Anno: 2022

  • Alti (Mmg): “Con influenza più a rischio malati cronici, immunodepressi e anziani”

    “La sindrome influenzale può rivelarsi una malattia molto pericolosa per malati cronici, immunodepressi, over65 e donne in gravidanza. Tuttavia, sono a rischio anche le categorie più esposte: personale scolastico, forze dell’ordine e lavoratori nel settore agricolo e veterinario. Quindi, molto importante è la vaccinazione antinfluenzale ma sia chiaro i vaccini antinfluenzali sono diversi e specifici per categorie di persone, necessario dunque chiedere consiglio al proprio medico di famiglia”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Elisabetta Alti, medico di medicina generale, che sull’impatto dell’influenza in Italia e nel mondo non ha dubbi: “Rispetto allo scorso anno – sostiene Alti – registriamo più casi di sindrome influenzale non solo in Italia ma anche nel mondo. Ciò è in parte dovuto all’allentamento delle restrizioni sociali (utilizzo della mascherina, la non persistenza in luoghi chiusi insieme a tante persone), di conseguenza la diffusione del virus influenzale è più marcata”.  

    L’influenza stagionale, avverte il medico di medicina generale, “può rivelarsi molto pericolosa per due aspetti: innanzitutto perché causa delle riacutizzazioni nei malati cronici”. Un paziente affetto, per esempio, “da scompenso cardiaco se contrae il virus dell’influenza in modo importante può avere un peggioramento della malattia di base. Il che porta anche a una riduzione delle funzioni quotidiane, tra cui la perdita di autonomia e l’aumento della sintomatologia della patologia cronica. Tutti i malati cronici, ovvero diabetici, persone affette da Bpco o con diagnosi di scompenso cardiaco, pazienti con forme tumorali in atto o sottoposte a chemioterapia, trattamento che abbassa le difese immunitarie, sono sicuramente a rischio. Così come le donne in stato di gravidanza per le quali la sindrome influenzale può avere conseguenze sul feto nei primi mesi”.  

    Tutte le volte che siamo colpiti da “una sindrome influenzale – sottolinea Alti – abbiamo un abbassamento della capacità di difesa del nostro sistema immunitario che porta ad un’apertura ad una super infezione batterica. Non a caso sono a rischio anche tutti quei pazienti immunodepressi per malattie congenite, persone alle quali è stata asportata la milza che per questa ragione hanno una bassa resistenza alle infezioni batteriche. Non devono sottovalutare l’influenza anche gli anziani (over65) e i grandi anziani (over80) perché hanno un abbassamento naturale delle difese immunitarie (immunosenescenza). Il loro sistema immunitario è infatti meno capace di reagire alla influenza e di rispondere al vaccino. Per questi motivi oltre ad evitare di prendere l’influenza devono sottoporsi alla vaccinazione con vaccini specifici”.  

    Sul fronte della prevenzione e cura dell’influenza stagionale, “fondamentale è il ruolo del medico di medicina generale – ammette Alti -. Il medico di famiglia raggiunge tutte le persone. Tutti noi abbiamo un medico di medicina generale al quale possiamo rivolgerci prima di tutto per sapere se siamo o non siamo una categoria a rischio, qual è il rapporto beneficio-effetti di una vaccinazione e se per noi è consigliata la vaccinazione. Nostro compito è consigliare durante l’anno la singola persona sull’opportunità di vaccinarsi oppure no, oltre ad effettuare la vaccinazione”. Senza dover fare code in un hub ma “semplicemente recandosi dal proprio medico di famiglia che consiglia quando fare la vaccinazione antinfluenzale e quale fare perché i vaccini antinfluenzali sono diversi e specifici per ciascuna categoria di persone” conclude.  

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  • Volpe (Siprec): “Virus influenzale può essere pericoloso per i cardiopatici”

    “Il virus influenzale può essere pericoloso per pazienti cardiopatici: agisce infatti sull’apparato cardiovascolare attraverso vari meccanismi, il più importante è quello dell’infiammazione che può causare una instabilizzazione sui vasi delle placche aterosclerotiche e, conseguentemente, una rottura di queste placche favorendo l’infarto del miocardio, non a caso c’è un incremento molto marcato di casi di infarto durante la fase più acuta dell’epidemia influenzale”.  

