Anno: 2022

  • Inaugurata a Milano e Pechino la Mostra ‘Cina-Italia: Giochi Olimpici invernali’

    Inaugurata a Milano e Pechino la Mostra ‘Cina-Italia: Giochi Olimpici invernali’

    L’11 gennaio è stata inaugurata – contemporaneamente a Pechino e a Milano – la Mostra “Cina-Italia: Giochi Invernali Olimpici e Paralimpici Pechino 2022”, prima tappa dell’Express Culturale Cina-Europa (Milano) con la forma “online e offline”. L’evento è stato co-organizzato dalla Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs (FICTS) e dalla China Center for International Communication Development (CICG), con il supporto dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e del Media and Communications Department of Beijing 2022, Comitato Organizzatore di Pechino per i Giochi Olimpici Invernali 2022. 

    Hanno partecipato all’evento l’Ambasciatore cinese in Italia Li Junhua, la Portavoce del Comitato Organizzatore di Pechino per i Giochi Olimpici Invernali 2022 Yan Jiarong, il Presidente della Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs (FICTS) e Membro della Commissione Cultura e Patrimonio Olimpico del CIO Prof. Franco Ascani e il V. Direttore Generale del China International Communication Group (CICG) Lu Cairong. Qualificati relatori, ospiti e media provenienti da Cina e Italia hanno presenziato all’inaugurazione della Mostra concentrata su scambi e cooperazioni tra Cina e Italia attraverso i Giochi Olimpici e Paralimpici. 

    L’Ambasciatore Li Junhua ha espresso la sua soddisfazione per l’attivo sostegno dell’Italia ai Giochi di Pechino 2022 ricordando che i Comitati Olimpici Italiano e Cinese hanno firmato un “Memorandum d’Intesa” sulla cooperazione negli sport invernali. “Il tempo di una Olimpiade invernale è relativamente limitato, ma l’amicizia nata attraverso i Giochi invernali prosegue. Il 2022 è l’“Anno della cultura e del turismo Cina-Italia” e, grazie ai Giochi, gli scambi interpersonali e le cooperazioni concrete tra i due Paesi inaugureranno un nuovo e maggiore sviluppo” – ha concluso l’Ambasciatore. 

    Yan Jiarong, Portavoce del Comitato Organizzatore di Pechino per i Giochi Olimpici Invernali 2022, ha sostenuto che la Mostra riflette concretamente la cultura dello sport invernale della Cina e dell’Italia e testimonia la rilevanza della fruttuosa cooperazione olimpica tra le due Nazioni. Il Comitato Organizzatore di Pechino per i Giochi Olimpici Invernali 2022 fornirà servizi di prima classe agli atleti di tutto il mondo, Italia compresa, con il massimo entusiasmo. “La Cina è disposta a continuare a rafforzare la comunicazione e la cooperazione con l’Italia, a scambiare esperienze nella gestione dei Giochi Olimpici promuovendo maggiori scambi e cooperazione tra i due Paesi”. 

    Il Prof. Franco Ascani, Presidente della FICTS, ha sostenuto che i Giochi sono un’opportunità per sviluppare ed esprimere la cultura del Paese ospitante. I Giochi Olimpici di Pechino 2022 e di Milano-Cortina 2026 costituiscono un’opportunità di crescita, di rappresentazione e di espressione della cultura del Paese ospitante. “Raccontare un’avventura o un’impresa sportiva dei Giochi attraverso i media significa contribuire alla diffusione delle conoscenze e del sapere e incidere sulle mutazioni del vivere civile e dei rapporti umani”. 

    Lu Cairong,V. Direttore Generale del CICG, ha affermato che la Cina e l’Italia sono due esempi eccellenti delle civiltà dell’Oriente e dell’Occidente, tra cui esiste una lunga storia di scambi amichevoli. “Come scrisse Alberto Moravia, l’amicizia non è una scelta accidentale, ma il risultato di una mentalità simile. Per la CICG, la Mostra è un punto di partenza per cooperare con più enti italiani per migliorare l’apprendimento reciproco e gli scambi tra le due civiltà”. 

    Yin Jie, V. Editrice del China Center for International Communication Development del CICG, ha presieduto l’evento evidenziando il tema “Giochi Olimpici Invernali e l’immagine nazionale”. “Cina e Italia hanno organizzato in amicizia la Mostra sui Giochi Olimpici Invernali in contemporanea nelle due città. Il motto ufficiale dei Giochi Olimpici Beijing 2022 “Together for a Shared Future” rappresenta i valori fondamentali nonché la visione e la filosofia del Movimento Olimpico”. 

    Marco Riva, Presidente del Comitato Nazionale Olimpico Italiano – Regione Lombardia, ha presentato i preparativi dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026 e ha comunicato che “l’Italia e la Lombardia opereranno all’insegna del principio dello sviluppo sostenibile ospitando i prossimi Giochi con numerose innovazioni tecnologiche, in modo da avvantaggiare il territorio e lasciare una ricca eredità per le generazioni future”. 

