Anno: 2022

  • Calciomercato Juve, Allegri: “Morata non parte, Ramsey in uscita”

    Calciomercato Juve, Allegri: “Morata non parte, Ramsey in uscita”

    “Morata non parte. Ramsey è in uscita. Al 99% la rosa rimane questa”. Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, fa il punto sul calciomercato bianconero alla vigilia del match con il Napoli. 

    “Morata è un giocatore che l’anno scorso ha fatto 21 gol, quest’anno già 7 senza tirare rigori e punizioni. È un giocatore importante, di rendimento. Il problema di Alvaro è che viene visto come quello che gli manca sempre qualcosa. Io ci ho parlato e gli ho detto che da qua non si muove”, dice il tecnoco. “Aaron Ramsey è tornato oggi dopo il permesso per lavorare in Inghilterra, comunque è un giocatore in uscita”, aggiunge.  

    Juve e Napoli, come tutta la Serie A, sono alle prese con casi covid. “Ci sono gli organi di competenza che devono decidere. Noi possiamo solo allenarci e giocare con quelli che abbiamo. Questo è uno stato di emergenza e bisogna trovare le soluzioni, nel bene o nel male”, dice Allegri. “La mia opinione non conta niente -aggiunge Allegri-. Chi decide deve prendersi le responsabilità, c’è una regola e si segue quella. Noi dobbiamo prepararci molto bene per giocare e seguire quello che di dicono di fare”. 

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  • Pillola anti covid Merck, Bassetti: “Svolta, ma non per tutti”

    Pillola anti covid Merck, Bassetti: “Svolta, ma non per tutti”

    “La pillola anti Covid della Merck sarà molto utile, secondo me è una svolta”. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, esprime all’Adnkronos Salute il suo entusiasmo sul molnupiravir, il farmaco anti-Covid che blocca il virus ai primi stadi di malattia creando “un virus ‘difettoso’, facendolo mutare in maniera anomala”. 

    La prima terapia domiciliare contro Covid, prevede la somministrazione della pillola per 5 giorni, nei primi giorni dal contagio. “Ci sono criteri molto precisi che ha definito Aifa per utilizzare l’antivirale – spiega l’infettivologo – fondamentalmente molto simili a quelli che usiamo per i monoclonali. Ovviamente – chiarisce – non è che puoi dare la pillola al primo che a 30 anni triplo-vaccinato ha i sintomi, non possiamo pensare che queste pillole da 700-800 euro al giorno vadano nei banchi della farmacia. Devono essere prescritte dallo specialista. Per questo, come i monoclonali, sono gestite dagli ospedali in collaborazione con i medici di base”.  

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  • Covid oggi Italia, “in una settimana +25,8% ricoveri”

    Covid oggi Italia, “in una settimana +25,8% ricoveri”

    Balzo in avanti dei ricoveri Covid negli ospedali, con una brusca accelerazione del 25,8%. L’incremento più significativo riguarda i pazienti under 18 che, in una settimana raddoppiano, facendo registrare un’impennata dell’86%. Crescono del 13% i ricoveri nelle terapie intensive: la proporzione tra pazienti vax e no vax rimane stabile con i non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 72% del totale. È quanto emerge dall’ultimo report degli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso): in tutto 21 strutture sanitarie e ospedaliere e 4 ospedali pediatrici distribuiti su tutto il territorio italiano. 

    La metà di no vax, prima di finire in ospedale, godeva di buona salute e non aveva comorbidità. Il range di età dei non vaccinati in terapia intensiva è molto ampio: il più giovane ha 18 anni, il più anziano 83 anni. In una settimana la crescita nei reparti intensivi negli ospedali sentinella Fiaso è più bassa rispetto a quella registrata nei ricoveri ordinari. Di contro i vaccinati in terapia intensiva sono il 28%: oltre due terzi sono affetti da altre gravi patologie che potrebbero aver determinato una ridotta efficacia del vaccino e per l’85% dei casi sono persone a cui sono state somministrate due dosi di vaccino da oltre 4 mesi e non hanno ancora ricevuto la terza dose. 

    Il report evidenza un aumento dei ricoveri a doppia cifra, pari al 25,8%, con una accelerazione rispetto alla scorsa settimana quando l’incremento era stato del 13,6%. Nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 52%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 71 anni, i secondi 63 anni. Diverso anche lo stato di salute tra le due categorie: il 70% dei vaccinati ricoverati soffre di gravi patologie, mentre circa la metà dei pazienti non vaccinati (49%) era in completa buona salute prima del Covid. Nel dettaglio, nella settimana 28 dicembre-3 gennaio, nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il numero dei bambini ricoverati è passato da 66 a 123 ed è triplicato il numero di piccoli in terapia intensiva da 2 a 6 in una settimana. 