    Così all’Adnkronos Salute Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare) fa il punto sul legame tra virus influenzale e cardiopatici.  

    “L’influenza – spiega Volpe – determina un peggioramento nei soggetti che hanno scompenso cardiaco, malattie valvolari o del miocardio. E ancora: attraverso un peggioramento legato ai sintomi respiratori, un’insufficiente respirazione causa un ridotto apporto di ossigeno e, di conseguenza, l’apparato cardiovascolare ne risente”.  

    Secondo il cardiologo, occorre fare in modo che “l’influenza non si confonda con l’infezione da Sars-CoV-2 che determina accessi ospedalieri di malati cardiopatici, ricoveri che possono poi evolvere in tante direzioni. Questo è il motivo per cui noi cardiologi suggeriamo ai nostri pazienti di sottoporsi alla vaccinazione anche contro l’influenza, ancor più in questo momento con una pandemia ancora in atto”.  

    Ma se l’influenza, secondo l’esperto, “può dare luogo più frequentemente a processi infiammatori a carico del miocardio e del pericardio, non a caso talvolta l’influenza viene associata a miocardite e pericardite, più raramente nelle persone che non hanno una malattia aterosclerotica coronarica o uno scompenso cardiaco si realizzano delle situazioni acute”. Tuttavia, molte persone che “si considerano sane hanno tanti fattori di rischio cardiovascolare: diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. Queste persone rappresentano una fascia molto larga di popolazione sana ma in realtà è si tratta di una popolazione che non ha avuto una diagnosi di malattia cardiovascolare ma che comunque costituisce un profilo di rischio piuttosto alto”.  

    Anche chi non è cardiopatico ma fa i conti con diabete, valori alti di pressione arteriosa e colesterolo, per Volpe deve fare attenzione alla prevenzione. “La vaccinazione antinfluenzale è ormai collaudata, sicura, efficiente e dà pochissimi effetti collaterali. Da anni si conferma strumento importante soprattutto nel periodo che precede il classico picco del virus stagionale, ovvero il periodo che va da metà gennaio a metà marzo” conclude Volpe.  

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  • Fattore (Bocconi): “Influenza costa a Stato 40 mln per ospedalizzazioni”

    “L’influenza stagionale ha un costo a carico delle famiglie e dello Stato. Da una ricerca analitica elaborata per stimare quali siano i costi specifici attribuibili all’assistenza ospedaliera a causa della malattia, emerge che siamo intorno ai 40 milioni di euro l’anno solo per le ospedalizzazioni. Ma questo dato è solo la punta dell’iceberg. Ci sono, infatti, altri costi molto importanti a carico dei cittadini: spese per tutti i farmaci da banco e per le prestazioni non coperte dal nostro Sistema sanitario nazionale, oltre ai costi per le giornate di lavoro perse dalle persone colpite dall’influenza o dai genitori che devono stare a casa per curare i loro figli. Per non parlare dei giorni di scuola persi dai bambini, che hanno un effetto negativo in termine di apprendimento. Si tratta di una malattia molto costosa anche perché molto diffusa: colpisce il 5-10% della popolazione, dipende dalle varie stagioni. Per questo motivo è fondamentale che le categorie per cui la vaccinazione è raccomandata si sottopongano ogni anno al vaccino contro l’influenza”. Così Giovanni Fattore, professore ordinario del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche & Cergas – Sda Università Bocconi, fa il punto sui costi economici dell’influenza stagionale con l’Adnkronos Salute.  