    Lin Cunzhen, V. Preside della Scuola di Design, Accademia Centrale di Belle Arti della Cina, Direttrice scenografie del Dipartimento delle Attività Culturali, Comitato Organizzatore di Pechino per i Giochi Olimpici Invernali 2022, ha condiviso le sue ispirazioni e le idee creative degli emblemi, delle mascotte, delle icone sportive, delle torce e di altri disegni dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Pechino attraverso un processo di progettazione integrando il concetto olimpico con la cultura storica cinese per mostrare l’immagine moderna della Cina. Fausto Narducci, Caporedattore degli Sport Olimpici della “Gazzetta dello Sport”, ha sottolineato i valori del patrimonio Olimpico per lo sviluppo del territorio e l’importanza dei Giochi per “la crescita economica del Paese ospitante per consegnare una nuova cultura sportiva e uno stile di vita sano al mondo attraverso l’attuazione del concetto di sviluppo sostenibile”. 

    Sun Ming, Presidente dell’“Academy of Contemporary China and World Studies”, ha relazionato sul tema “I Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Pechino 2022 e la trasmissione dei valori umanistici” ribadendo che “i Giochi che si ispirano ad un nuovo modello di identità culturale non saranno solo un evento sportivo ma anche una “festa culturale”. Pechino, unica città di doppi Giochi Olimpici (2008 e 2022), sarà un’opportunità per praticare pienamente il concetto di “servire l’uomo”. 

    Claudio Arrigoni, giornalista del “Corriere della Sera” e Voce ufficiale Rai dei Giochi Paralimpici, ha riassunto lo sviluppo degli sport e dei Giochi Paralimpici che portano cambiamenti positivi nello sport sottolineando l’esigenza di una maggiore attenzione per il settore. 

    L’iniziativa si colloca nel progetto Express Culturale Cina-Europa, elaborato dal China Center for International Communication Development del CICG per mostrare la cultura cinese e promuovere l’immagine della Cina con una più profonda integrazione e cooperazioni reciprocamente vantaggiose tra Cina ed Europa nei settori della cultura, dell’economia e del commercio, come – ad esempio – la tappa a Milano dove la Mostra Cina-Italia sui Giochi e Paralimpici Invernali durerà fino al 13 gennaio. 

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  • Calcio e covid, stop partita con 30% giocatori positivi: ipotesi

    Calcio e covid, stop partita con 30% giocatori positivi: ipotesi

    Con il 30-35% di giocatori contagiati in una squadra, scatta il rinvio di una partita di Serie A? “E’ un’ipotesi concreta, i diretti interessati stanno dialogando per arrivare un protocollo condiviso. Credo si possa arrivare a regole nuove che permettano di dare risposte omogenee su tutto il territorio nazionale”. Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ospite di AdnKronos Live risponde alle domande sulle nuove regole che dovrebbero consentire al calcio – in particolare alla Serie A – di portare avanti la stagione nonostante le difficoltà legate al covid. Le ultime giornate sono state caratterizzate dall’intervento di varie Asl, con provvedimenti a macchia di leopardo. 

    “C’è un percorso avviato con questo mondo -dice Costa riferendosi al calcio-, in questo caso occorre creare omogeneità nel Paese. Quindi stabilire regole e protocolli precisi e per questo c’è un percorso avviato con la Lega Calcio, le Regioni e il ministero della Salute e confido che nei prossimi giorni si possa arrivare a un nuovo protocollo che farà chiarezza. Si parla di una percentuale del 30-35% di contagiati nelle squadre e potrebbe essere un parametro che ci permetta di arrivare ad una mediazione”. 

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  • Covid, “67% positivi è asintomatico e in media under 50”

    Covid, “67% positivi è asintomatico e in media under 50”

    Mentre la variante Omicron di Sars-CoV-2 continua la sua ascesa, i contagi Covid in Italia mettono il turbo. Ma chi sono i positivi di oggi e con che tipo di infezione fanno i conti? A tracciare un identikit è uno studio di Artemisia Lab che con il suo team scientifico e la rete di centri sul territorio ha approfondito questo e altri aspetti. Emerge che la maggior parte delle persone risultate positive al virus, il 67%, è asintomatica, con una età media inferiore 50 anni. Solo il 2% risulta avere sintomi severi e il 35% ha manifestato sintomi di lieve entità quali febbre, spossatezza, mal gola e raffreddore.  

    Questo il quadro tracciato. Il monitoraggio mensile del coronavirus Sars-Cov-2 in Italia – si legge in una nota in cui vengono riportati i risultati dello studio – colloca il Lazio al quinto posto della distribuzione regionale dei casi attualmente positivi, rilevando come da qualche mese si ha un incremento progressivo dei ‘nuovi’ casi, facendo così subire un’impennata alla curva epidemiologica nel periodo pre e post-festività natalizie, definendola come quarta ondata. Questo è dipeso – spiegano gli esperti – sia dal’incremento dell’attività di testing, intesa come numero di tamponi, sia dall’aumentata circolazione virale intesa come incremento del tasso di positività a causa dell’avanzare della nuova variante Omicron, la quale è molto più contagiosa della Delta, come è emerso da studi di letteratura pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche. Nei centri della rete Artemisia Lab, sono stati eseguiti nel mese di dicembre un totale di circa 14mila tamponi molecolari, di cui 1.671 positivi. 

