Anno: 2022

  • Ratzinger, l’amicizia con Cossiga nel segno del cardinale Newman

    (Adnkronos) – E’ stata nel segno della teologia del cardinale inglese John Henry Newman (1801-1890) la frequentazione e l’amicizia tra l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Entrambi erano ammiratori di Newman che nel XIX secolo fu una figura trainante del cosiddetto Movimento di Oxford e autorevolissimo per la dottrina e le mirabili doti di scrittore, che operò per promuovere un autentico rinnovamento nella Chiesa cattolica.  

    Nelle loro conversazioni, sia quando Cossiga era Capo dello Stato che in seguito da senatore a vita, affrontarono spesso anche i temi delle “derive” del post Concilio Vaticano, che il cardinale Ratzinger aveva trattato ampiamente in “Rapporto sulla fede”, il libro-intervista di Vittorio Messori che tanto clamore suscitò nel 1985, lo stesso anno in cui lo statista era stato eletto Capo dello Stato. Cossiga non mancò neppure più volte di parlare con Ratzinger dell’abate Antonio Rosmini, di cui il politico sardo era grande ammiratore.  

    Di questi legami intellettuali l’allora senatore a vita Francesco Cossiga parlò nel 2003 quando fu invitato a parlare al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione del libro di Ratzinger “Fede, verità, tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo”.  

    “È un libro – sostenne Cossiga in quell’occasione – che ci riporta nel clima fervido di studi teologici che ha caratterizzato il Novecento. È l’esempio di una teologia che offre una visione complessiva della realtà. Oggi c’è invero gran bisogno di visioni di questo tipo, che facciano intendere in termini attuali e moderni, ma fedeli alla tradizione e cioè alla verità, il fenomeno dell’esistenza cristiana e, nello stesso tempo, restituiscano a quella esistenza una unità della quale è stata largamente privata dalla cultura cosiddetta moderna”. Cossiga definì il libro “anche di estrema e drammatica attualità e che io reputo, più che necessario, provvidenziale, specie di fronte a certi ‘modernismi postconciliari’ che – per eccesso di semplicismo o forse anche per eccesso di carità non nutrita di sufficiente dottrina o non misurata dalla virtù cardinale della prudenza – hanno dato luogo a percorsi teorici e pratici confusi e che hanno confuso”. 

    Cossiga sottolineò di condividere la riflessione sul rapporto tra filosofia e fede, tra fede e religione, tra religione e conoscenza umana illustrata da Ratzinger, recuperando la Tradizione, l’insegnamento della Chiesa, il pensiero cristiano dei Padri della Chiesa e “gli attualissimi John Henry Newman e Antonio Rosmini”. 

    Cossiga vedeva nel Concilio Vaticano II un momento di svolta nella storia della Chiesa, potenzialmente foriero di sviluppi positivi; tuttavia non poteva non coglierne i “pericolosi fraintendimenti e le avventurose fughe in avanti, generati da un’impreparazione filosofica e teologica nel comprenderne appieno lo spirito”. E in ciò condivideva in pieno la riflessione maturata dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. “Il libro di Joseph Ratzinger – concluse Cossiga – è quasi una summa di sana e moderna dottrina per poter affrontare questi problemi che la Chiesa già oggi, ma ancor più domani, dovrà affrontare: la Chiesa che siamo noi tutti!” 

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  • Meloni e la conferenza senza fine: “E’ Telethon…” – Video

    (Adnkronos) – “E’ Telethon?”. La conferenza di fine anno dura 3 ore e il premier Giorgia Meloni tira il fiato durante la maratona. L’elenco delle domande è lunghissimo. “Quante ne mancano?”. “Siamo a 37, dobbiamo arrivare a 45…”.  

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  • Meloni e la conferenza senza fine: “E’ Telethon…” – Video

    (Adnkronos) – “E’ Telethon?”. La conferenza di fine anno dura 3 ore e il premier Giorgia Meloni tira il fiato durante la maratona. L’elenco delle domande è lunghissimo. “Quante ne mancano?”. “Siamo a 37, dobbiamo arrivare a 45…”.  

