Anno: 2022

  • Covid Italia, Vaia: “Ridotta aggressività variante Omicron”

    Covid Italia, Vaia: “Ridotta aggressività variante Omicron”

    L’aumento dei contagi covid “dell’ultima settimana si accompagna ad un significativo cambiamento delle caratteristiche della malattia, con un incremento della quota di persone con sintomi lievi o assenti che ormai ha raggiunto il 75%”. E’ quanto si legge in un post sull’account Facebook di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, che sottolinea: “E’ una conferma della ridotta aggressività della variante omicron, che avevamo già segnalato in seguito ai primi contatti con i colleghi sudafricani ed ai rapporti provenienti da paesi europei”.  

    “Facciamo un po’ di chiarezza. Aumentano le armi a nostra disposizione. Il covid 19 assume sempre di più le caratteristiche di una malattia stagionale. C’è necessità di semplificazione di accessi e procedure. Dobbiamo investire sempre più nelle cure domiciliari”, si legge all’inizio del post. 

    La ridotta aggressività di Omicron, prosegue il post a firma del Comitato tecnico scientifico Covid19 Spallanzani, “è anche una ulteriore prova di come la campagna vaccinale, rafforzata dai progressi nella somministrazione della terza dose, contribuisca a rendere Covid una malattia meno pericolosa”. “Da una sorveglianza effettuata presso tutti i nuovi pazienti ricoverati nei reparti o assistiti presso l’ambulatorio ospedaliero Monoclonali dello Spallanzani negli ultimi 10 giorni, la prevalenza di Omicron è risultata pari al 14% nei ricoverati e al 60% in quelli non ospedalizzati dell’Ambulatorio monoclonali – si sottolinea – Questo dato appare un’ulteriore conferma del fatto che Omicron, come già visto in Sud Africa e Gran Bretagna, sembra associato a manifestazioni di malattia più lievi”. 

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  • Djokovic no vax, presidente serbo: “Vittima caccia a streghe politica”

    Djokovic no vax, presidente serbo: “Vittima caccia a streghe politica”

    Novak Djokovic è vittima di una “caccia alle streghe politica”. Lo ha dichiarato il presidente serbo Aleksandar Vucic dopo che le autorità australiane hanno impedito l’ingresso nel Paese al tennista perché non in possesso dei requisiti necessari relativi alla vaccinazione contro il Covid. “Ciò che non è fair play è caccia alle streghe politica (contro Djokovic, ndr) a cui partecipano tutti, incluso il primo ministro australiano, sostenendo che le regole sono valide per tutti”, ha dichiarato alla stampa Vucic, osservando che a diversi giocatori nelle stesse condizioni di Djokovic è stato invece permesso entrare in Australia. 

    Le autorità serbe, ha sottolineato, stanno facendo “tutto il possibile” per aiutare Djokovic, aggiungendo che Belgrado ha contattato due volte l’ambasciatore australiano in Serbia e che la prima ministra Ana Brnabic sentirà un alto dirigente del dipartimento australiano per gli Affari interni. Il presidente serbo ha quindi annunciato che Belgrado intende chiedere alle autorità australiane di consentire a Djokovic di alloggiare nella casa che aveva affittato per gli Australian Open e non nell’hotel dove si trova attualmente e che ha descritto come “infame nel senso proprio del termine”. 

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  • Serie A e covid, Lega vara nuovo protocollo

    Serie A e covid, Lega vara nuovo protocollo

    Serie A, nuovo protocollo dalla Lega per la gestione dei contagi covid. “Qualora uno o più calciatori dello stesso Club risultassero positivi al virus SARS-CoV-2 la gara sarà disputata, secondo il calendario di ciascuna competizione, purché il Club in questione abbia almeno tredici calciatori (di cui almeno un portiere) tra quelli iscritti nelle rose della Prima Squadra e della formazione Primavera nati entro il 31 dicembre 2003, risultati negativi ai test entro le 24 del giorno precedente”, spiega la Lega di Serie A che aggiunge: “Qualora il Club non disponga del numero minimo di calciatori, la Lega, delibererà di conseguenza. Qualora il Club sia in grado di disporre del suddetto numero minimo di calciatori e comunque non presenti in campo la squadra, subirà le sanzioni previste dall’articolo 53 delle N.O.I.F” (cioè 0-3 a tavolino). 