    I dati sulla distribuzione di asintomatici, paucisintomatici e casi severi, emersi dall’analisi realizzata dalla rete Artemisia Lab, sono in linea con le statistiche nazionali che confermano come “il trend dei ricoverati con sintomi e in terapia intensiva sia in miglioramento” e che è in corso una “diffusione virale tra i giovanissimi”. 

    La differenza sostanziale tra le altre ondate e quella in corso “è la copertura vaccinale – analizzano gli esperti – Secondo gli studi prodotti dalla comunità scientifica nelle ultime settimane, la vaccinazione protegge dalle forme gravi della malattia, ma ci sono dubbi sulla effettiva copertura dall’infezione della variante Omicron”. Le dosi di vaccino anti-Covid somministrate nel Lazio sono state circa 12 milioni. In particolar modo, da una metanalisi condotta dalla rete Artemisia Lab, è emerso come i soggetti risultati positivi con una sola dose risultano essere il 20%, quelli con la doppia dose il 35% e quelli con la dose booster circa il 4%. Mentre i soggetti senza alcun vaccino risultano essere circa il 45%, ma con sintomi più importanti dei soggetti vaccinati e necessità di cure o ricovero ospedaliero. “Ovviamente le percentuali fanno riferimento alle richieste avvenute nel nostro centro e non può essere considerato come distribuzione di normalità statistica su larga scala”, precisano dalla rete.  

    Inoltre, segnalano gli esperti, “la variante Omicron potrebbe influire sui risultati dei tamponi nasali antigenici con un’incidenza di falsi negativi. Uno dei motivi potrebbe essere la sede di infezione preferenziale, non più nelle cavità nasali, bensì in gola. Sarebbero quindi consigliati i test antigenici su saliva (non autorizzati in Italia per il rilascio del Green pass) che in seguito a diversi studi hanno rilevato una quota maggiore di infezioni da Omicron, rispetto ai prelievi nasali antigenici. Questo potrebbe essere un ulteriore suggerimento per tenere sotto controllo la diffusione del virus, prevenendone il contagio e la malattia”.  

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  • Covid Milano, da 14 gennaio riapre l’ospedale in Fiera

    Il 14 gennaio saranno riattivati a Milano i primi due moduli di terapia intensiva nella struttura temporanea allestita in Fiera Milano City. Anche questa volta il coordinamento è affidato al Policlinico di Milano che, assieme al Niguarda e ad altre strutture, fornirà il personale medico e tecnico sanitario.  

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  • Covid oggi Italia, aumentano ricoveri in ospedale

    Covid oggi Italia, aumentano ricoveri in ospedale

    Con i contagi che aumentano trainati dalla variante Omicron, salgono oggi in Italia anche i ricoveri Covid in ospedale, sia in area non critica che in terapia intensiva. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. In area non critica sono arrivati al 27% mentre i letti di terapia intensiva occupati da pazienti con Covid sono al 18%: entrambi sono un punto percentuale in più rispetto alla precedente rilevazione.  

    I ricoveri in area non critica aumentano in 13 regioni: la Valle d’Aosta sfonda la quota del 50% (54%), con un aumento di 8 punti; Abruzzo (26%, +2 punti); Basilicata (21%, +1); Emilia Romagna (24%, +1); Lazio (25%, +1); Lombardia (31%, +2); provincia di Trento (24%, +3); Piemonte (33%, +1); Puglia (17%, +1); Sardegna (13%, +1); Sicilia (32%, +1); Veneto (25%, +1).  

    A queste si aggiunge la situazione della Calabria, dove i posti letto sono occupati al 38% con una crescita di 2 punti, un dato quindi vicino alla soglia critica del 40%. 

    Per quanto riguarda la terapia intensiva, ad aumentare sono i ricoveri in rianimazione nella provincia di Trento, che arriva al 31%, in Abruzzo che sale al 18%, in Sicilia che arriva al 20% e in Umbria (16%). Ma crescono anche Calabria (20%), Campania (12%), Lombardia (17%), Piemonte (24%), Puglia (10%), Sardegna (14%), Toscana (21%). 

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  • Djokovic ammette: “Positivo al Covid ho rotto isolamento per intervista”

    Djokovic ammette: “Positivo al Covid ho rotto isolamento per intervista”

    Novak Djokovic lo ammette: due giorni dopo essere risultato positivo al coronavirus ha infranto le regole di isolamento per incontrare un giornalista per una intervista. Su Instagram, il numero uno del tennis mondiale ha ammesso che sì, avrebbe dovuto rimandare. “Mi sono sentito in dovere di condurre l’intervista a L’Equipe perché non volevo deludere il giornalista”, ha scritto Djokovic nel post di Instagram. IDjokovic ha garantito che in quell’occasione ha ”preso le distanze sociali e ho indossato una mascherina, tranne quando è stata scattata una fotografia”. 

