Lo studio, da conta immunoglobuline naso faringèe momento giusto per richiamo vaccino. Aids 40 anni dopo, il Piano nazionale applicato con ritardo nelle Regioni. Tumore del seno, con la biopsia liquida si può combattere la resistenza ai farmaci. Variante omicron buca due dosi Pfizer, fondamentale booster, lo studio. La psichiatra, il 2022 un anno carico di desideri e di voglia di tornare a vivere
Anno: 2022
Cassano positivo al Covid, la moglie: “E’ in ospedale ma è vaccinato e sta bene”
Antonio Cassano positivo al Covid-19. L’ex calciatore ha passato gli ultimi giorni del 2021 e questo inizio 2022 in isolamento dopo aver contratto il virus. Nelle ultime ore le sue condizioni di salute sarebbero peggiorate rendendo necessario il ricovero presso il reparto malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. La conferma è arrivata dalla moglie Carolina Marcialis che su Instagram ha spiegato: “Antonio è in ospedale e sta bene! E’ vaccinato con due dosi e mi fa piacere che uno si sveglia la mattina e scrive quello che vuole”, le parole di Marcialis contro le false notizie che parlavano del talento barese come non vaccinato. L’ex giocatore in ospedale verrà seguito dall’equipe del professor Bassetti. Al momento le sue condizioni di salute sono buone e non desterebbero preoccupazione.
Juve-Napoli si gioca, Asl non ferma trasferta per covid
Juventus-Napoli si gioca. Nessuno stop dell’Asl alla trasferta del Napoli a Torino, dove domani sera scenderà in campo contro i bianconeri per la prima giornata del girone di ritorno di Serie A. I casi covid individuati nel club partenopeo -compreso quello del tecnico Luciano Spalletti- non condizionano il calendario, al contrario di quanto accaduto la scorsa stagione.
L’Asl Napoli 1 Centro ha concluso l’indagine epidemiologica “sull’accertato focolaio di positività al Covid-19 relativo alla Ssc Napoli” che ha confermato “la presenza di diverse positività, anche nell’ambito del gruppo squadra”.
L’Asl rende noto che “per tutti i soggetti risultati positivi è stato disposto l’isolamento” mentre “per i contatti stretti individuati è invece stato disposto il rispetto di quanto previsto al punto 1 della Circolare del Ministero della Salute n° 60136 del 30 dicembre 2021”.
L’Azienda sanitaria fa inoltre sapere che “è stato ribadito alla Società Calcio Napoli che il gruppo squadra, alla luce dell’acclarato focolaio di positività che tra l’altro presenta un continuo trend di casi positivi, dovrà attenersi scrupolosamente al massimo rispetto delle norme di contenimento e riduzione del rischio. La Società Calcio Napoli, alla luce del sopracitato focolaio e nel principio della massima cautela, provvederà a valutare ogni altra misura preventiva-restrittiva utile ad impedire la diffusione del contagio”, conclude l’Asl Napoli 1 Centro.
Variante Omicron, “funziona un solo monoclonale, pillola anti Covid arma in più”
“Contro la variante Omicron abbiamo perso molta dell’efficacia dell’arma rappresentata dagli anticorpi monoclonali: ne funziona solo uno da quello che emerge dagli studi. Se questa variante si diffonde come sta facendo, quell’arma lì la perdiamo. Ed è ancora più importante avere a disposizione le pillole antivirali. Questo tipo di terapia è quella che ci ha permesso di trasformare l’Aids da malattia mortale a malattia cronica con sopravvivenza simile a quella dei non infetti con Hiv. Tutto ciò è stato possibile grazie agli antivirali. Sappiamo che funzionano e che sono la terapia che nel lungo termine fa la differenza”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Mario Clerici, docente di immunologia dell’Università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
Negli ospedali italiani è stata avviata la distribuzione del primo di questi antivirali orali, la pillola di Merck (Msd fuori da Usa e Canada), molnupiravir. Quattro compresse al giorno per un ciclo della durata di 5 giorni, questa la modalità di assunzione. Potrà cambiare il quadro negli ospedali, dove si avverte in misura crescente la pressione di Covid, sull’onda del boom di contagi? “Rispetto a sei mesi fa quando non c’era niente, solo cortisone e ossigeno, per trattare questi pazienti, avere la disponibilità di farmaci antivirali che, anche se al 50-60%, sembrano essere in grado di impedire la progressione di malattia ci dà uno spazio immenso per muoverci”, ragiona l’immunologo.
“Il limite è il solito – avverte – sono farmaci che devi prendere subito, appena hai sintomi, per evitare il peggioramento della malattia. Il rapporto costo-beneficio è fantastico, ma questi farmaci non sono privi di effetti collaterali e sicuramente li hanno più dei vaccini. Sono farmaci potenti, perché il nemico da combattere è potente. Senz’altro ci hanno aperto una finestra immensa che fino a pochi mesi fa non c’era. Va ribadito in ogni caso che i farmaci non rimpiazzano i vaccini”.
Le persone, osserva Clerici, “devono vaccinarsi perché col vaccino hanno la protezione. I farmaci sono un supplemento, qualcosa in più”. I vaccini sono la via maestra, “sia se vediamo la cosa dal punto di vista dei costi per la sanità pubblica, che sono più alti per i farmaci, sia per gli effetti collaterali”.