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  • Caso Djokovic: lunedì si decide su espulsione da Australia

    Caso Djokovic: lunedì si decide su espulsione da Australia

    E’ stata posticipata a lunedì la decisione sull’espulsione dall’Australia di Novak Djokovic. Come riporta il Guardian, gli avvocati del tennista numero uno al mondo, che attualmente si trova in un hotel a Melbourne, sono riusciti ad impedirne l’espulsione prevista per oggi. 

    Il campione, prosegue il Guardian, ha trascorso otto ore bloccato all’aeroporto di Melbourne durante la notte prima che i funzionari dell’Australian Border Force annunciassero che gli era stato negato l’ingresso nel Paese, citando il mancato rispetto dei requisiti per avere l’esenzione dalla vaccinazione contro il Covid in Australia. Djokovic è stato trasportato dall’aeroporto a un hotel per immigrati nel sobborgo di Carlton a Melbourne. 

    In un’udienza urgente davanti al giudice Anthony Kelly, gli avvocati hanno quindi ottenuto un’ingiunzione provvisoria per fermare l’espulsione del tennista ed è stata concordata un’audizione per lunedì. Le parti dovranno presentare prove e memorie nel fine settimana. Djokovic dovrebbe giocare martedì all’Australian Open. 

    Quanto accaduto al tennista ha aperto un caso diplomatico tra Serbia e Australia. “Il visto del signor Djokovic è stato cancellato. Le regole sono regole, soprattutto quando si tratta dei nostri confini. Nessuno è al di sopra di queste regole”, ha scritto su Twitter il premier australiano Scott Morrison, mentre il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto a Djokovic che “tutta la Serbia è con lui e che le nostre autorità stanno adottando tutte le misure” per bloccare “al più presto il cattivo trattamento riservato al miglior tennista del mondo”. 

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  • Covid Italia, “+153% contagi in una settimana”

    Covid Italia, “+153% contagi in una settimana”

    Oltre 810mila nuovi contagi Covid, con un +153% in una settimana. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe che rileva, nella settimana 29 dicembre-4 gennaio, un’esplosione dei nuovi casi in tutte le regioni rispetto alla settimana precedente e un ulteriore aumento dei decessi (1.102 vs 1.012). In sette giorni raddoppiano i casi attualmente positivi (1.265.297 vs 598.868) e le persone in isolamento domiciliare (1.250.993 vs 587.634), e continuano a salire i ricoveri con sintomi (12.912 vs 10.089) e le terapie intensive (1.392 vs 1.145) 

    In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: Decessi: 1.102 (+8,9%); Terapia intensiva: +247 (+21,6%); Ricoverati con sintomi: +2.823 (+28%); Isolamento domiciliare: +663.359 (+112,9%); Nuovi casi: 810.535 (+153,1%); Casi attualmente positivi: +666.429 (+111,3%). 

    ”Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si è registrata un’esplosione di nuovi casi che volano oltre quota 810mila, con un incremento del 153% rispetto alla settimana precedente”. 

    ”Purtroppo le nuove misure definite ieri dal Consiglio dei Ministri sono il frutto di compromessi politici, piuttosto che di una coraggiosa strategia di contrasto alla pandemia. Rappresentano un’ulteriore stratificazione di ‘pannicelli caldi’ insufficienti e tardivi, privilegiando l’esasperazione della burocrazia per mettere tutti d’accordo e scommettendo per l’ennesima volta sulla resilienza di ospedali e professionisti sanitari, già allo stremo”, afferma Cartabellotta. 

    ”Innanzitutto, l’obbligo vaccinale limitato agli over 50 (che al momento non prevede sanzioni) avrà un impatto non prevedibile visto che non è noto il numero degli esentati, ed il super green pass per i lavoratori over 50 sarà del tutto inefficace nel breve termine, perché entrerà in vigore il 15 febbraio. In secondo luogo, le misure per la sicurezza nelle scuole sono insufficienti per evitare il ricorso alla Dad e introducono regole complesse e difficili da applicare con i servizi di sanità pubblica già in sovraccarico. Ancora lo smartworking viene liquidato con la semplice raccomandazione di “usare al meglio la flessibilità già consentita dalle regole vigenti””. 

