Anno: 2022

  • Ratzinger, Napolitano a Papa Francesco: “Cordoglio e partecipazione a dolore della Chiesa”

    (Adnkronos) – “Santità, appresa la notizia della scomparsa di Sua Santità Benedetto XVI, desidero farLe pervenire le più sentite espressioni del mio profondo cordoglio e della mia partecipazione al dolore Suo e della Chiesa. Memorie e vincoli di stima e di rispettosa amicizia mi legavano a Sua Santità Benedetto XVI, sviluppatisi in particolare negli anni trascorsi come Presidente della Repubblica Italiana”. Lo scrive il Presidente emerito Giorgio Napolitano in una lettera indirizzata a Papa Francesco. 

    “Pur provenendo da esperienze intellettuali e umane lontane e differenti, con il Pontefice allora potei sviluppare una condivisione di ansie e intenti e una consuetudine di riflessione sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Fu per me un’esperienza di rilevante intensità spirituale, culturale e umana, segnata dall’interazione positiva di mondi diversi e aiutata anche dal comune amore per la musica. La prego di accogliere, Santità, le espressioni della mia vicinanza per la dipartita di una grande figura della Chiesa e della cultura contemporanea”, conclude Napolitano. 

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  • Ratzinger, Meloni: “Gigante della fede e della ragione”

    (Adnkronos) – “Benedetto XVI è stato un gigante della fede e della ragione. Un uomo innamorato del Signore che ha messo la sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la profondità spirituale, culturale e intellettuale del suo Magistero. Un cristiano, un pastore, un teologo: un grande della storia che la storia non dimenticherà”. Così la premier Giorgia Meloni. 

    “Ho espresso al Santo Padre Francesco la partecipazione del Governo e mia personale al dolore suo e dell’intera comunità ecclesiale”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. 

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  • Morte Ratzinger, cosa accadrà ora: possibili scenari per le esequie

    (Adnkronos) – In queste ore, dopo la morte del Papa emerito Benedetto XVI, in Vaticano si sta decidendo come si dovranno svolgere i funerali di Ratzinger.  

    Il Papa emerito, tra le sue volontà, ha chiesto che vengano celebrati funerali semplici. Nessuna solennità, ha fatto sapere il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni. “I funerali si svolgeranno nel segno della semplicità assecondando il desiderio del Papa”, ha spiegato Bruni. 

    Tuttavia potrebbe essere lo stesso Bergoglio a presiedere i funerali del suo predecessore. Il liturgista don Claudio Magnoli, consultore della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, interpellato dall’Adnkronos nelle ore in cui la Chiesa era riunita in preghiera per il Papa emerito, ha spiegato: “Dal punto di vista liturgico, credo che quando avverranno le esequie verrà utilizzato sostanzialmente il rituale che si prevede per le esequie dei Papi dal momento che con Ratzinger parliamo di un Pontefice. La differenza sostanziale” rispetto a quando muore un Papa “è che probabilmente potrebbe presiederle il Papa regnante, dunque Bergoglio, mentre invece quando c’è la morte di un Papa è il decano dei cardinali a presiedere”. Il liturgista, tuttavia, non esclude nemmeno che possa rimanere il decano a presiedere le esequie se Papa Francesco non se la sentisse a causa dei noti problemi al ginocchio. 

    Altro aspetto inedito rispetto ai rituali di eventuali esequie è legato alla vestizione del Papa emerito. “Siccome Joseph Ratzinger anche in questi quasi dieci anni da papa emerito non ha rinunciato alla veste bianca – aveva osservato il liturgista – potrebbe decidere di tenere i paramenti pontifici.”. Il Papa emerito ha già indicato nel 2020 il luogo dove vuole essere sepolto. Lui ha scelto la tomba che fu di Giovanni Paolo II, nella cripta di San Pietro. Tomba che è libera perché l’urna e i resti di Wojtyla sono stati trasferiti in una cappella vicino alla Pietà di Michelangelo dopo la sua canonizzazione. 