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  • Covid, nuovo test misura difese organismo contro virus

    Covid, nuovo test misura difese organismo contro virus

    (Adnkronos) – Il Cdi, Centro diagnostico italiano, attiva un nuovo test (Interferon-Gamma Releasing Assay, Igra) che permette di stimare la capacità dell’organismo di difendersi dall’aggressione del virus Sars-CoV-2 e quindi la predisposizione ad ammalarsi di Covid e il rischio di farlo in modo più o meno grave. Un esame per sentirsi più sicuri in vista dei festeggiamenti e dei viaggi di Capodanno, spiegano dal Cdi. 

    Secondo i dati di Federalberghi – riporta una nota della struttura – saranno 5,4 milioni gli italiani che sceglieranno di festeggiare il Capodanno 2023 in vacanza, con un incremento del 23% rispetto allo scorso anno, segno del desiderio di tornare a una vita ‘normale’ nonostante Covid. La diffusione e l’aggressività del virus però non vanno sottovalutate proprio ora – avvertono gli esperti Cdi – e i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno porteranno tante persone in contesti molto affollati, dunque in situazioni ad alto rischio. Proprio “per dare uno strumento di sicurezza in più a chi voglia attendere l’arrivo del nuovo anno in piazza, in una discoteca o in un ristorante affollato”, il centro introduce il test Igra. 

    “Rappresenta uno strumento molto utile, da associare a un test anticorpale sierologico tradizionale per valutare in modo più efficace l’immunità acquisita verso Sars-CoV-2 – afferma Fulvio Ferrara, direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio del Cdi – Fornisce infatti un’informazione in più rispetto a quanto indica il convenzionale test sierologico che ormai conosciamo tutti e che rileva la presenza di anticorpi. Il test Igra misura la risposta cellulo mediata, un’altra linea di difesa dell’organismo all’aggressione di agenti patogeni. Si tratta di un’informazione molto importante, perché anche una persona con bassi livelli anticorpali contro il virus può avere una buona risposta cellulo mediata e quindi contrastare efficacemente la malattia Covid-19”.  

    “Il nostro organismo – ricorda Ferrara – reagisce verso il virus Sars-CoV2, attraverso due vie: una prima, definita di tipo umorale (o anticorpale), e una seconda di tipo cellulare; le due vie sono fondamentali per lo sviluppo di un’adeguata immunità contro il virus”.  

    “L’immunità – precisa l’esperto – si basa infatti su due linee cellulari, linfociti B e linfociti T: i primi sono coinvolti nella produzione di anticorpi, i secondi nella risposta cellulare al virus, che prevede l’intervento di specifici eventi mediati da altre linee cellulari che riconoscono e uccidono le cellule infettate dal virus. Dunque gli anticorpi prodotti dai linfociti B neutralizzano il virus impedendone la penetrazione nella cellula, mentre i linfociti T provvedono a riconoscere e ad attivare una serie di meccanismi indispensabili per sopprimere le cellule infettate. Tutto ciò ci fa comprendere il ruolo centrale di entrambi i processi nel ridurre la severità della malattia”.  

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  • Covid, nuovo test misura difese organismo contro virus

    (Adnkronos) – Il Cdi, Centro diagnostico italiano, attiva un nuovo test (Interferon-Gamma Releasing Assay, Igra) che permette di stimare la capacità dell’organismo di difendersi dall’aggressione del virus Sars-CoV-2 e quindi la predisposizione ad ammalarsi di Covid e il rischio di farlo in modo più o meno grave. Un esame per sentirsi più sicuri in vista dei festeggiamenti e dei viaggi di Capodanno, spiegano dal Cdi. 