    Tra i piccoli degenti il 62% ha tra 0 e 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile.  

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  • Iswec, il sistema che trasforma le onde in energia elettrica

    Sviluppato da Eni con Wave for Energy e dedicato al mare, la più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo 

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  • Cade la barriera tra on line e off line, gli acquisti diventano ‘phygital’

    La pandemia ha accelerato il superamento dei limiti fra esperienze di acquisto in Rete e nel negozio fisico e, per aziende e consumatori, la parola d’ordine è ‘omnicanalità’ 

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  • Australian Open, Panatta: “Djokovic mi ricorda il Marchese del Grillo”

    Australian Open, Panatta: “Djokovic mi ricorda il Marchese del Grillo”

    “Djokovic deve dire perché non si può vaccinare. Se gli organizzatori non chiariscono bene i motivi dell’esenzione allora mi ricorda il Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete un c…”. Così Adriano Panatta a Radio Capital parla dell’esenzione concessa a Novak Djokovic per partecipare agli Australian Open. “Se è allergico al vaccino non c’è niente di male, lo dica e venga spiegato”, ha aggiunto Panatta. “Credo che se si partecipa ad un torneo si accettano le regole oppure ci si rifiuta dicendo ‘io non vado perché non sono d’accordo’. Io feci il boicottaggio a Wimbledon… ma erano altre motivazioni. Questo è un caso diverso, c’è un problema sanitario, la vita negli spogliatoi diventa un po’ promiscua, ma non si può scegliere contro chi giocare”. 

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  • Calcio e Covid, 60 contagi in pochi giorni

    Calcio e Covid, 60 contagi in pochi giorni

    Calcio e covid, 60 contagi in pochi giorni nel campionato di Serie A sempre più a rischio stop per la pandemia. Il club più colpito resta la Salernitana con 11 positivi nel gruppo squadra. 

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  • Djokovic ‘no vax’, Australian Open: “Nessun favore”

    Djokovic ‘no vax’, Australian Open: “Nessun favore”

    Via libera a Novak Djokovic, che a quanto pare non ha ricevuto il vaccino contro il covid, e gli Australian Open devono difendersi. “Djokovic non ha avuto nessun trattamento di favore. Se ha ottenuto l’esenzione medica per partecipare è perché ne ha diritto”, dice ul direttore dell’Australian Open, Craig Tiley, negando di aver aperto una corsia preferenziale per il numero 1 del mondo. Djokovic potrà partecipare al primo Grande Slam dell’anno, dove ha vinto 9 volte e dove è campione in carica, grazie ad un’esenzione che annulla lo stop destinato ai non vaccinati. 

    “Lo so che molte persone sono spiazzate dal vedere Novak in Australia viste le sue dichiarazioni sul tema delle vaccinazioni negli ultimi due anni -aggiunge Tiley-. Tuttavia, sta a lui decidere se spiegare o no pubblicamente la sua condizione e la ragione per cui ha ottenuto l’esenzione”. 

    Il tema fa discutere. “Sarebbe cosa buona se Djokovic desse qualche spiegazione” sull’esenzione medica, dice Toni Nadal. Lo zio di Rafael e a lungo suo coach, che ora cura l’accademia di famiglia e segue il canadese Felix Auger-Aliassime, ha pubblicato un articolo sul Pais, il principale quotidiano generalista spagnolo, in cui si è detto sorpreso dall’esito della vicenda. “Pensavo che avrebbe rinunciato o si sarebbe vaccinato” ha scritto. 

    Toni Nadal esclude la possibilità di irregolarità o trattamenti di favore per Djokovic. Il serbo, spiega, “non è obbligato a dare alcuna spiegazione, ma deve essere consapevole del suo ruolo di punto di riferimento mondiale in un periodo di grave crisi sanitaria che sta causando così tanto dolore”. Di fronte a uno scenario in cui “parenti non si sono potuti vedere per due anni”, conclude, “mi piace pensare che Djokovic darà un segnale di sensibilità e comprensione”. 

     

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  • Covid non ferma Serie A, nessun rinvio per gare 6 gennaio

    Covid non ferma Serie A, nessun rinvio per gare 6 gennaio

    Nessun rinvio di gare è previsto per la giornata della Serie A del 6 gennaio nonostante l’aumento dei contagi covid in numerose squadre. E’ quanto filtra dalla Lega calcio di Serie A, come anticipato dopo la richiesta della Salernitana di rinviare la gara con il Venezia dopo la positività al covid di 11 componenti del gruppo squadra. Tante le squadre della Serie A colpite dai contagi, con solo la Lazio, attualmente esente. Il Venezia ad ogni modo si recherà a Salerno come spiegato dal vice presidente Andrea Cardinaletti. “Il Venezia si presenterà regolarmente a Salerno. Al momento non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte degli organi competenti di variazione di data della partita in programma per il 6 gennaio contro la Salernitana”. 