    ”Infine, si continua a inseguire il virus senza rendere noto alla popolazione qual è il piano B: ovvero quali sono le mosse successive per arginare l’ondata di contagi che rischia di portare al default dei servizi sanitari ospedalieri, nonché al lockdown di fatto del Paese”. 

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  • Djokovic no vax, Nadal: “Regole chiare, con vaccino si può giocare in Australia”

    Djokovic no vax, Nadal: “Regole chiare, con vaccino si può giocare in Australia”

    “Con il vaccino, qui puoi giocare. Ognuno è libero di scegliere, ma ci sono conseguenze”. Rafa Nadal non si nasconde davanti al caso che coinvolge Novak Djokovic. Il serbo, no vax, rischia di essere espulso dall’Australia: il suo visto è stato annullato e la sua esenzione dal vaccino non gli consentirebbe di giocare gli Australian Open.  

    “E’ normale che la gente qui in Australia si arrabbi per la vicenda, hanno sofferto molto per lockdown durissimi… Molti non sono tornati a casa… Per me una cosa è chiara: se sei vaccinato, puoi giocare agli Australian Open e in ogni altro posto. Il mondo ha sofferto abbastanza per non seguire le regole”, dice Nadal. “Io credo a quello che dicono le persone competenti in ambito scientifico. Se dicono che dobbiamo vaccinarci, dobbiamo vaccinarci. Io la penso così”. “Io ho avuto il covid, ho fatto 2 dosi di vaccino. Se ti comporti così, non hai nessun problema quando devi giocare qui: è l’unica cosa chiara”, ribadisce prima di rispondere ad una domanda specifica sul caso Djokovic: “Se non vuoi vaccinarti, vai incontro a problemi. Tante persone sono morte in 2 anni e per me il vaccino è l’unico modo per fermare la pandemia. Se” Djokovic “avesse voluto, avrebbe giocato qui in Australia senza problemi. Ha fatto le sue scelte, ognuno è libero di decidere. Ma ci sono conseguenze. Non mi piace ovviamente come stanno andando le cose, mi dispiace per lui. Ma, allo stesso tempo, sapeva da tanti mesi quali sarebbero state le condizioni”. 

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  • Djokovic no vax, giudice: può restare in Australia fino a lunedì

    Djokovic no vax, giudice: può restare in Australia fino a lunedì

    Novak Djokovic, respinto dall’Australia per visto irregolare, potrà rimanere a Melbourne fino a lunedì 10 gennaio. Il tennista serbo no vax, che punta a partecipare all’Australian Open grazie a un’esenzione dal vaccino, ha ottenuto una prima, parziale vittoria nell’udienza online a cui hanno partecipato i suoi avvocati. Il provvedimento di espulsione non verrà attuato prima di lunedì.  

    Nel frattempo, i legali di Djokovic sperano di risolvere il caso per consentire al 34enne di Belgrado di partecipare al torneo, che si apre il 17 gennaio. Djokovic nel frattempo è confinato al Park Hotel di Carlton, come spiega il quotidiano The Age. Il governo non si è opposto all’ingiunzione che garantisce la permanenza del tennista in Australia fino a lunedì, quando è in programma la nuova udienza, in cui il giudice Anthony Kelly è pronto ad accogliere anche eventuali elementi forniti da Djokovic. 

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  • Djokovic respinto da Australia: “Regole sono regole”. Lui fa ricorso

    Djokovic respinto da Australia: “Regole sono regole”. Lui fa ricorso

    “Le regole sono regole, nessuno è al di sopra”, ha chiarito il primo ministro australiano Scott Morrison. Si riferisce a Novak Djokovic, respinto dall’Australia. Non vaccinato, il numero 1 del tennis mondiale è arrivato nel Paese con un’esenzione speciale per partecipare all’Australian Open, al via il 17 gennaio a Melbourne. Il suo visto però non è stato giudicato regolare. Una decisione contro la quale Djokovic ha deciso di presentare ricorso contro l’espulsione: la corte è stata aggiornata a lunedì, con i suoi avvocati che spingono perché l’atleta rimanga in Australia fino ad allora si legge su express.co.uk. 