    I sintomi del Covid-19 sono simili a quelli dell’influenza stagionale (febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare), dunque cosa bisogna fare nel caso compaiano insieme e come contenere i casi delle singole malattie? “Il covid – spiega Fattore – giustamente ha preso il sopravvento come preoccupazione principale. Fortunatamente, l’incidenza dell’influenza è diminuita durante la prima fase dell’emergenza pandemica, anche grazie al distanziamento sociale e all’utilizzo delle mascherine. Ci sono state meno interazioni tra le persone, di conseguenza il virus ha circolato meno. Però in una fase emergenziale come questa è fondamentale cercare di prevenire la diffusione anche dell’influenza, non solo perché influenza e covidsi confondono ma anche perché – ed è la cosa più importante – va ad aggravare la situazione del nostro sistema sanitario con prestazioni per una patologia che si può prevenire”.  

    Per questi motivi – ancora Fattore – “fondamentale è che le categorie a rischio si sottopongano alla vaccinazione contro l’influenza. Vaccinarsi costituisce un vantaggio non solo perché si evita una patologia che può avere conseguenze gravi, ma anche in termini economici rappresenta un beneficio perché riduce parte dei costi legati alla malattia” conclude. 

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  • Djokovic riammesso in Australia, il fratello: “Lo vogliono bloccare”

    Djokovic riammesso in Australia, il fratello: “Lo vogliono bloccare”

    Su Novak Djokovic, dopo la riammissione in Australia, “le ultime informazioni dicono che lo vogliono bloccare. Attualmente ci stiamo consultando con gli avvocati”. Questa l’indiscrezione riportata dal fratello di Djokovic, Djordje, in merito alla volontà delle autorità australiane dopo la decisione del tribunale che ha dato ragione al tennista serbo in merito alla convalida del visto di ingresso nel Paese. 

    “Novak è con i suoi legali nella sede del tribunale e esamina tutte le opzioni. E’ stata una grande sconfitta per le autorità australiane, e per questo accusano il colpo”, ha aggiunto Djordje Djokovic alla tv serba Prva. 

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  • Stadi e covid, Bassetti: “Errore limitare capienza a 5mila spettatori”

    Stadi e covid, Bassetti: “Errore limitare capienza a 5mila spettatori”

    “La riduzione della capienza degli stadi a 5mila spettatori? E’ un errore, un colpo difficile per chi è stato vaccinato con una doppia o tripla dose e magari ha fatto un abbonamento. Gli si dice che si porta la capienza a 5mila senza guardare alla capienza dell’impianto: è l’ennesimo modo per colpire il calcio come sono state colpite le discoteche e i luoghi del divertimento, senza una logica. Lo trovo sbagliato, gli stadi sono luoghi sicuri se si fanno applicare le regole che si conoscono: l’utilizzo del super green pass, le mascherine”. E’ quanto afferma il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radio1. 

    “Mi sembra si facciano le regole e dopo una settimana si torna indietro e si cambia. Mi sembra un atteggiamento alquanto cervellotico nella gestione di questa fase endemica che non aiuta e segue più la pancia che non la testa”, conclude. 

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  • Meningite, meno frequente del covid ma estremamente pericolosa

    Meningite, meno frequente del covid ma estremamente pericolosa

    Siamo nel mezzo di una pandemia che assorbe gran parte delle risorse ed energie preventive a disposizione del Sistema Sanitario Nazionale. Un problema che colpisce non solo la salute dei bambini ma si conferma anche nelle vaccinazioni dell’adulto e dell’anziano, in particolare quelle contro le malattie invasive batteriche. A sottolinearlo sono gli esperti. “Queste patologie rappresentano un gruppo di malattie comprendenti meningiti, sepsi, polmoniti e si caratterizzano per la presenza di un batterio in siti ‘sterili’, dove non dovremmo normalmente trovare un batterio, come per l’appunto i polmoni, le meningi o il sangue – spiega Daniel Fiacchini, dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione Asur Marche e coordinatore del Gruppo di lavoro Comunicazione per la Sanità Pubblica della Società Italiana di Igiene (SItI) -. La meningite in particolare si caratterizza per l’infiammazione delle meningi, cioè delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. Le cause possono essere diverse e le forme batteriche sono sicuramente fra quelle più importanti e rilevanti da un punto di vista clinico”.  