    Nel post, il campione serbo ha anche accusato il suo agente di aver commesso un errore nel modulo di viaggio per l’Australia, dove è andato per giocare gli Open 2022. E’ invece ”disinformazione”, ha aggiunto, quella che sostiene che sia andato in giro dopo il test positivo del 16 dicembre. 

    NESSUNA DECISIONE PRIMA DI DOMANI 

    Una decisione sul caso di Novak Djokovic non verrà presa prima di domani. Lo ha detto l’agenzia di stampa australiana Aap. Resta sospesa la sua partecipazione agli Australian Open 2022 della prossima settimana, perché il ministro dell’Immigrazione Alex Hawke potrebbe cancellare il suo visto. ”Gli avvocati di Djokovic hanno recentemente fornito lunghe ulteriori osservazioni e documentazioni di supporto ritenute rilevanti per la possibile cancellazione del suo visto”, ha affermato oggi l’ufficio di Hawke. “Naturalmente, questo allungherà i tempi per una decisione”, ha aggiunto. 

    Non vaccinato, il campione di Tennis è entrato in Australia con un certificato di guarigione dal coronavirus che ha contratto lo scorso 16 dicembre. 

     

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  • Covid endemico in Italia come influenza? Cosa dicono esperti

    Covid endemico in Italia come influenza? Cosa dicono esperti

    Potrà il covid far parte delle nostre vite come l’influenza, diventando endemico? E se sì, quanto ci vorrà? Da Bassetti a Gismondo passando per l?ema, ecco cosa ne pensano gli esperti. 

    Bassetti
     

    La Spagna si sta preparando a gestire la pandemia come un’influenza “e non vedo grosse differenze tra quel paese e l’Italia. Dobbiamo cercare di cambiare la testa di chi ci governa soprattutto nell’ambito della ministero della Salute con meno teoria e più pratica. Anche l’Italia è pronta a svoltare da pandemia a endemia. Ci sono però troppe leggi, leggine, lacci e lacciuoli, che ci stanno complicando la vita in maniera impressionate. L’Italia con un cambio di passo segua il modello spagnolo”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. “Abbiamo quasi il 90% degli italiani che sono vaccinati (82%) o guariti dall’infezione, e in questi giorni con l’aumento imponente dei contagi più e più persone si stanno proteggendo anche in maniera naturale dall’infezione – ricorda Bassetti – Siamo quindi vicino all’immunità di gregge. Dobbiamo finire di fare alcune cose che andavano bene un anno fa ma oggi non vanno bene più: il report giornaliero dei contagi che francamente non fa altro che mettere ansia a chi lo legge; non ha più senso tamponare gli asintomatici concentriamoci su chi ha i sintomi come si fa con l’influenza; classifichiamo come casi Covid solo chi ha una polmonite, ascoltando i medici; corriamo con le terze dosi; mettiamo l’obbligo vaccinale – suggerisce l’infettivologo – per chi ancora non si è immunizzato perché sono queste le persone che affollano gli ospedali; ma poi occorre avere una visione diversa, avvantaggiare i vaccinati rispetto ai non immunizzati intervenendo sulla durata delle quarantene”. 

    Ricciardi
     

    Cominciare a gestire la pandemia con strumenti ordinari come per l’influenza? “E’ il desiderio di tutti, ma non ci sono le condizioni. La fattibilità di una strategia del genere deve essere confermata da evidenze scientifiche che in questo momento non mi pare ci siano. Resta un pio desiderio per ora”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, commentando l’orientamento della Spagna che si appresta a preparare un piano per uscire dalla gestione emergenziale. “E’ l’aspirazione che condividiamo tutti – ribadisce Ricciardi – ma che deve essere consolidata attraverso passaggi concreti e decisioni basate sulla scienza. Non è soltanto desiderando un obiettivo che si raggiunge. E nemmeno facendo finta che questa sia un’influenza, perché non lo è. E’ una malattia pandemica ancora grave, con virus a trasmissione respiratoria, con tutta una serie di incognite legate alle varianti che possono emergere e che sono emerse in maniera importante nell’anno passato. Per realizzare questa ambizione servono una serie di misure basate sull’evidenza. Non è ancora tempo”. 