    Djokovic è atterrato a Melbourne, Tullamarine Airport, verso le 23.30 locali (le 13.30 italiane) del 5 gennaio. Il suo visto non è stato giudicato conforme: insufficiente, in particolare, la documentazione allegata per giustificare l’esenzione dal vaccino. Non sarebbe risultato chiaro, in particolare, se Djokovic sia guarito dal covid negli ultimi 6 mesi. La vicenda è stata complicata dal rimpallo di responsabilità: le autorità federali, addette ai controlli, hanno chiesto l’intervento del governo dello stato di Victoria, che ha replicato esigendo una richiesta scritta. Nessuno, apparentemente, ha voluto mettere il timbro sul passaporto di Djokovic assumendosi la formale responsabilità di dare il via libera all’ingresso dell’illustre no vax. 

    “L’Australian Border Force continuerà a garantire che chi arriva ai nostri confini rispetti le nostre leggi e soddisfi i requisiti per l’ingresso. L’ABF può confermare che il signor Djokovic non ha fornito elementi appropriati per soddisfare i requisiti per l’ingresso in Australia, il suo visto di conseguenza è stato cancellato”, rende noto l’ABF, responsabile del controlli sugli ingressi nel Paese. “Chi non ha la cittadinanza ed è sprovvisto di un visto valido o ha un visto cancellato sarà trattenuto e allontanato dall’Australia”, prosegue la nota che smentisce le voci secondo cui il tennista sarebbe stato trattenuto in una stanza e privato del suo cellulare per diverse ore: “ABF può confermare che il signor Djokovic ha avuto accesso al suo telefono”. 

    Il caso
     

    Il trattamento riservato al fuoriclasse (l’esenzione ottenuta per partecipare agli Australian Open) ha fatto discutere, diventando anche un caso politico. “Chiunque entri in Australia deve avere i requisiti. Quando Djokovic arriverà, credo non manchi molto, dovrebbe fornire una spiegazione plausibile se non fosse vaccinato – aveva avvertito il premier australiano Morrison – Aspettiamo e vediamo quali elementi fornisce. Se la documentazione fosse insufficiente, verrebbe trattato come tutti gli altri e verrebbe rimesso sul primo aereo. Non ci sono regole speciali per Novak Djokovic”.
     

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  • Scienza & Salute: I ‘porcellini al miele’, dolci dalla storia antica

    Sono dolci tipici delle regioni del Sud. In Campania li chiamano struffoli, nella Puglia meridionale porceddhuzzi. A loro è dedicata la prima puntata dell’anno 2022 de Il Gusto della Salute,registrata nell’atrio del palazzo del Seminario arcivescovile di Piazza Duomo a Lecce, grazie alla collaborazione dell’Arcidiocesi metropolitana leccese. 

    “Si chiude così il periodo natalizio interamente dedicato alle prelibatezze della tradizione italiana: a Natale le pittole, a Capodanno il panettone, all’Epifania i porceddhuzzi, preceduti da una puntata prenatalizia dedicata al pasticciotto”, ricorda l’immunologo Mauro Minelli, curatore della rubrica eresponsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata. 

    Con il maestro Salvatore Prato della pasticceria Il Golosone di Novoli in provincia di Lecce, scopriamo come si preparano i porceddhuzzi: “Innanzitutto occorre una buona farina 0 con acqua e senza lievito, e bucce di arance bio o mandarini, da scaldare con l’olio nel quale vengono fritti questi gnocchetti dalla vaga forma di porcellini, da ricoprire poi di miele e cannelle o eventuali altre spezie”, spiega Prato.  

    “Come avviene per tutti i prodotti presentati da Il Gusto della Salute anche qui – spiega Minelli – bisogna attingere a leggende e racconti della tradizione popolare, dalla storia della madre di famiglia che con pochi ingredienti, volendo ‘addolcire’ le feste dei suoi figlioli con qualcosa di buono e di diverso, mette insieme la poca farina, le poche arance e il poco olio disponibili trasformandoli in piccoli pezzi fritti e ricoperti di spezie, a quella dei contadini che, per ingraziarsi i padroni, regalavano loro per Natale un maialino, sostituito nel tempo da dolcetti a forma di porcellino che divenivano oggetto di sfida tra le donne che li preparavano, per stabilire poi quale fosse il piatto più buono tra tutti quelli realizzati”.  

