ultimi anni, a causa di stili di vita più stressanti, diete poco bilanciate e altre abitudini poco salutari, stiamo riscontrando un progressivo abbassamento dell’età di esordio. Anche il maggior utilizzo di ormoni come il testosterone, assunto soprattutto dai più giovani per favorire l’accrescimento della massa muscolare, aumenta le possibilità di incorrere nella problematica”. Segnala il trend Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di andrologia (Sia), in occasione del workshop ‘Dalla compressa… al volatile’, promosso da Sia con il contributo non condizionante di Neopharmed Gentili per parlare di prevenzione e dell’evoluzione sul fronte farmaci: dalle ‘pillole dell’amore’ agli spray.  

    “Per disfunzione erettile – spiega Palmieri – si intende l’incapacità a iniziare e portare a termine un rapporto sessuale che sia soddisfacente per il paziente. Si stima ne soffrano 3 milioni di italiani, ma è possibile ipotizzare che il numero degli uomini interessati dal problema sia più alto, non avendo a disposizione dati aggiornati sula patologia”, precisa lo specialista. “E’ importante non sottovalutare il ruolo della prevenzione dei fattori di rischio – raccomanda – e l’importanza degli stili di vita per contrastare l’insorgenza del problema”. 

    La corretta gestione della disfunzione erettile – sottolineano i promotori dell’incontro – non può prescindere da una conoscenza approfondita delle cause del disturbo, che può rappresentare il sintomo di altre condizioni patologiche sottostanti, anche gravi, come diabete, problematiche neurologiche e cardiovascolari, alterazioni ormonali. In ambito oncologico, particolare attenzione va riservata a chi subisce operazioni per il trattamento di neoplasie della pelvi, che può andare incontro a disfunzione erettile. Tra i principali campanelli d’allarme correlati gli esperti citano l’infarto, ma anche disturbi alla vista come la retinopatia, o mal di testa persistenti che implicano una vasodilatazione: tutti segnali che indicano un’alterazione corporea della funzione erettile e del tessuto endoteliale dell’organismo, sui quali è importante agire tempestivamente, anche per scongiurare altre condizioni patologiche gravi. 

    La disfunzione erettile può quindi nascondere altre malattie. “In presenza di una sintomatologia sospetta – esorta dunque Palmieri – è bene rivolgersi al medico esperto in andrologia per un’analisi approfondita della problematica, al fine di arrivare rapidamente a una diagnosi e iniziare il prima possibile un trattamento che sia efficace e ‘cucito’ sui bisogni e le aspettative del paziente. Dal punto di vista terapeutico – evidenzia il presidente Sia – oltre alle tradizionali terapie per somministrazione orale, oggi abbiamo a disposizione formulazioni in spray molto efficaci, con un meccanismo d’azione rapido e di assoluta validità per il paziente”.  

    Terapie ‘patient friendly’ fra cui sildenafil, il principio attivo del Viagra*, primo inibitore delle fosfodiestarasi a essere stato sviluppato e terapia di prima linea per la disfunzione erettile, “oggi disponibile in una innovativa formulazione spray facile da utilizzare, che garantisce rapidità d’azione ed efficacia del trattamento”, ricorda una nota. “Le terapie farmacologiche, associate a terapie fisiche come le onde d’urto realizzate direttamente sul corpo cavernoso, consentono al paziente di riabilitarsi completamente e di poter via via diminuire il carico terapeutico”, rimarca Palmieri.  

    Gli specialisti evidenziano “il ruolo fondamentale dell’educazione terapeutica per ottenere la massima efficacia dal percorso terapeutico”. Conclude il numero uno della Sia: “Il medico andrologo ha il compito di insegnare al paziente come gestire la terapia, trasferire gli obiettivi terapeutici del trattamento e rassicurare su eventuali effetti collaterali che possono manifestarsi specie nelle fasi iniziali ma che sono del tutto trascurabili”. 

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  • Brandizzo, oggi i funerali di 3 dei 5 operai morti nell’incidente ferroviario

    (Adnkronos) – Giornata di lutto regionale oggi in Piemonte per i funerali di tre delle cinque vittime dell’incidente ferroviario di Brandizzo verificatosi nella notte tra il 30 e il 31 agosto scorso mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari. 