    Ma quali sono i batteri che le provocano e quanti tipi ne esistono? “I batteri che provocano le meningiti sono diversi – continua l’esperto -. Fino agli anni ‘90, soprattutto nei bambini sotto i cinque anni, la principale causa di meningite batterica era un batterio denominato haemophilus influenzae. Poi, grazie alla vaccinazione esavalente, questo batterio ha causato sempre meno casi. Oggi i batteri più frequentemente riscontrati nelle forme gravi di meningite sono, infatti, lo pneumococco e il meningococco”.  

    La buona notizia è che contro questo tipo di patologia è possibile proteggersi in modo efficace. “Grazie alla vaccinazione i nostri bambini possono essere protetti entro i primi due anni di vita con almeno tre differenti tipologie di vaccini: nell’esavalente è contenuto il vaccino per l’haemophilus influenzae di tipo B. Contestualmente a questa vaccinazione, è possibile fare quello contro lo pneumococco. Successivamente utilizziamo anche il vaccino contro il meningococco C oppure contro i meningococchi A, C, W, Y, con il vaccino quadrivalente, in base ai calendari vaccinali regionali vigenti”.  

    Ecco quindi ribadita l’importanza della prevenzione, su cui concordano i clinici e gli esperti ascoltati nell’ambito di “Pre-Occupiamoci della meningite”, un progetto editoriale di sensibilizzazione sui rischi legati a questa patologia, ideato e promosso dal Gruppo Adnkronos con il supporto non condizionante di Gsk Italia. “Nei primi due anni di vita – aggiunge Fiacchini – abbiamo la possibilità di proteggere i nostri bambini da tutte le principali forme di meningite. Le vaccinazioni possono essere obbligatorie o raccomandate ma rappresentano sempre un livello essenziale di assistenza: “ogni genitore ha il diritto di poter proteggere i propri figli da malattie potenzialmente letali”  

    La vaccinazione contro il meningococco B può essere indicata anche per gli anziani o per le persone con fragilità. “Esistono determinate condizioni o situazioni patologiche – spiega l’esperto – che rendono il decorso clinico di una malattia batterica invasiva molto più severo. È il caso, ad esempio dell’assenza di milza, la cosiddetta asplenia, oppure di alcune immunocompromissioni o immunodeficienze, acquisite o congenite, come l’Hiv, ma anche di patologie croniche, come le patologie del fegato e quelle renali croniche, condizioni accomunate dal fatto che pongono a maggior rischio di complicanze. In tutti questi casi i nostri calendari nazionali prevedono un’offerta gratuita. Ci sono poi situazioni in cui il maggior rischio è dipendente dall’età. Per esempio, gli adolescenti che hanno una maggiore probabilità di avere certi tipi di meningite, come quella da meningococco B. Anche per questa categoria può essere pensata e razionalizzata un’offerta vaccinale”.  

    Ma al momento il rischio più grande è che – a causa dell’emergenza da Covid 19 – si trascurino vaccinazioni fondamentali per altre patologie. “È molto importante mantenere coperture vaccinali elevate. Siamo, infatti, nel mezzo di una pandemia che sta assorbendo gran parte delle nostre risorse ed energie preventive. È un problema se, per far fronte a un’emergenza come il covid-19, abbassiamo la guardia nei confronti di altre gravi patologie. C’è il rischio – conclude Fiacchini – che le attività vaccinali subiscano in qualche modo una battuta di arresto. Non dobbiamo permetterlo e soprattutto i genitori devono continuare a vaccinare, serenamente e con fiducia, i propri figli nei confronti di malattie batteriche. A furia di concentrarci sul Covid-19, sembra quasi che malattie infettive meno frequenti siano diventate secondarie, di serie B. Ma attenzione alla gravità di certe situazioni: alcune malattie magari sono meno frequenti ma da un punto di vista clinico possono essere estremamente più gravi, fino a essere fatali”. 