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  • Morte Ratzinger, Mattarella: “Un lutto per l’Italia”

    (Adnkronos) – “La morte del Papa emerito Benedetto XVI è un lutto per l’Italia. La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità”. È quanto afferma in una dichiarazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

    “La sua figura – sottolinea il capo dello Stato – rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”. 

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  • L’Eroica sbarca al Parlamento Ue: a fine marzo in mostra il ciclismo delle strade bianche

    (Adnkronos) – L’Eroica XXV con i suoi 9000 iscritti, le due novità Nova Eroica Prosecco Hills e Nova Eroica Gran Sasso, quindi l’apertura di Eroica Caffè Milano; sono tanti i traguardi raggiunti da Eroica nel 2022. Ma il 2023 si annuncia ancora più ricco di piccole, grandi imprese a pedali. Ad aprile debutterà la Due Giorni Eroica, inserita quale prova italiana della Class Nation’s Cup per corridori juniores. Ma già a marzo L’Eroica allestirà un’esposizione al Parlamento Europeo, su invito del vicepresidente lettone Roberts Zile, che ha partecipato alla gara vintage sia a Gaiole in Chianti sia a Montalcino.  

    “Dobbiamo onorare un invito di notevole importanza come quello del Parlamento Europeo -dice Giancarlo Brocci, ideatore de L’Eroica-. A fine marzo saremo a Bruxelles a parlare di cosa abbiamo proposto nei nostri 25 anni, della preservazione delle ultime strade bianche, di un mondo di vecchie bici e di tanta storia che sarebbe scomparso. Sarà bello raccontare in quel contesto come una certa idea di sport stia riuscendo a restituire il ciclismo alla passione della gente anche ai massimi livelli, proponendo un modello di sviluppo e di recupero delle più belle periferie d’Europa. 

    L’anno scorso, 25ma edizione della gara per bici vintage tra le colline toscane, “tutto ciò che poteva andar bene è andato benissimo. Forse c’era anche il bisogno di ognuno di uscire dalle tristezze di un periodo gramo ma L’Eroica ha festeggiato il quarto di secolo come meglio non avrebbe potuto, con un’edizione record e la conferma di quanto affetto planetario circonda la nostra creatura. Credo che il successo delle Strade Bianche, nate Eroica Pro nel 2007, dimostri quanto margine resta per proporre novità capaci di guardare al passato ed alla tradizione. L’aver riportato il grande ciclismo fuori dall’asfalto e da certi schemi sta dimostrando come ci fosse un grande bisogno di ricercare le radici autentiche di un grande sport che è, guarda caso, bellezza della fatica e gusto dell’impresa”.  

    Poco prima del venticinquesimo c’è stato un ulteriore per festeggiare un’altra nascita da futuro importante: Nova Eroica Gran Sasso: “Non certo il conforto dei numeri, contenuti in circa 300, ma lo sbarco di Nova Eroica nell’Altipiano del Gran Sasso ha segnato un ulteriore salto di qualità della nostra idea di proporre ciclismo in parti di mondo bellissime e speciali, in un contesto naturale dove sviluppare progetti e recuperare alla pratica della bici strade nuove e senza traffico.” 

    Poi c’è stata anche l’apertura di Eroica Caffè Milano, altro traguardo strategico molto importante per portare i valori di Eroica anche in una grande città: “Aprire un locale di quelle dimensioni e di così tanta bellezza in centro a Milano è un modo per provare a recuperare la grande città italiana, la più europea, all’uso della bicicletta. Il nostro Bike Caffè sta diventando in breve un punto di riferimento, facilmente raggiungibile in ciclabile, sede di ritrovo e di iniziative che renderanno a Milano il suo ruolo di culla del nostro ciclismo.” 

    Il ciclismo eroico, però, ha pianto la scomparsa di alcuni grandi campioni: “E’ un conto che dobbiamo fare con la Storia, con la vita e con l’enorme comunità che abbiamo creato. Gli ultimi addii, a partire dai nostri Campioni del Mondo Vittorio Adorni ed Ercole Baldini, si sono sommati alla perdita di figure come Idrio Bui e Carla Bonacci Rossi, che hanno accompagnato L’Eroica dai suoi inizi. In aggiunta alla legge dell’anagrafe, tragedie della strada come quella di Rebellin a ricordare come lunga e difficile sia la battaglia per rendere strade più sicure alla pratica del ciclismo.” 