Adesso il modo migliore di usare le pillole antivirali “è sui pazienti non vaccinati o con singola dose che arrivano in Pronto soccorso con i primi sintomi e hanno fattori di rischio. Quello è il profilo perfetto – indica l’esperto -. Ancora i medici sul territorio non sono pronti a usarli essendo farmaci approvati da poco, qualcosa di nuovo, ma senz’altro presto si farà ed è importante che i medici del territorio sensibilizzino i pazienti che potrebbero beneficiare di questi trattamenti. Il vantaggio grosso è che sono pillole e sono più facili da usare rispetto ai monoclonali. Anche se a breve dovrebbero essere approvati anche monoclonali per via sottocutanea e diventerà molto più semplice gestirli”.
Covid oggi Italia, “in una settimana +86% ricoveri under 18”
Balzo in avanti dei ricoveri Covid negli ospedali, con una brusca accelerazione del 25,8%. E un incremento ancora più significativo dei pazienti pediatrici che in una settimana raddoppiano: i ricoveri di under 18, nel monitoraggio del periodo 28 dicembre – 4 gennaio, fanno registrare un’impennata dell’86%. È quanto emerge dall’ultimo report degli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso): in tutto 21 strutture sanitarie e ospedaliere e 4 ospedali pediatrici distribuiti su tutto il territorio italiano.
Il report evidenza un aumento dei ricoveri a doppia cifra, pari al 25,8%, con una accelerazione rispetto alla scorsa settimana quando l’incremento era stato del 13,6%. Nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 52%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 71 anni, i secondi 63 anni. Diverso anche lo stato di salute tra le due categorie: il 70% dei vaccinati ricoverati soffre di gravi patologie, mentre circa la metà dei pazienti non vaccinati (49%) era in completa buona salute prima del Covid.
Nel dettaglio, nella settimana 28 dicembre-3 gennaio, nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il numero dei bambini ricoverati è passato da 66 a 123 ed è triplicato il numero di piccoli in terapia intensiva da 2 a 6 in una settimana.
Tra i piccoli degenti il 62% ha tra 0 e 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile.
Djokovic no vax, problemi di visto: bloccato in aereo
Lo sbarco di Novak Djokovic in Australia si rivela a dir poco complicato. Il visto del tennista serbo non è in regola e sta bloccando le procedure. Djokovic, non vaccinato, viaggia con un’esenzione medica per partecipare all’Australian Open, il primo Slam stagionale in programma a Melbourne. Il trattamento riservato al fuoriclasse ha alimentato polemiche. Il premier Scott Morrison ha chiarito che Djokovic, in caso di documentazione incompleta, verrebbe rispedito a casa.
Djokovic è atterrato a Melbourne nella tarda serata di mercoledì. Il suo visto, riferisce il quotidiano The Age, non è stato a quanto pare per un errore burocratico. L’aereo di Djokovic è atterrato al Tullamarine Airport attorno alle 23.30 locali. I funzionari addetti ai controlli avrebbero contattato il governo dello stato, che non sarebbe disponibile ad agevolare le pratiche con interventi ad hoc. Dunque, stando alle informazioni che filtrano, al momento il serbo si trova all’interno del suo aereo e non può scendere a terra finché non verrà risolto il problema sul visto.
Covid, Salmaso: “In Italia più morti di altri Paesi con più casi, questione da indagare”
“E’ molto preoccupante il fatto che ieri siano stati dichiarati 259 decessi per Covid nel nostro Paese. E andrebbero indagati i motivi per cui l’Italia continua a registrare molti più decessi, in proporzione, rispetto a quanti se ne registrano, ad esempio, in Francia, dove ci sono 200-300 mila casi al giorno e anche in Germania, dove i contagi sono stati molti. Ma nonostante la circolazione virale elevata nei due Paesi, non sempre il numero dei decessi è confrontabile con quelli che ci sono da noi”. Lo sostiene Stefania Salmaso, epidemiologa dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie).
Sulla questione, spiega l’epidemiologa all’Adnkronos Salute, “bisognerebbe capire quale elemento pesa: la popolazione più anziana, o una maggiore frequenza di vulnerabili o semplicemente una diversa classificazione dei casi. Anche in Inghilterra, ad esempio, c’è una quantità di casi elevata ma non c’è la stessa proporzione di morti. Credo che andrebbero caratterizzati meglio i decessi che si registrano in Italia per comprenderne le motivazioni e vedere, inoltre, quale sia la quota di mortalità prevenibile anche con l’utilizzo dei nuovi farmaci”.
Poi la scuola. Salmaso dice che “chiudere la scuola non è un mezzo di comprovata efficacia per bloccare la circolazione del virus. Ne abbiamo fatto esperienza nel recente passato e abbiamo capito che la chiusura comporta molti più problemi su diversi piani. In questo frangente, tra l’altro, l’ondata Omicron colpisce di più la fascia di età tra i 20 e i 29 anni, che sembra avere tassi di incidenza più elevata. Dal punto di vista scientifico non ci sono evidenze che chiudere la scuola possa cambiare il panorama generale”.
In base a queste considerazioni “la chiusura della scuola” e il ripristino della didattica a distanza “sembrerebbero non giustificati per ottenere il beneficio di una riduzione della circolazione virale che, in questo momento, non è alimentata dalle fasce di popolazione scolastica”. Del resto un provvedimento di chiusura “non è stato preso nemmeno da altri Paesi dove i contagi sono elevati, come la Francia e l’Inghilterra. I ragazzi, inoltre, hanno già pagato molto in termini di giornate scolastiche perse, di mancato apprendimento e mancata crescita. Quindi in questo frangente direi che le scuole sono il fulcro più importante da difendere”.