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  • Covid Serie A, capienza ridotta a 5000 spettatori per due giornate

    Covid Serie A, capienza ridotta a 5000 spettatori per due giornate

    La Lega di Serie A ha disposto che nelle prossime due giornate di campionato, quella del 16 e quella del 23 gennaio la capienza negli stadi sarà ridotta ad un massimo di 5000 spettatori. La scelta è stata adottata in considerazione della crescita esponenziale dei contagi covid e in accoglimento della richiesta del Presidente del Consiglio Mario Draghi alla Figc. 

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  • Djokovic può restare in Australia e giocare Australian Open

    Djokovic può restare in Australia e giocare Australian Open

    Novak Djokovic può rimanere in Australia e giocare gli Australian Open. È il risultato dell’udienza davanti alla corte federale presieduta a Melbourne dal giudice Anthony Kelly. Djokovic, no vax, era arrivato in Australia con un visto giudicato irregolare per l’esenzione al vaccino. Il governo australiano ha accettato di revocare la decisione iniziale con cui aveva cancellato il visto del tennista, confinato per giorni al Park Hotel di Melbourne, ora lasciato dall’atleta, che recupera passaporto e effetti personali. Il governo ha riconosciuto di non aver fornito di non aver fornito a Djokovic sufficiente tempo, dopo la cancellazione del visto, per fornire una spiegazione supplementare. 

    “Irragionevole”. Così il giudice Kelly ha valutato la decisione di invalidare il visto si legge sull’Herald Sun.
     

    In teoria, il ministro dell’Immigrazione Alex Hawke può ancora intervenire direttamente e decidere in autonomia di cancellare di nuovo il visto. Tale decisione riporrebbe con ogni probabilità la vicenda in tribunale. 

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  • Covid scuola e rientro, Ricciardi: “Scienza ignorata, si tornerà subito in Dad”

    Covid scuola e rientro, Ricciardi: “Scienza ignorata, si tornerà subito in Dad”

    Sulla scuola “non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia”. Così al Messaggero il professor Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma, secondo il quale “le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza”. “Non c’è solo un problema di riapertura. Nell’insieme le misure prese non sono basate sull’evidenza scientifica a cui si è voluto derogare. E questo è pericoloso. La situazione è esplosiva. Con la Omicron non possiamo permetterci di far circolare dei falsi negativi. Bisognava applicare l’obbligo del Super green pass, ottenuto solo con il vaccino o con il superamento dell’infezione, a tutte le attività. Tutte. E l’obbligo vaccinale solo per gli over 50 non è sufficiente”, aggiunge. 

    “Servirebbe per tutti i lavoratori, di qualsiasi età, che sono a contatto con il pubblico. Ad esempio la cassiera del supermercato, l’autista di un bus, l’impiegato allo sportello delle Poste o di un ufficio pubblico. Obbligo vaccinale per tutti. Per limitare la circolazione del virus, ma anche per proteggere questi lavoratori”. E poi: “Serviva una campagna vaccinale di massa anche tra i bambini. Invece per la fascia di età 5-11 anni stiamo andando molto lentamente. Dovremmo mandare squadre di vaccinatori nelle scuole, proteggere i bambini rapidamente. E poi c’è il problema dell’aerazione delle classi, per la quale non è stato fatto nulla. Si devono installare nelle classi degli impianti, molto semplici, che rilevano l’anidride carbonica perché la saturazione dell’aria favorisce il contagio ed è il momento di aprire le finestre e favorire il ricambio d’aria. Ma sull’aerazione a scuola non è stato fatto nulla”. 