    Anche nel 2023 il mondo Eroica celebrerà una new entry: la Class Nation’s Cup – Due Giorni Eroica per corridori juniores: “Mettere in strada questa nuova manifestazione è un modo per rispondere ad una precisa vocazione de L’Eroica, quella di portare le proprie vision e passione al cospetto dei giovani, con una manifestazione in cui l’alto livello è garantito da Eroica Italia e dal grande lavoro in primis del suo presidente Franco Rossi. Riportare in Italia una prestigiosa manifestazione giovanile per Nazionali è motivo di grande orgoglio per tutto il nostro movimento.” 

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  • Benedetto XVI, il fine teologo della storica rinuncia al Pontificato

    (Adnkronos) – “Cooperatores Veritatis”, collaboratore della verità. E’ stato questo il motto ecclesiastico di Joseph Ratzinger, prima scelto da vescovo e poi confermato da Papa, con il nome di Benedetto XVI, settimo pontefice tedesco nella Storia. Il suo ruolo di guida della Chiesa universale, nonché di sovrano dello Stato-Città del Vaticano, durerà 7 anni, 10 mesi e 9 giorni, concludendosi il 28 febbraio del 2013, giorno scelto per le sue storiche dimissioni, o meglio per la sua rinuncia al proseguimento del Pontificato; rinuncia clamorosa, ancorché annunciata canonicamente in latino e per di più al termine di un ‘normale’ Concistoro, l’11 febbraio. 

    “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa – annuncia a sorpresa ai cardinali presenti – Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. 

    Prosegue Ratzinger: “Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo”. Un vigore che, ammette senza problemi Benedetto XVI, “negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma e Successore di San Pietro”. 

    Joseph Ratzinger, nato a Marktl in Baviera il 16 aprile del 1927, viene eletto 265° Papa della Chiesa cattolica, scegliendo il nome di Benedetto XVI, il 19 aprile del 2005 nel Conclave in cui entra come prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, scelto nel 1981 da Giovanni Paolo II, nonché dal 2002 decano del collegio cardinalizio. In precedenza, è stato teologo alle università di Tubinga e poi di Ratisbona, quindi arcivescovo di Monaco di Baviera nel 1977 e subito dopo cardinale, creato da Paolo VI. 

    La fumata bianca per Ratzinger – che, contrariamente al celebre proverbio per il quale ‘chi entra in Conclave papa ne esce cardinale’, conferma i pronostici della vigilia – arriva al quarto scrutinio, nel secondo giorno, con l’Habemus Papam proclamato dal balcone della loggia centrale della basilica di San Pietro in Vaticano, dopo la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina. 

    Queste le sue prime parole da Papa: “Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto – la sua esortazione rivolta ai fedeli raccolti in piazza San Pietro – mi affido alle vostre preghiere”. 

    Nel nome scelto, Benedetto, e soprattutto nella sua giustificazione, potrebbe leggersi il presagio di tempi non facili da affrontare, con il processo di secolarizzazione della società occidentale, le accuse di pedofilia che hanno investito diversi esponenti ecclesiastici, la questione dello Ior con il brusco cambio al vertice e lo scandalo del primo Vatileaks – con la rivelazione di carte segrete vaticane, documenti e lettere private del Papa – che sarebbe scoppiato nell’ultimo periodo del suo pontificato, segnato dalla condanna del suo maggiordomo Paolo Gabriele e dalla successiva concessione della grazia. 

    Infatti, Joseph Ratzinger spiegando la scelta del nome Benedetto come Papa, si rifà e cita direttamente il “periodo travagliato” vissuto da Benedetto XV, il pontefice che guidò i cattolici durante la prima guerra mondiale, descrivendolo come “coraggioso e autentico profeta di pace” e sottolineando il suo “strenuo coraggio”. Ma nomina anche san Benedetto da Norcia, il patrono d’Europa, ricordandone “la straordinaria figura”. 