    Secondo i dati di Federalberghi – riporta una nota della struttura – saranno 5,4 milioni gli italiani che sceglieranno di festeggiare il Capodanno 2023 in vacanza, con un incremento del 23% rispetto allo scorso anno, segno del desiderio di tornare a una vita ‘normale’ nonostante Covid. La diffusione e l’aggressività del virus però non vanno sottovalutate proprio ora – avvertono gli esperti Cdi – e i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno porteranno tante persone in contesti molto affollati, dunque in situazioni ad alto rischio. Proprio “per dare uno strumento di sicurezza in più a chi voglia attendere l’arrivo del nuovo anno in piazza, in una discoteca o in un ristorante affollato”, il centro introduce il test Igra. 

    “Rappresenta uno strumento molto utile, da associare a un test anticorpale sierologico tradizionale per valutare in modo più efficace l’immunità acquisita verso Sars-CoV-2 – afferma Fulvio Ferrara, direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio del Cdi – Fornisce infatti un’informazione in più rispetto a quanto indica il convenzionale test sierologico che ormai conosciamo tutti e che rileva la presenza di anticorpi. Il test Igra misura la risposta cellulo mediata, un’altra linea di difesa dell’organismo all’aggressione di agenti patogeni. Si tratta di un’informazione molto importante, perché anche una persona con bassi livelli anticorpali contro il virus può avere una buona risposta cellulo mediata e quindi contrastare efficacemente la malattia Covid-19”.  

    “Il nostro organismo – ricorda Ferrara – reagisce verso il virus Sars-CoV2, attraverso due vie: una prima, definita di tipo umorale (o anticorpale), e una seconda di tipo cellulare; le due vie sono fondamentali per lo sviluppo di un’adeguata immunità contro il virus”.  

    “L’immunità – precisa l’esperto – si basa infatti su due linee cellulari, linfociti B e linfociti T: i primi sono coinvolti nella produzione di anticorpi, i secondi nella risposta cellulare al virus, che prevede l’intervento di specifici eventi mediati da altre linee cellulari che riconoscono e uccidono le cellule infettate dal virus. Dunque gli anticorpi prodotti dai linfociti B neutralizzano il virus impedendone la penetrazione nella cellula, mentre i linfociti T provvedono a riconoscere e ad attivare una serie di meccanismi indispensabili per sopprimere le cellule infettate. Tutto ciò ci fa comprendere il ruolo centrale di entrambi i processi nel ridurre la severità della malattia”.  

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  • Bossi incontra Fontana: “Da governatore interesse per Comitato Nord”

    (Adnkronos) – Incontro questa mattina a Gemonio a con Umberto Bossi il presidente Attilio Fontana, Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi. Fontana – a quanto si apprende – ha dimostrato grande interesse e rispetto nei confronti del Comitato Nord e di Umberto Bossi, ed ha chiesto di lavorare uniti con il coinvolgimento anche di Giancarlo Giorgetti che con oggi si libererà dal grande impegno della manovra. Oggi non è stato definito nulla ma ci sarà un ulteriore incontro dopo il 31 con la presenza di Giancarlo Giorgetti, fanno sapere dal Comitato Nord. 

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  • Serbia-Kosovo, Belgrado: stop a barricate

    (Adnkronos) – Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha annunciato nella tarda serata di ieri la rimozione delle barricate al confine serbo-kosovaro a partire da oggi, dopo aver tenuto un incontro con la minoranza serba in Kosovo. Secondo il presidente serbo, i cittadini serbi a Kosovo gli hanno detto che “non vogliono nuocere al loro Paese” e hanno spiegato che rimuoveranno le barricate erette dopo l’aumento delle tensioni, anche se la sfiducia nei confronti delle autorità kosovare “non è scomparsa”, ha riferito il quotidiano Politika. 

    Vucic ha precisato che le barricate non possono essere rimosse in due ore e che il processo durerà tra le 24 e le 48 ore, avvertendo che potrebbero essere installate “per sempre” dalla minoranza serba in Kosovo se Pristina dovesse continuasse la politica di “terrore contro i serbi”. 