    “Ormai è chiaro che c’è una forte volontà politica del governo per riprendere le lezioni in presenza – aggiunge Ricciardi – ma temo che in assenza di quegli interventi la chiusura verrà da sé con i contagi in classe. Dicono: ma l’incremento dei casi è avvenuto mentre le scuole erano chiuse. Ma ciò che non si capisce che proprio con un numero di positivi così alto la riapertura delle scuole farà incrementare ulteriormente i casi. Se si applicano le misure che ho illustrato, nella prima settimana di febbraio la situazione migliorerà, altrimenti si proseguirà con l’incremento. Gli ospedali in alcune aree del Paese già questa settimana entreranno in crisi, tra due settimane succederà in numerose regioni”. Se sarà necessaria la quarta dose, “è presto per dirlo. Dobbiamo vedere cosa succede a Israele che ha cominciato con la quarta dose e che è una sorta di laboratorio per il resto del mondo. Secondo me – conclude – è più probabile che ciclicamente dovremo proteggere gli anziani e i più fragili, per questo è necessario che siano create delle strutture permanenti che gestiscano questa e le future pandemie”. 

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  • Inter-Lazio 2-1

    Inter-Lazio 2-1

    L’Inter infila l’ottava vittoria di fila in campionato grazie ai gol di due difensori: Bastoni e Skriniar. L’italiano sblocca la partita con un gran tiro da fuori. Immobile fa 1-1 ma è lo slovacco (su cross dello stesso Bastoni) a siglare il definitivo 2-1. I nerazzurri tornano primi in classifica a +1 sul Milan con ancora un match da recuperare. Lazio sesta ferma a quota 32 insieme a Roma e Fiorentina ma i viola devono recuperare due partite.  

    L’Inter parte con un giro palla più incisivo rispetto agli ospiti e non è un caso che le prime occasioni siano di matrice nerazzurre. Prima De Vrij su corner manca di poco l’impatto, poi Perisic di testa su assist di Barella manda alto di un soffio e quindi Lautaro che il gol lo trova anche, su uno splendido assist verticale di Sanchez, ma l’arbitro col var annulla per un fuorigioco millimetrico. Un brivido che non scioglie la Lazio e anzi dà ancora più coraggio ai nerazzurri che costringono Strakosha al vero e proprio miracolo su volée di Lautaro. Il gol è nell’aria e arriva al 30′ ancora sugli sviluppi di un corner messo fuori da Cataldi, ma su cui si fionda Bastoni, bravo a trovare il sinistro all’angolino che non lascia scampo al portiere. 

    L’Inter si siede e forse si rilassa troppo perché su una palla lasciata e scodellata dall’arbitro Cataldi dal nulla lancia in verticale per Immobile, che sguscia dietro Skriniar e beffa l’incomprensione fra De Vrij e un Handanovic che sbaglia il tempo dell’uscita per insaccare un pareggio fino a quel momento inaspettato. Il gol sblocca energie mentali nascoste dei biancocelesti che trovano campo e con Pedro costringono Handanovic a smanacciare prima della fine del primo tempo. 

    Nella ripresa è la Lazio a uscire meglio dagli spogliatoi e prima con Immobile costringe Handanovic all’intervento in due tempi e poi con Milinkovic-Savic manda a lato su cross di Felipe Anderson. Due brividi che danno la scossa all’Inter che cresce nei ritmi e nelle occasioni. La punizione dal limite di Sanchez è respinta di pugno da Strakosha e nell’azione successiva prima il portiere è miracoloso su Dumfries da due passi e poi è Luiz Felipe ad immolarsi sul tiro a porta vuota di Perisic. 

    Anche questa volta il pressing nerazzurro si concretizza poco dopo perché Bastoni, ispiratissimo e spesso sganciato in attacco, confeziona un cross a centro area su cui si fionda Skriniar che di testa batte Strakosha per il 2-1. 

    La Lazio prova a reagire subito, ma il colpo di testa di Pedro è rispedito al mittente da Skriniar e la girandola di cambi non fa altro che abbassare i ritmi e agevolare l’Inter. Radu rischia il rosso (estratto e poi tolto da Pairetto). Immobile segna il 2-2 in nettissimo fuorigioco e poi costringe Handanovic all’uscita bassa a valanga dopo un altro pasticcio fra De Vrij e Skriniar, ma la difesa dell’Inter regge fino al triplice fischio finale e regala ai nerazzurri i primi tre punti del 2022.  

     

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