    Pregliasco
     

    “C’è una voglia di normalità, ma siamo in una fase di transizione, perché dobbiamo far passare questa nottata che è un po’ lunga, una nottata che prevedrà un impegno diciamo fino a marzo. Però i vari governi vogliono lanciare un messaggio positivo, lo stesso che abbiamo lanciato noi con la scuola. Condivido la sfida, anche se mi aspetto una quantità di classi in Dad nel prossimo futuro, però è questa l’enfasi che viene data dalla politica: vogliamo superare l’emergenza, prepariamoci a una nuova normalità e a una convivenza col virus”. Così il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, commenta con l’Adnkronos Salute. “Sono in alcuni casi dei proclami – osserva l’esperto – ma di approccio, anche perché il consenso sennò va a scemare e si rischia una depressione, quindi ci vuole”. Per quanto riguarda il Regno Unito, “loro forse hanno lasciato i buoi uscire dalla stalla più di noi mentre noi abbiamo voluto mitigare. E’ chiaro che lasciando uscirei buoi – prosegue con la metafora Pregliasco – tu hai una curva a campana molto veloce con un picco che si raggiunge prima. Noi mitigando abbassiamo la curva, ma spalmiamo il tutto su un tempo più lungo riuscendo però a gestire meglio il tutto”. Ma quali sono i numeri che permetteranno anche noi di iniziare a gestire il virus come un’endemia? “I valori della zona bianca – risponde netto il virologo – Se si va oltre, comincia ad esserci ancora una condizione problematica. Ci sono ancora troppi morti, probabilmente perché abbiamo un mix di Omicron e Delta, per poterla gestire come un’influenza. Siamo in questa fase di transizione”. 

    L’orizzonte è quindi la primavera? “Dipenderà sempre dall’incognita di nuove varianti. Comunque – chiarisce il medico – dovremo considerare nuovi aspetti di normalità. Noi ridevamo quando vedevamo i turisti orientali con la mascherina – ricorda Pregliasco – ma ora credo sia sdoganato e si debba sdoganare questo approccio nel futuro. Non potremo più, come purtroppo avveniva in passato, cadere nella sottovalutazione e mandare a scuola il bambino con qualche linea di febbre infarcendolo di Tachipirina. Insomma, ci vorrà più attenzione – raccomanda l’esperto – Iniziamo a pensare a una pianificazione, ma ci vuole ancora tempo. Deve passare la nottata”. 

    Gismondo
     

    Nella gestione di Covid-19, in Italia “purtroppo viviamo ancora in un isterismo che deve finire. E soprattutto deve finire questo ‘tamponificio’ che non serve a nulla e ci sta facendo sprecare tante risorse economiche e umane che potrebbero essere investite diversamente”. Con questa considerazione la microbiologa Maria Rita Gismondo invita a guardare invece alla Spagna, che “secondo quanto dichiarato dal suo premier sta preparando un bel piano di ritorno alla vita normale. Un modello di convivenza con il virus che, come dico da tempo, avremmo dovuto cominciare a pianificare anche noi”, sottolinea all’Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. 

    Se l’intenzione della Spagna è di “proporre un progetto da discutere a livello Ue per una condivisione almeno nell’area europea – ragiona l’esperta – credo che sia davvero arrivato il tempo di metterlo in atto, perché abbiamo capito che questo virus resterà con noi per tanti anni o forse per sempre, e perché oggi abbiamo i mezzi per convivere con Sars-CoV-2 minimizzandone il più possibile i danni: armi come i vaccini, soprattutto, ma anche come i nuovi farmaci antivirali”. 

    Considerando inoltre che “la tendenza è verso una sostituzione della variante Delta con la Omicron, molto contagiosa ma con una patogenicità inferiore ormai acclarata”, secondo Gismondo “abbiamo tutti gli elementi per poter pensare di gestire Covid-19, così come ha spiegato il premier spagnolo, come un’influenza stagionale. Malattia che certamente non è da sottovalutare, specie per le persone fragili – tiene a precisare – ma che non è un’emergenza”. 

    Lopalco
     

    “La gestione ordinaria della pandemia, da trattare come un’influenza endemica complessa, è un punto di arrivo a cui dobbiamo arrivare presto. Certo è complicato farlo da un giorno all’altro. Ed è impossibile in piena ondata. Ma appena passata questa ondata, a mio avviso la direzione deve essere questa”. Lo dice all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento, commentando la decisione della Spagna di mettere a punto un piano per gestire la pandemia con strumenti ordinari, come si trattasse di un’influenza endemica. 

    Secondo Lopalco, dunque, “è necessario un progressivo avvicinamento a questa modalità. Non dobbiamo farlo domani, ma dovrebbe essere la nostra strategia. Del resto è questo che ci siamo prefissati quando abbiamo cominciato a dire che, grazie alla vaccinazione, si sarebbe arrivati ad una convivenza pacifica con il virus. Passare a mezzi ordinari di gestione dell’epidemia non è altro che questo: convivenza pacifica con il virus. Ed è una strategia che abbiamo già scelto”. 