    I porceddhuzzi, ufficialmente considerati prodotti tipici alimentari della Puglia ed inseriti dal Ministero delle Politiche Agricole nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, rimangono tuttavia dei dolci con un concreto carico di calorie ai quali va prestata, sul piano salutistico, la dovuta attenzione 

     

    “Il protagonista principale nei porceddhuzzi è il miele – afferma la biologa nutrizionista Dominga Maio – che impreziosisce questi tocchetti di pasta dolce fritta. Ed il miele, millefiori o di acacia, è un alimento dotato di grandi proprietà benefiche in ragione del suo contenuto di potassio, fosforo, calcio, ferro, ma anche ricco di vitamine, con qualità antiossidanti e antibatteriche.” 

    “Parlando di frittura, però, non si può non prestare attenzione all’olio che si usa – commenta la nutrizionista Ilaria Vergallo – anche perché alla composizione di questo dolce si vanno ad aggiungere altri ingredienti che non si prestano alla corretta alimentazione di soggetti diabetici piuttosto che obesi o con altri scompensi metabolici. Trattandosi di un dolce natalizio e avendo cura di non esagerare con le porzioni, un consumo ponderato nei giorni di festa potrà, tuttavia, essere consentito.” 

    “Potrebbe apparire singolare il fatto che si sia parlato di prodotti certamente più legati al gusto che non alla salute, ma a parte l’attinenza ai rituali festivi – conclude Minelli – è sempre stata nostra intenzione fornire, con queste trasmissioni pensate e realizzate con la necessaria cura ed attenzione, informazioni e suggerimenti per il consumo di tutti gli alimenti, soprattutto quelli che la stragrande maggioranza delle persone avrà mangiatoproprio nelle due settimane tra Natale e l’Epifania, così da potersi regolare, in futuro, nella maniera più consapevole”. 

    Il Gusto della salute tornerà a metà gennaio con una puntata speciale in occasione della festa di Sant’Antonio Abate per approfondire i temi legati alle produzioni agro-astronomiche invernali. 

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  • Djokovic respinto da Australia, “deve lasciare paese”

    Djokovic respinto da Australia, “deve lasciare paese”

    Novak Djokovic respinto dall’Australia. Il numero 1 del tennis mondiale dovrà lasciare il paese nelle prossime ore. Djokovic, non vaccinato, è arrivato nel paese con un’esenzione speciale per partecipare all’Australian Open, al via il 17 gennaio a Melbourne. Il visto del tennista però non è stato giudicato regolare e, come afferma il quotidiano The Age, Djokovic dovrà lasciare il paese. I legali dell’atleta si apprestano a presentare ricorso. 

    Il verdetto, forse non definitivo, è arrivato dopo 9 ore convulse. Djokovic è atterrato a Melbourne, Tullamarine Airport, attorno alle 23.30 locali (le 13.30 italiane) del 5 gennaio. Il suo visto non è stato giudicato conforme: insufficiente, in particolare, la documentazione allegata per giustificare l’esenzione dal vaccino. Non sarebbe risultato chiaro, in particolare, se Djokovic sia guarito dal covid negli ultimi 6 mesi. 

    La vicenda è stata complicata dal rimpallo di responsabilità: le autorità federali, addette ai controlli, hanno chiesto l’intervento del governo dello stato di Victoria, che ha replicato esigendo una richiesta scritta. Nessuno, apparentemente, ha voluto mettere il timbro sul passaporto di Djokovic assumendosi la formale responsabilità di dare il via libera all’ingresso dell’illustre no vax.  

    Jaala Pulford, ministra dello Sport ad interim dello Stato di Victoria, nel corso della giornata ha twittato: “Il governo federale ha chiesto se sosterremo la richiesta di visto di Novak Djokovic per entrare in Australia. Non forniremo a Novak Djokovic il supporto individuale per la richiesta del visto per partecipare agli Australian Open 2022. Siamo sempre stati chiari su due punti: l’approvazione dei visti è una questione per il governo federale e le esenzioni mediche sono una questione per i medici”. Nella mattinata australiana del 6 gennaio, è arrivato il ‘no’ e l’ordine di lasciare il paese. In realtà, la vicenda non può essere considerata chiusa. Djokovic potrebbe rimanere in Australia in attesa di eventuali ulteriori provvedimenti.
     

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