    A Chivasso la salma di Giuseppe Aversa è stata accolta all’ingresso del Duomo da palloncini bianchi e azzurri, a fianco delle corone di Rfi e Gruppo Fs e della Si.gi.Fer. Il feretro è stato accompagnato in corteo dalle camere mortuarie dell’ospedale dalla mamma Lidia, parenti e amici che indossano magliette nere con il logo della Juventus, squadra di cui la vittima era tifoso, con stampata sul davanti la foto del loro caro e dietro la scritta Beppe.  

    In chiesa, a fianco dell’altare, il gonfalone della Regione Piemonte, rappresentata dall’assessore Fabrizio Ricca e dal vice presidente del Consiglio regionale, Gianluca Gavazza, il gonfalone della Città di Chivasso insieme a un cuscino attraversato dal tricolore e un cuscino di fiori bianchi con una rosa rossa accompagnato dalla scritta ‘La tua mamma’. Presenti in chiesa tra le autorità civili e militari anche il sindaco di Chivasso e quello di Borgo d’Ale dove la vittima viveva.  

     

    “No non si può morire cosi nel 2023”, il messaggio scritto in bianco su un foglio nero con le foto dei 5 operai morti appiccicato ai piedi della bara di Giuseppe Aversa e firmato “da un pensionato ex dipendente fiat” “Prego per questi ragazzi che sono morti sul posto di lavoro in un modo atroce, orribile! Sono vicino ai familiari delle vittime chi ha sbagliato deve pagare!!! Il mondo del lavoro oggi è uno schifo totale! Tutto per ridurre i costi e per il dio denaro giocano con la vita delle persone!!! E’ ora di dire Basta! Non deve più succedere!!!”, conclude il messaggio inviando “un forte abbraccio ai parenti dei 5 operai”.  

     

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  • Superluna 28 e 29 settembre, oggi e domani l’ultima dell’anno

    (Adnkronos) – E’ in arrivo un’altra Superluna, l’ultima del 2023. L’appuntamento è tra oggi e domani, 28 e 29 settembre. Con questo termine si indica la fase di Luna piena che avviene quando il nostro satellite è nei pressi del perigeo, ovvero il punto della sua orbita alla minima distanza dalla Terra si legge su edu.inaf.it. In occasioni come queste, il disco lunare effettivamente è leggermente più grande e brillante di quanto non sia solitamente.  

    Luna piena del grano o Harvest moon in lingua inglese, è visibile nei giorni che seguono l’equinozio d’autunno, che quest’anno è avvenuto la mattina del 23 settembre nell’emisfero boreale. 

    Secondo i calcoli dell’astronomo statunitense Fred Espenak, uno dei massimi esperti in materia, la Superluna di venerdì 29 settembre avverrà con il nostro satellite a circa 361.550 km dalla Terra, rispetto alla distanza media di 384.400 km spiegano dall’Istituto nazionale di Astrofisica. L’orario è le 10.57 del mattino (09:57 GMT), quando, però, a causa della luce del sole, la sua bellezza sarà un po’ ‘oscurata’. Tuttavia, anche nelle ore precedenti sarà possibile ammirare lo spettacolo regalato dal nostro satellite.
     

    Concluderà la sequenza di quattro Superlune di seguito che ha caratterizzato questa estate e sarà l’ultima per tutto il 2023.  

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  • Psoriasi per 1,8 mln italiani, Salutequità e Apfiaco: “Entri in Piano cronicità”

    Psoriasi per 1,8 mln italiani, Salutequità e Apfiaco: “Entri in Piano cronicità”

    (Adnkronos) –
    Una persona su 10 con cronicità o multi-cronicità è affetta da psoriasi (si stima 1,8 milioni su 24 milioni) che colpisce circa il 3% della popolazione nel nostro Paese. L’Oms se ne è occupata sottolineando il significativo socioeconomic burden della patologia per l’impatto su vita professionale, costi pubblici e privati per i trattamenti. Tuttavia, secondo Tonino Aceti, presidente Salutequità e Valeria
    Corazza, presidente Apfiaco Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza, ad “oggi in Italia non esiste nessun atto di programmazione nazionale o regionale che definisca priorità, il modo appropriato di affrontarla, e la spesa sanitaria per i soli farmaci aumenta, ma l’aderenza alle terapie è generalmente bassa”. 