    Cavaleri (Ema)
     

    La diffusione in Europa della variante Omicron del Sars-CoV-2 “preoccupa” perché, anche se sembra provocare una malattia più lieve, causerà “molti ricoveri in ospedale. Nello stesso tempo il fatto che il virus sia così trasmissibile significa che molte persone saranno esposte. Questo spingerà l’immunità”, aggiungendo “uno strato” di immunità naturale a quella fornita dalla vaccinazione. “Possiamo pensare che dopo che questa ondata sarà passata in Europa e altre parti del mondo, avremo una forte immunità” della collettività, cosa che “potrebbe aprire la via verso” uno scenario endemico, spiega Marco Cavaleri, responsabile per i vaccini dell’Ema, durante un briefing video con la stampa in collegamento da Amsterdam, dove l’agenzia ha sede. “Nessuno sa quando arriveremo alla fine del tunnel, ma ci arriveremo. Stiamo vedendo che ci muoviamo” verso uno scenario in cui il Sars-CoV-2 “diventa più endemico, ma non possiamo dire che abbiamo già raggiunto quello status”, aggiunge. 

    Il virus, continua, “si comporta ancora come un virus pandemico e l’emergere di Omicron lo mostra chiaramente. Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in pandemia”, afferma subito dopo. “Ciò nonostante, con l’aumento dell’immunità nella popolazione e con Omicron ci sarà molta immunità naturale oltre a quella data dalla vaccinazione, ci muoveremo rapidamente ad uno scenario più vicino all’endemicità” del coronavirus, conclude Cavaleri. 

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  • Covid oggi Italia, 220.532 contagi e 294 morti: bollettino 11 gennaio

    Covid oggi Italia, 220.532 contagi e 294 morti: bollettino 11 gennaio

    Sono 220.532 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia oggi, 11 gennaio 2022, secondo i dati e i numeri Covid – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. I morti sono 294, si tratta del numero più alto della quarta ondata. 

    Da ieri sono stati processati 1.375.514 tamponi con un tasso di positività al 16%. Sono stati 185 gli ingressi in terapia intensiva in 24 ore, 1.677 in totale. Sono 727 i ricoverati con sintomi, 17.067 in totale.  

    Sono 7.554.344 i contagiati dal Covid-19 dall’inizio dell’emergenza, mentre le vittime salgono a 139.265. I guariti sono 5.410.482, 56.560 nelle ultime 24 ore. Ad oggi in Italia sono 2.004.597 i positivi al Coronavirus, 60.618 in più di ieri.
     

    LOMBARDIA – Sono 45.555 i nuovi contagi da Coronavirus in Lombardia secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 55 morti. Da inizio pandemia ci sono state 35.519 vittime nella Regione. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 265.222 tamponi con un tasso di positività al 17,1%. 

    Salgono i ricoveri in terapia intensiva: sono 256, 10 in più da ieri, mentre i pazienti ricoverati non in terapia intensiva sono 3.202, 203 in più da ieri. 

    Sono 13.022 i nuovi positivi al Covid, registrati nella provincia di Milano nelle ultime 24 ore, di cui 5.212 a Milano città. Quanto alle altre province lombarde, a Bergamo si registrano 4.111 nuovi casi, a Brescia 6.408, a Como 3.279, a Cremona 1.611, a Lecco 1.443, a Lodi 1.126, a Mantova 1.876, nella provincia di Monza e Brianza 3.831, a Pavia 2.525, a Sondrio 782 e a Varese 4.187. 

    CAMPANIA – Sono 30mila i nuovi contagi da Coronavirus in Campania secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 20 morti, 20 nuovi decessi, 14 dei quali avvenuti nelle ultime 48 ore e 6 avvenuti in precedenza, ma registrati ieri. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 125.665 tamponi, di cui 77.387 antigenici e 48.278 molecolari. 

    In Campania sono 85 i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva, 8 in più rispetto a ieri, e 1.091 i pazienti Covid ricoverati in reparti di degenza, 6 in più rispetto al dato diffuso ieri. 

    LAZIO – Sono 12.788 i nuovi contagi da Coronavirus nel Lazio secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 43 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 25.509 tamponi molecolari e 90.441 antigenici con un tasso di positività all’11%. 

    I ricoverati sono 1.583 i ricoverati, 65 in più da ieri, 196 le terapie intensive occupate, una in meno, e 3.153 i guariti. I casi a Roma città sono a quota 5.336. 

    Nel dettaglio i casi e i decessi registrati nelle aziende sanitarie del Lazio nelle ultime 24 ore. Asl Roma 1: sono 1.972 i nuovi casi e 5 i decessi; Asl Roma 2: sono 2.816 i nuovi casi e 8 i decessi; Asl Roma 3: sono 548 i nuovi casi e 5 i decessi; Asl Roma 4: sono 863 i nuovi casi e 5 i decessi; Asl Roma 5: sono 1.338 i nuovi casi e 5 i decessi; Asl Roma 6: sono 1.377 i nuovi casi e 6 i decessi. Nelle province si registrano 3.874 nuovi casi: Asl di Frosinone: sono 1.103 i nuovi casi e 1 decesso; Asl di Latina: sono 1.599 i nuovi casi e 5 i decessi; Asl di Rieti: sono 484 i nuovi casi e 2 i decessi; Asl di Viterbo: sono 688 i nuovi casi e 1 decesso. 