    Ecco allora che delinea così il suo futuro percorso da Vescovo di Roma: “Desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono – fa osservare – purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno, con l’apporto di tutti”. 

    Se un ‘nemico’ si può rintracciare nel mirino di Benedetto XVI va individuato nella “dittatura del relativismo” che “non riconosce nulla come definitivo” e che “lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”, combattendo quello che descrive come “il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina” e che stigmatizza come “l’unico atteggiamento che pare essere all’altezza dei tempi odierni”. 

    “Un ostacolo particolarmente insidioso all’opera educativa – spiega – è costituito dalla massiccia presenza nella nostra società e cultura di quel relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che sotto l’apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio io”. Per Ratzinger, questo è un tema centrale per la Chiesa cattolica e per ogni cristiano, assieme ai cosiddetti “valori non negoziabili”. 

    Valori, ribadisce, che riguardano anzitutto la difesa della vita, “dall’inizio del suo concepimento alla fine naturale” e quindi il no ribadito all’aborto e all’eutanasia. Cui si accompagna anche la conferma del matrimonio quale unione di un uomo e una donna con il fine della procreazione, mentre “le varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio, come le unioni libere e il ‘matrimonio di prova’ fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso” vengono definite come “espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo, fondata su una banalizzazione del corpo che include inevitabilmente una banalizzazione dell’uomo”. 

    Oltre ai tre volumi su Gesù di Nazareth e ad altri saggi di teologia, la ‘teoria religiosa’ di Benedetto XVI si può rintracciare nelle tre encicliche pubblicate durante il suo pontificato. Nella prima, ‘Deus Caritas Est’ (‘Dio è amore’), firmata nel giorno di Natale del 2005, il pontefice premette che “Dio e il nostro amore sono la condizione dell’unità dei cristiani e la condizione della pace nel mondo”. Amore che si declina nel senso della carità, del sacrificio di sé stessi per gli altri, mentre l’amore come eros raggiunge il suo vertice supremo nell’amore reciproco, nel dono e nella ricerca del bene dell’altro. Ecco quindi che l’eros integra la stessa ‘caritas’. 

    La seconda enciclica ‘Spe Salvi’ (‘Salvati dalla speranza’), indica appunto la speranza come via per la salvezza; una speranza che non va declinata al singolare ma al plurale, per il semplice fatto che la vita cristiana va intesa come comunitaria, discendendo dall’essere in comunione con Gesù e attraverso di Lui con tutti i fratelli. La ragione non può da sola sovrastare la ‘spes’; e l’uomo, al contrario di quanto sostengono filosofi e ideologi, non è in grado di salvarsi da solo senza il ricorso a una ‘spes’ che superi le speranze terrene. 

    L’ultima enciclica richiama nel titolo di ‘Caritas In Veritate’ (‘Carità nella verità’), l’esigenza che “la verità vada cercata, trovata ed espressa nella economia della carità, ma la carità a sua volta vada compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità”. Del resto, lo stesso Cristo viene indicato come “la Via, la Verità, la Vita” ed è stato testimone nella sua vicenda terrena, con la sua morte in croce e nella resurrezione, di amore e dunque di carità nella verità. 

    In diverse occasioni, il pontefice emerito Benedetto XVI si è incontrato con Papa Francesco. Il 23 marzo del 2013, Jorge Mario Bergoglio si è recato a Castel Gandolfo, sede estiva del Papato, per fare visita a Ratzinger nel Palazzo Apostolico, dove si era ritirato prima di andare a vivere dal 2 maggio nel monastero ‘Mater Ecclesiae’ nei pressi dei Giardini Vaticani: e l’immagine dell’abbraccio dei ‘due papi’ ha fatto il giro del mondo. 