    È evidente – si legge in una nota – che le persone affette da psoriasi hanno urgenza di risposte precise nella programmazione nazionale. Non ci sono dubbi che la malattia risponda pienamente a quei criteri dichiarati nel Piano nazionale della cronicità (Pnc) che indica come selezionare le patologie croniche da inserire nella parte seconda del Piano (“…non esistono atti programmatori specifici a livello nazionale, individuati attraverso criteri quali la rilevanza epidemiologica, la gravità, l’invalidità, il peso assistenziale ed economico, la difficoltà di diagnosi e di accesso alle cure”). La richiesta dell’inserimento della psoriasi nel Pnc, per Aceti e Corazza, sarebbe una “svolta importante per dare anche un significato nuovo, rompere la barriera del pregiudizio e guardare in modo lungimirante alla sostenibilità ed appropriatezza del Ssn”.  

    Richiesta condivisa dal consiglio regionale della Liguria che a luglio – prosegue la nota – ha approvato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta a farsi portavoce presso il Governo affinché la malattia sia inserita nel Pnc perché rientra nel novero delle patologie croniche che richiedono un approccio interdisciplinare e una presa in carico totale del paziente. Si tratta infatti di una malattia immuno-mediata ad andamento cronico-recidivante che si sviluppa per una interazione tra fattori genetici e ambientali, oltre ad essere associata ad altre situazioni patologiche. 

    “Oggi il percorso diagnostico è ancora tortuoso e non formalizzato – sottolinea Corazza – L’inserimento della psoriasi nel Piano nazionale cronicità rappresenterebbe una definizione maggiore della portata della patologia, aiuterebbe a stratificare la popolazione che ne è affetta e implicherebbe lo sviluppo sistematico da parte delle diverse regioni di Pdta a livello specialistico per una migliore presa in carico dei pazienti e un più equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. Significherebbe elevare la psoriasi sullo stesso piano di tutte le altre malattie croniche, con pari diritti, perché la psoriasi non è una malattia di sole ‘due macchioline’ sulla pelle”. 

    “L’inserimento della psoriasi nel Pnc – rimarca Aceti – rappresenta una priorità, soprattutto in questo momento, visto che è in discussione per l’aggiornamento. Sarebbe inaccettabile per i pazienti che ne sono affetti dover attendere altri 7 anni per esser considerati nel successivo aggiornamento: conviene a tutti, pazienti, professionisti sanitari e Ssn. Già ci sono regioni che se ne stanno rendendo conto e chiedono un intervento strutturato e uniforme al livello nazionale” 

    Alla psoriasi sono associate altre patologie, quali sindrome metabolica (obesità), ipertensione, diabete, depressione dovuta alla severità della patologia e alla localizzazione (per esempio volto, mani, parti intime, zone sensibili), rischio di malattie cardiovascolari. La buona notizia – riferisce la nota – è che curando la psoriasi diminuisce il rischio di infarto e ictus. Una persona con psoriasi su tre (33%) soffre di una comorbidità, una su cinque (19%) di due, e poco meno di una su dieci (8%) di tre. In quanto infiammatoria, se non controllata, comporta dei danni cumulativi come per esempio l’artrite psoriasica che compare nel 30% dei pazienti che presentano inizialmente psoriasi solo a livello cutaneo.  

    Non è tutto: si stima che siano 150 mila le persone con patologia in forma severa e che circa 50 mila siano in cura con farmaci biologici e altrettanti 50 mila in lista di attesa. Il tasso di aderenza terapeutica però è generalmente basso: dati di una revisione sistematica del 2016 – riferisce la nota – hanno mostrato che solo un paziente su 5 in trattamento con agenti topici mantiene la terapia nel tempo (20%); ma 4 su 5 interrompono i trattamenti (80%). 