    Allo stesso modo, i serbi kosovari hanno chiesto al governo serbo garanzie sul fatto che Belgrado non riconoscerà mai “l’indipendenza” del Kosovo “in nessuna delle sue forme”, secondo Politika. 

    La Serbia ha chiesto alla Nato a metà dicembre di schierare 1.000 forze di sicurezza serbe in Kosovo, una richiesta senza precedenti, basata su una risoluzione delle Nazioni Unite; tuttavia, Vucic ha dichiarato di aspettarsi una risposta negativa dall’Alleanza del Nord Atlantico. 

    La missione Nato in Kosovo, Kfor, che ha la competenza su queste misure di sicurezza, ha già incrementato la sua presenza nell’area, soprattutto nel passo di Jarinje. Ad oggi, cinque Stati membri dell’Ue, tra cui la Spagna, non riconoscono l’indipendenza dell’ex provincia serba. 

    ONU – L’Onu ha salutato oggi le misure adottate nelle ultime ore per “ridurre le tensioni” nella parte settentrionale del Kosovo e ha lanciato un appello a tutte le parti affinché tornino al tavolo del dialogo. La rappresentante delle Nazioni Unite in Kosovo, Caroline Ziadeh, ha detto di confidare nel fatto che le relazioni possano essere “normalizzate al più presto”, ed ha evidenziato il lavoro “coscienzioso” intrapreso nelle ultime settimane dalla comunità internazionale, al fine di garantire “la sicurezza e la stabilità” dell’area. 

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  • Il tempo è circolare o lineare? La risposta di Meloni in conferenza – Video

    (Adnkronos) – Il suo tempo è lineare o circolare? La domanda in conferenza stampa spiazza il premier Giorgia Meloni, che prova a rispondere. “Per non dire di non aver compreso la domanda, le dirò che il mio tempo è cadenzato”, dice sorridendo. 

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  • Ucraina, Meloni: “A Kiev prima della fine di febbraio”

    (Adnkronos) – ”Penso di recarmi a Kiev prima della fine di febbraio”. Lo ha annunciato la premier Giorgia Meloni alla conferenza stampa di fine anno, parlando del conflitto in Ucraina. ”Sono favorevole a tutto quello che si può fare per favorire la pace. Bisogna sapere che il tema della pace non si ottiene solo rivendicandolo. Bisogna lavorarci concretamente, avendo segnali dalle parti, in campo, che oggi non ci sono, soprattutto dalla parte della Russia. Se si vuole costringere due parti in campo a mettersi a discutere, la condizione di base è che ci sia equilibrio tra le forze in campo”, ha detto ancora la premier, aggiungendo: “Sono contenta di aver sentito da parte di Zelensky la volontà di avviare un dialogo. Io ho detto che l’Italia è pronta a farsi garante di questo processo” per arrivare alla pace. 

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  • Evasione Beccaria, rintracciati ultimi due detenuti

    (Adnkronos) – Sono stati rintracciati gli ultimi due dei sette ragazzi evasi dal carcere minorile Beccaria di Milano il giorno di Natale. Ad annunciarlo è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. “Come al solito, anche questa volta, il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria, localizzando e mettendo fine alle ‘vacanze di Natale’ anche degli ultimi due evasi dal Beccaria che mancavano all’appello, ci ha messo una pezza – afferma -. Ma non è tutto bene quel che finisce bene. Ora che tutte e sette i fuggiaschi sono rientrati in carcere, auspichiamo che non cali il sipario sull’attenzione della politica rispetto ai problemi dei penitenziari, che restano intatti”. 

    “Al ministro della Giustizia, Carlo Nordio – sottolinea De Fazio – diciamo che non servono tavoli, ma che necessitano soluzioni concrete. Riforme, organizzazione, organici, equipaggiamenti, strutture e infrastrutture. Il Guardasigilli ci convochi, noi siamo pronti a fare la nostra parte con idee e proposte concrete fondate sulla conoscenza di chi opera da sempre nella prima linea delle trincee penitenziarie”. 

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