    Il 22 febbraio del 2014 , Ratzinger ha partecipato al Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, assistendo al rito seduto tra i cardinali e salutando il Papa al termine della processione d’ingresso: prima volta della compresenza di due papi viventi all’interno della basilica di San Pietro. Il 27 aprile ha concelebrato con Bergoglio la canonizzazione dei suoi predecessori Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e il 19 ottobre ha celebrato nuovamente con Francesco la messa in piazza San Pietro per la beatificazione di Paolo VI.  

    L’ultimo grande evento che ha visto ‘ufficialmente’ insieme Papa Francesco e il pontefice emerito Benedetto XVI è stato, l’8 dicembre del 2015, l’apertura del Giubileo straordinario della misericordia, con Joseph Ratzinger che ha assistito all’apertura della Porta Santa, che ha varcato subito dopo Jorge Mario Bergoglio. Poi, si sono succedute altre visite di Papa Francesco, in forma privata e riservata. 

    Con una lettera, scritta a cinque anni esatti dall’ultimo Conclave, il 12 marzo del 2018, Benedetto XVI rivendica la piena continuità fra il suo pontificato e quello del suo successore Papa Francesco; la missiva è legata a una controversia nata su una collana di libri di teologia, dedicati proprio a Jorge Mario Bergoglio, per la quale Ratzinger afferma di non poter scrivere un commento, non avendo il tempo di leggerli tutti ed esprimendo anche alcune riserve su taluni autori; il che costerà anche l’incarico a monsignor Dario Edoardo Viganò prefetto della Segreteria vaticana per la Comunicazione. 

    Altra ‘querelle’ si apre con la prevista pubblicazione della prefazione a un libro del cardinale Robert Sarah, considerato molto critico rispetto alle posizioni ‘riformiste’ di Jorge Mario Bergoglio, in cui si chiude la porta a ogni apertura sul celibato dei preti che poteva intravvedersi in alcune posizioni emerse al Sinodo, in attesa dell’immediato documento papale. Ma poi, lo stesso Ratzinger ritira la firma e tiene a chiarire che “nella Chiesa, il Papa è uno solo; e il suo nome oggi è Francesco”. 

    L’ultimo viaggio di Benedetto XVI è stato nella sua Baviera, a fine giugno del 2020, per andare a trovare il suo amato fratello, padre Georg Ratzinger, con cui condivideva anche la data dell’ordinazione sacerdotale, il 29 giugno del 1951, per una visita di ‘commiato’ al fratello morente, prima della sua scomparsa il primo luglio. ‘Tu sei colui che mi precede…’, gli diceva sempre Joseph. E questa osservazione fraterna è diventata anche l’ultima profezia. 

    (di Enzo Bonaiuto) 

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  • Ratzinger, le sue prime parole da Papa: “Umile lavoratore nella vigna del Signore”

    (Adnkronos) – “Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II i signori Cardinali hanno eletto me pontefice, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore mi ha chiamato a lavorare ed ad agire anche con strumenti insufficienti. E soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre sta dalla nostra parte”. Con queste parole, affacciandosi al balcone di San Pietro, il cardinale Joseph Ratzinger si presentò al mondo subito dopo la sua elezione al soglio pontificio come Benedetto XVI il 19 aprile 2005.  

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  • Ratzinger, è stato l’ottavo Papa tedesco nella storia della Chiesa

    (Adnkronos) – Joseph Ratzinger è stato l’ottavo papa tedesco nella storia della Chiesa e il secondo non italiano dopo Karol Wojtyla in quasi cinquecento anni.  

    Questi i suoi predecessori tedeschi sul soglio pontificio: 

    – Gregorio V (996-999), precedentemente conosciuto come Brun, figlio del duca Otto di Carinzia ed eletto Papa dall’imperatore Otto III. Fu seppellito nella Basilica romana di San Paolo. 

    – Clemente II (1046-1047) era il nobile sassone Suidger. Il clero e il popolo di Roma lo elessero pontefice con l’approvazione dell’imperatore, ma venne avvelenato e morì il 9 ottobre del 1047. E’ l’unico Papa ad essere stato seppellito non in Italia: le sue spoglie riposano nella cattedrale di Bamberg, in Germania. 