    EMILIA ROMAGNA – Sono 14mila i nuovi contagi da Coronavirus in Emilia Romagna secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 35 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 78.623 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività del 17,8%. Da ieri sono guarite 3.524 persone. In 226.810 in isolamento a casa. 

    I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 152, uno in più rispetto a ieri, con un’età media di 61,9 anni. Sul totale, 112 non sono vaccinati pari al 73,7%, mentre 40 sono vaccinati con ciclo completo. Per quanto riguarda i pazienti, ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.166, 123 in più rispetto a ieri, con un’età media 68,4 anni. 

    TOSCANA – Sono 16.290 i contagi da coronavirus in Toscana oggi, 11 gennaio 2022, secondo numeri e dati covid del bollettino della regione anticipato dal governatore Eugenio Giani. “I nuovi casi registrati in Toscana sono 16.290 su 87.520 test di cui 20.951 tamponi molecolari e 66.569 test rapidi. Il tasso dei nuovi positivi è 18,61% (77,4% sulle prime diagnosi)”, scrive Giani su Telegram, aggiungendo che i vaccini attualmente somministrati in Toscana sono 7.473.865. 

    PUGLIA – Sono 7.287 i nuovi contagi da coronavirus oggi 11 gennaio in Puglia, secondo i dati dell’ultimo bollettino covid-19. Si registrano altri 4 morti. I nuovi casi, individuati attraverso 87.269 tamponi, sono cosi suddivisi per provincia: Bari: 2.288; Bat: 708; Brindisi: 846; Foggia: 1.059; Lecce: 1.451; Taranto: 835; Residenti fuori regione: 78; Provincia in definizione: 22. Sono 69.410 le persone attualmente positive, 475 ricoverate in area non critica e 49 in terapia intensiva. Dati complessivi: 363.483 casi totali; 6.429.204 tamponi eseguiti; 287.045 persone guarite e 7.028 decessi. 

    BASILICATA – Sono 868 i nuovi contagi da coronavirus in Basilicata secondo il bollettino di oggi, 11 gennaio. Non si registrano invece nuovi decessi. 2.781 i tamponi molecolari effettuati nelle ultime 24 ore. I lucani guariti o negativizzati sono 246. I ricoverati per Covid-19 sono 78 (+4) di cui 2 in terapia intensiva: 41 (di cui 2 in TI) nell’ospedale di Potenza; 37 in quello di Matera. Nel complesso gli attuali positivi residenti in Basilicata sono 11.085. Per la vaccinazione, ieri sono state effettuate 5.678 somministrazioni. 

    ABRUZZO – Sono 4.996 i nuovi contagi da Coronavirus in Abruzzo secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 2 morti, un 77enne della provincia di Chieti e una 88enne della provincia dell’Aquila. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 6.090 tamponi molecolari e 45.007 test antigenici con un tasso di positività al 9.77%. Da inizio pandemia il totale delle vittime sale a 2.673. Da ieri sono guarite 1.029 persone. 

    Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 54.382. I pazienti ricoverati in area medica sono 338, 24 in più rispetto a ieri, mentre le terapie intensive occupate sono 32, 7 in più rispetto a ieri. In isolamento domiciliare 54.012 persone. Tra le province con il maggior numero di nuovi casi Chieti a 1.398, Teramo a 1.280, Pescara a 1.279 e L’Aquila a 817. 

    CALABRIA – Sono 2.189 i nuovi contagi da Coronavirus in Calabria secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 2 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 14.004 tamponi, tra molecolari e antigenici. Nella Regione sono 1.108 gli attualmente positivi, 28 in più i ricoveri per un totale di 410 e, infine, 4 terapie intensive occupate in più per un totale di 38. 

    PIEMONTE – Sono 18.600 i nuovi contagi da Coronavirus in Piemonte secondo il bollettino di oggi, martedì 11 gennaio 2022, con i dati della Regione. Nella tabella si fa riferimento ad altri 13 morti. I nuovi casi sono pari al 18,3% dei 101.414 tamponi eseguiti, di cui 86.784 antigenici. Nelle ultime 24 ore sono guarite 12.330 persone. 

    I ricoverati in terapia intensiva sono 148, 8 in più rispetto a ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 1.911, 66 in più rispetto a ieri. In isolamento domiciliare 148.626 persone. Da inizio pandemia sono morte 12.191 persone. 

    FRIULI VENEZIA GIULIA – Sono 4.187 i contagi registrati oggi, 11 gennaio, in Friuli Venezia Giulia, secondo il bollettino con i dati Covid della Regione. Nove i decessi. Su 9.026 tamponi molecolari sono stati rilevati 916 nuovi contagi, con una percentuale di positività del 10,15%. Sono inoltre 25.739 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 3.271 casi (12,71%). Le persone ricoverate in terapia intensiva scendono a 37 mentre i pazienti ospedalizzati in altri reparti sono 353. 