    Nelle Regioni – conclude la nota – l’attenzione è prevalentemente rivolta all’uso dei farmaci come nel caso di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia; anche se ci sono iniziative che interessano il livello locale come il finanziamento dell’ambulatorio Cross presso l’Irccs De Bellis deliberato dalla Puglia (Dgr 28 marzo 2022, n. 418). Per il resto restano ancora valide le difficoltà riscontrate dal Censis nel suo rapporto del 2015: in 7 casi su 10 i pazienti sono passati da uno specialista ad un altro per ottenere una diagnosi corretta e in 5 su 10 si sono rivolti in media a 4 diversi specialisti o Centri prima di individuare l’attuale interlocutore a cui affidarsi per le cure. Accesso reso ancora più difficile dalla pandemia. Nel 2021, considerando i soli 3 mesi oggetto di monitoraggio, accedere ad una visita dermatologica è stato più complicato rispetto al 2019 e al 2020: le prestazioni a disposizione per gli assistiti ai fini di una diagnosi o di controlli sono state 10.827, meno rispetto ai 2 anni precedenti (11.333 e 11.994). 

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  • Grande Fratello, oggi 28 settembre nuova diretta: anticipazioni

    (Adnkronos) – Oggi, giovedì 28 settembre 2023, sesto appuntamento con il Grande Fratello 2023. Dalle 21.25 su Canale5 si riaccendono i riflettori sulla Casa più spiata d’Italia. Alfonso Signorini, affiancato in studio dall’opinionista Cesara Buonamici e da Rebecca Staffelli, condurrà una nuova lunga diretta. 

    La puntata di lunedì 25 settembre è terminata con il primo verdetto, con Claudio Roma primo concorrente eliminato. In nomination questa settimana ci sono Grecia Colmenares, Arnold, Giselda e Vittorio e Beatrice Luzzi. Chi sarà eliminato?  

    Angelica Baraldi si è raccontata con i suoi compagni di avventura, raccontando un particolare della vita di sua madre: una canzone scritta da Vasco Rossi per la mamma. La donna era giovane e frequentava il cantante: “Mamma si imbarazzava, quando lui andava fuori la sua scuola” racconta la concorrente. Un giorno, Blasco le fece ascoltare una canzone, Susanna, inserendo una cassetta nel mangianastri dell’auto. La donna, tuttavia, è andata via e il suo amore della vita non è stato il cantante, bensì il migliore amico del cantante. Una storia durata tre anni. 

    A distanza di tempo, ha raccontato Angelica, sua madre pensa ancora con dolcezza a quei giorni e di sentirsi comunque onorata. E ha poi aggiunto di aver anche conosciuto il cantante in un bar della sua città d’origine dove è ancora solito incontrarsi con il suo storico gruppo di amici tra cui quel suo migliore amico. 

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  • A Gaiole in Chianti nasce la ‘Casa Eroica’, e domenica la gara in diretta Rai

    (Adnkronos) – A Gaiole in Chianti il rito ultraventennale dell’Eroica sta per iniziare: sabato e domenica oltre 9.000 di ciclisti in arrivo da tutto il mondo pedaleranno sulle strade bianche della provincia di Siena. Ma domani, venerdì 29 settembre, il programma prevede molti appuntamenti: alle ore 11.00 alle ex cantine Ricasoli nascerà “Casa Eroica”, iniziativa promossa dal Comune di Gaiole in Chianti e realizzata da Opera Laboratori ed Eroica. Lo fa sapere l’organizzazione della corsa su bici vintage, ricordando anche che domenica 1 ottobre la giornata verrà trasmessa dalle ore 9.00 alle ore 9.40 su Rai3 e dalle ore 9.40 alle ore 12.00 su Raisport. 

    “Si tratta di uno spazio espositivo multimediale, aperto tutto l’anno, che renderà il visitatore protagonista di un’avventura davvero speciale. Non mancheranno le biciclette ad iniziare dalla numero uno in assoluto, la bicicletta di Luciano Berruti, icona de L’Eroica in Italia e nel mondo. Nel pomeriggio è in programma la Pedalata del Ciclo Club Eroica hosted by Santini, quindi la mini Eroica – Luciano Berruti, per bambini, il Concorso Barba e Baffi, il Concorso d’Eleganza e due incontri interessantissimi, il primo tra una campionessa di ieri (Maria Cressari) ed una campionessa d’oggi (Anna Trevisi), l’altro con Beppe Saronni, idolo degli appassionato di ciclismo degli anni ‘80. Per trovarli basta individuare lo stand Colnago al villaggio”. 

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