    – Damasus II, il cui pontificato fu tra i più brevi della storia (dal 17 luglio al 9 agosto del 1048): era un nobile tedesco conosciuto con il nome di Poppo, già vescovo di Brixen. Si ritiene sia morto di malaria e tumulato nella chiesa di San Lorenzo fuori le Mura a Roma. 

    – Leone IX (1049-1054): fu celebre per i suoi attacchi alla pratica della simonia, ossia della vendita di cariche ecclesiastiche, e alla corruzione del clero. Alla fine del suo pontificato si verificò lo scisma con la Chiesa d’Oriente. Anni dopo la sua morte venne proclamato beato.  

    – Vittorio II (1055-1057): il vescovo Gebhardt della diocesi di Eichstaett fu l’ultimo Pontefice ad essere eletto dall’imperatore del Sacro Romano impero e viene considerato un riformatore della chiesa. Venne seppellito a Ravenna. Ratzinger è insieme a Vittorio II l’unico Papa ad essere stato prima vescovo in Germania. 

    – Stefano IX (2 agosto 1057-29 marzo 1058): era conosciuto con il nome di Friederich, figlio del Duca della Lorena, oggi parte della Francia. Sostenitore della riforma della Chiesa, morì durante un viaggio a Firenze, dove venne seppellito. 

    – Adriano VI (9 gennaio 1522-14 settembre 1523) proveniva da Utrecht, oggi in Olanda, da una famiglia di umili origini. E’ stato l’ultimo Papa non italiano prima del polacco Karol Wojtyla eletto nel 1978. 

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  • L’Eroica sbarca al Parlamento Ue: a fine marzo in mostra il ciclismo delle strade bianche

    (Adnkronos) – L’Eroica XXV con i suoi 9000 iscritti, le due novità Nova Eroica Prosecco Hills e Nova Eroica Gran Sasso, quindi l’apertura di Eroica Caffè Milano; sono tanti i traguardi raggiunti da Eroica nel 2022. Ma il 2023 si annuncia ancora più ricco di piccole, grandi imprese a pedali. Ad aprile debutterà la Due Giorni Eroica, inserita quale prova italiana della Class Nation’s Cup per corridori juniores. Ma già a marzo L’Eroica allestirà un’esposizione al Parlamento Europeo, su invito del vicepresidente lettone Roberts Zile, che ha partecipato alla gara vintage sia a Gaiole in Chianti sia a Montalcino.  

    “Dobbiamo onorare un invito di notevole importanza come quello del Parlamento Europeo -dice Giancarlo Brocci, ideatore de L’Eroica-. A fine marzo saremo a Bruxelles a parlare di cosa abbiamo proposto nei nostri 25 anni, della preservazione delle ultime strade bianche, di un mondo di vecchie bici e di tanta storia che sarebbe scomparso. Sarà bello raccontare in quel contesto come una certa idea di sport stia riuscendo a restituire il ciclismo alla passione della gente anche ai massimi livelli, proponendo un modello di sviluppo e di recupero delle più belle periferie d’Europa. 

    L’anno scorso, 25ma edizione della gara per bici vintage tra le colline toscane, “tutto ciò che poteva andar bene è andato benissimo. Forse c’era anche il bisogno di ognuno di uscire dalle tristezze di un periodo gramo ma L’Eroica ha festeggiato il quarto di secolo come meglio non avrebbe potuto, con un’edizione record e la conferma di quanto affetto planetario circonda la nostra creatura. Credo che il successo delle Strade Bianche, nate Eroica Pro nel 2007, dimostri quanto margine resta per proporre novità capaci di guardare al passato ed alla tradizione. L’aver riportato il grande ciclismo fuori dall’asfalto e da certi schemi sta dimostrando come ci fosse un grande bisogno di ricercare le radici autentiche di un grande sport che è, guarda caso, bellezza della fatica e gusto dell’impresa”.  