    VENETO – Sono 21.504 i contagi da coronavirus in Veneto oggi, 11 gennaio 2022, secondo i numeri record del bollettino della regione. Il totale delle vittime dall’inizio dell’emergenza arriva a 12.612. In base al confronto con i dati diffusi ieri da Protezione Civile e ministero della Salute, nelle ultime 24 ore si registrano 29 morti. Nella regione, attualmente i positivi sono 205.699. I pazienti covid ricoverati in ospedale in area non critica sono 1.680. In terapia intensiva, invece, 215 persone. 

     

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  • Novartis, partnership su territorio per sanità più moderna e vicina a cittadini

    Novartis, partnership su territorio per sanità più moderna e vicina a cittadini

    Novartis Italia riparte dalle Regioni per “una sanità sempre più incentrata sul paziente e sulla relazione con il territorio e le istituzioni. Un nuovo approccio che, con la lotta alla pandemia e le direttrici indicate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si rende necessario per sostenere la ripartenza del Paese e del sistema sanitario nel suo complesso”, spiega l’azienda in una nota.  

    “Quello che stiamo mettendo in campo è un cambio di paradigma importante, in linea con le indicazioni del Pnrr e ancora di più con le esigenze ormai inderogabili dei pazienti che hanno diritto ai più elevati standard di cura e di assistenza”, sottolinea Pasquale Frega, Country President e Amministratore Delegato di Novartis Farma. “La salute è sempre più al centro delle politiche pubbliche. Il mondo e l’Italia stanno cambiando; per questo cambiamo anche noi, ideando e proponendo, insieme a chi è impegnato in prima linea a disegnare la sanità del futuro, le soluzioni più innovative. Staremo dunque accanto alle Regioni per rendere il sistema più moderno, efficiente, vicino ai cittadini in uno spirito di collaborazione tra pubblico e privato”. 

    Le nuove funzioni – illustra la nota – si avvarranno di figure professionali e competenze a supporto di un approccio basato su una gestione sanitaria, sempre più connessa e integrata con il territorio, che favorisca lo sviluppo di una medicina preventiva, personalizzata e di un’assistenza sanitaria incentrata sulle esigenze del singolo cittadino. Tre i cambiamenti principali: il nuovo team di Regional Affairs – nell’ambito della funzione Public Affairs & Sustainability – darà vita a partnership strategiche con gli stakeholder regionali alla luce di quanto previsto dal Pnrr, partendo dalla Missione 6 (Salute) fino ad allargarsi alla transizione ambientale, l’inclusione sociale e la ricerca. Il team di Regional Access & Partnership – nell’ambito della funzione Value, Access and Regional Partnership – aggiungerà, alle competenze di accesso, l’implementazione di progetti e servizi strategici in linea con i bisogni dei sistemi sanitari regionali. Infine il nuovo Innovation & Services, a supporto di questi team, avrà il compito di individuare soluzioni innovative in grado di integrare la proposta dell’azienda all’interno dei nuovi modelli. L’intera organizzazione affiancherà le nuove funzioni per assicurare il raggiungimento dei nuovi sfidanti obiettivi.  

    “La pandemia ci ha insegnato che l’unica formula utile a contrastare le grandi minacce e a realizzare obiettivi ambiziosi è la collaborazione, tra i cittadini, tra le aziende e tra queste e le Istituzioni. Le Regioni sono già oggi il presidio e, siamo certi, saranno il motore di questo importante cambiamento per il nostro Paese”, dichiara Frega. 

    “In quest’ottica di collaborazione”, l’azienda mette “a disposizione delle istituzioni e degli attori coinvolti un significativo patrimonio di risorse, know-how ed esperienze che ad oggi la rendono protagonista del panorama farmaceutico ed economico del nostro Paese: una solida presenza industriale sul territorio nazionale; primi investitori in R&S nel settore healthcare in Italia con circa 250 milioni di euro programmati nel prossimo triennio; oltre 2.300 collaboratori qualificati presenti sull’intero territorio nazionale; 11,7 milioni di pazienti raggiunti ogni anno; un impatto complessivo di 6,2 miliardi di euro delle proprie attività sul piano sociale, ambientale ed economico del nostro Paese”.  

    L’innovazione, digitale e terapeutica, farà da “filo rosso all’intero progetto perché consentirà di intervenire nella prevenzione e nella gestione delle patologie, di superare gli attuali limiti legati ad un modello centrato sull’ospedale, di trasformare radicalmente l’assistenza e la cura domiciliari. A questo fine sarà messa a disposizione una progettualità come il Digital Innovation Hub Novartis Biome: una unità cross-divisionale a supporto dello sviluppo e implementazione delle iniziative di Open Innovation il cui obiettivo è quello di accelerare le connessioni tra Novartis e tutti i partner dell’ecosistema sanitario e tecnologico”.  

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