    Come già accaduto però in occasione di Udinese-Salernitana, è possibile che le Asl locali tornino a incidere sulla reale disputa delle partite di Serie A. Da seguire con attenzione anche la situazione relativa a Juventus-Napoli. 

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  • Variante Omicron, Silvestri: “Ecco cosa sappiamo e cosa può succedere”

    Variante Omicron, Silvestri: “Ecco cosa sappiamo e cosa può succedere”

    E’ diversa da Delta, più trasmissibile ma meno capace di infettare il polmone, con sintomi più lievi e potrebbe causare malattia meno grave. Sono alcune delle caratteristiche della variante Omicron di Sars-CoV-2 emerse finora. A elencarle è il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta in un lungo post su Facebook in cui spiega di aver provato a “mettere un po’ di ordine sulle tumultuose scoperte di questi ultimi giorni su Omicron”, “mentre i ‘virologi’ zero-tituli su Twitter fanno a gara a chi la spara più grossa”. L’esperto fa il punto su cosa sappiamo finora, su quali potrebbero essere gli scenari futuri, ma anche su quello che possiamo fare.  

    Una ricetta quest’ultima in 5 punti. Prima di tutto per Silvestri, va evitata la “tentazione di pensare di controllare questo virus con metodi basati sull’imporre la separazione forzata ad oltranza tra le persone. Metodi dimostratisi già scarsamente inutili e certamente insostenibili contro le precedenti varianti ma anche contro Omicron stessa (vedi Australia e Olanda per due esempi recenti)”. Secondo: “Spingere al massimo per la vaccinazione universale, comprese terze dosi (che danno protezione neutralizzante contro Omicron molto superiore alle due dosi), e compresa soprattutto la vaccinazione dei bambini, inclusi quelli sotto i 5 anni non appena possibile”.  

    La lista prosegue con le terapie: “Cercare di implementare al più presto gli antivirali, in particolare paxlovid”, la pillola anti-Covid di Pfizer “e l’anticorpo monoclonale Sotrovimab, che sono efficaci contro Omicron, usandoli in modo diffuso in tutti i soggetti infettati ‘a rischio’”. E ancora: potenziare il servizio sanitario, e promuovere una comunicazione “fattuale, science-based, né catastrofista né minimizzatrice”. 

    Omicron è diversa da Delta e dalle altre varianti di Sars-CoV-2, con 45 mutazioni amino-acidiche rispetto allo strain Wuhan, di cui 30 nella proteina Spike e ben 15 nel Receptor Binding Domain (Rbd), la parte di Spike che si lega al recettore ACE2. Sta “rimpiazzando un po’ ovunque nel mondo” la Delta. “Questa aumentata trasmissione sembra legata ad un’alta affinità per il recettore Ace2 ed alla capacità di aggirare le risposte immunitarie anticorpali (e forse una migliore abilità di sopravvivere in aerosol)”, spiega Silvestri. 

    Il nuovo mutante è “chiaramente meno patogenico di Delta nell’animale da esperimento e sembra causare una malattia meno grave nell’uomo, con riduzione del rischio di ricovero ospedaliero per ora stimata tra 67-80%”. Omicron contiene poi “una interessante e poco caratterizzata mutazione in una proteina che potrebbe influenzare la capacità mutagenetica del virus”, fa notare ancora l’esperto che suggerisce 3 scenari possibili.  

    Quello “migliore è che Omicron si diffonda rimanendo come tale o magari affinando ulteriormente la sua capacità di dare una un’infezione delle vie aeree superiori (la cosiddetta “raffreddorizzazione”, che alcuni hanno già ipotizzato). In questo caso l’ondata potrebbe essere molto alta come numeri di contagi, ma anche piuttosto rapida nel tempo (vedi Gauteng), e con letalità più bassa delle precedenti ondate”. 

    Lo scenario intermedio “è che Omicron, nonostante la ridotta letalità, alla fine causi comunque una mortalità assoluta importante nei soggetti non vaccinati o non altrimenti immuni, soprattutto se anziani o affetti da comorbidità, semplicemente come conseguenza del gran numero di infezioni”.  

    Lo scenario peggiore, conclude, “è che Omicron faccia ‘marcia indietro’ sulle tre mutazioni” a noi favorevoli “e quindi torni ad essere efficace ad infettare il polmone senza perdere la sua aumentata trasmissibilità. La probabilità di questo scenario è piuttosto bassa, anche perché non riesco ad immaginare un motivo per cui tale variante dovrebbe acquisire un chiaro vantaggio evolutivo sulla precedente. Tuttavia questa eventualità non è affatto impossibile, e merita una preparazione adeguata a livello di vaccini”. 

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