    Poco prima del venticinquesimo c’è stato un ulteriore per festeggiare un’altra nascita da futuro importante: Nova Eroica Gran Sasso: “Non certo il conforto dei numeri, contenuti in circa 300, ma lo sbarco di Nova Eroica nell’Altipiano del Gran Sasso ha segnato un ulteriore salto di qualità della nostra idea di proporre ciclismo in parti di mondo bellissime e speciali, in un contesto naturale dove sviluppare progetti e recuperare alla pratica della bici strade nuove e senza traffico.” 

    Poi c’è stata anche l’apertura di Eroica Caffè Milano, altro traguardo strategico molto importante per portare i valori di Eroica anche in una grande città: “Aprire un locale di quelle dimensioni e di così tanta bellezza in centro a Milano è un modo per provare a recuperare la grande città italiana, la più europea, all’uso della bicicletta. Il nostro Bike Caffè sta diventando in breve un punto di riferimento, facilmente raggiungibile in ciclabile, sede di ritrovo e di iniziative che renderanno a Milano il suo ruolo di culla del nostro ciclismo.” 

    Il ciclismo eroico, però, ha pianto la scomparsa di alcuni grandi campioni: “E’ un conto che dobbiamo fare con la Storia, con la vita e con l’enorme comunità che abbiamo creato. Gli ultimi addii, a partire dai nostri Campioni del Mondo Vittorio Adorni ed Ercole Baldini, si sono sommati alla perdita di figure come Idrio Bui e Carla Bonacci Rossi, che hanno accompagnato L’Eroica dai suoi inizi. In aggiunta alla legge dell’anagrafe, tragedie della strada come quella di Rebellin a ricordare come lunga e difficile sia la battaglia per rendere strade più sicure alla pratica del ciclismo.” 

    Anche nel 2023 il mondo Eroica celebrerà una new entry: la Class Nation’s Cup – Due Giorni Eroica per corridori juniores: “Mettere in strada questa nuova manifestazione è un modo per rispondere ad una precisa vocazione de L’Eroica, quella di portare le proprie vision e passione al cospetto dei giovani, con una manifestazione in cui l’alto livello è garantito da Eroica Italia e dal grande lavoro in primis del suo presidente Franco Rossi. Riportare in Italia una prestigiosa manifestazione giovanile per Nazionali è motivo di grande orgoglio per tutto il nostro movimento.” 

     

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  • Onu chiede a Corte internazionale di valutare “occupazione” Israele

    (Adnkronos) – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di valutare ”l’occupazione” e ”l’annessione” di territori palestinesi da parte di Israele, prendendo in considerazione le conseguenze. La risoluzione è stata votata con 87 voti a favore e 26 contrari, mentre 53 si sono astenuti, mostrando un sostegno unanime da parte delle nazioni islamiche e un Occidente diviso. 

    La risoluzione invita il tribunale Onu dell’Aia a determinare le “conseguenze legali derivanti dalla continua violazione da parte di Israele del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione” nonché delle sue misure “dirette ad alterare la composizione demografica, il carattere e status” della città santa di Gerusalemme. 

    L’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha affermato che il voto ha inviato un segnale al nuovo governo del primo ministro Benjamin Netanyahu sui suoi sforzi per “accelerare le politiche coloniali e razziste”. Parlando prima del voto, l’ambasciatore israeliano, Gilad Erdan, ha definito la risoluzione “una macchia morale per le Nazioni Unite” affermando che “nessun organismo internazionale può decidere che il popolo ebraico sia un occupante nella propria patria”. 

    L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto con favore il voto delle Nazioni Unite. ”Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha ringraziato tutti i Paesi che hanno sostenuto la causa palestinese e tutte le parti che hanno lavorato per il successo di questa risoluzione”, si legge in una nota.  

    Il portavoce di Abbas Abu Rudeineh ha affermato che ”è giunto il momento per Israele di essere uno stato secondo la legge e di essere ritenuto responsabile dei suoi crimini in corso contro il nostro popolo”. Abu Rudeineh ha quindi aggiunto che “ricorrere a istituzioni internazionali è un diritto palestinese e continueremo a unirci a organismi e istituzioni internazionali”. 

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