Anno: 2022

  • Covid Cina, Zangrillo: “Problema in Italia sono i Pronto soccorso non virologia orientale”

    Covid Cina, Zangrillo: “Problema in Italia sono i Pronto soccorso non virologia orientale”

    (Adnkronos) – “Oggi il vero e grave problema della sanità italiana è il Pronto soccorso ospedaliero che fa medicina di base”. E’ il messaggio che Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele, rivolge via Twitter a quelli che definisce “‘nostalgici’ della virologia orientale”, riferendosi all’allarme Cina che da diversi giorni è sotto i riflettori dei media. Il gigante asiatico è alle prese con un’impennata dei contagi Covid, e la preoccupazione del resto del mondo è anche che, sulla scia di questa elevata circolazione virale, possano emergere nuove varianti più pericolose. Ma per l’esperto il focus deve restare su quella che a suo avviso è la vera emergenza. Un’emergenza che riguarda l’operatività dei Pronto soccorso ospedalieri. 

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  • Covid oggi Toscana, 1.210 contagi e 9 morti: bollettino 30 dicembre

    (Adnkronos) – Sono 1.210 i nuovi contagi da covid in Toscana secondo il bollettino di oggi, 30 dicembre. Si registrano inoltre altri 9 morti. 222 i casi confermati con tampone molecolare e gli altri 988 con test rapido. 

    Il numero dei contagiati rilevati nella regione dall’inizio della pandemia sale dunque a 1.567.669. I nuovi casi sono lo 0,1% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,03% (499 persone) e raggiungono quota 1.482.138 (94,5% dei casi totali). 

    I dati, relativi all’andamento della pandemia, sono quelli accertati oggi sulla base delle richieste della Protezione civile nazionale. 

    Al momento in Toscana risultano pertanto 74.170 positivi, +1% rispetto a ieri. Di questi 461 (14 in meno rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale: 18 (2 in meno) si trovano in terapia intensiva. 

    La lista dei decessi si aggiorna con 9 nuovi decessi: 7 uomini e 2 donne con un’età media di 82,4 anni. 

    Dall’ultimo bollettino quotidiano sono stati eseguiti 539 tamponi molecolari e 5.394 tamponi antigenici rapidi: di questi il 20,4% è risultato positivo. Sono invece 1.294 i soggetti testati, escludendo i tamponi di controllo: il 93,5% di questi è risultato positivo. 

    L’andamento per provincia 

    Con gli ultimi casi salgono a 420.269 i positivi dall’inizio dell’emergenza nei comuni della Città metropolitana di Firenze (237 in più rispetto a ieri), 102.493 in provincia di Prato (49 in più), 122.213 a Pistoia (70 in più), 82.057 a Massa Carrara (101 in più), 170.997 a Lucca (132 in più), 183.129 a Pisa (151 in più), 144.408 a Livorno (166 in più), 141.263 ad Arezzo (121 in più), 111.946 a Siena (95 in più) e 87.699 a Grosseto (85 in più). A questi vanno aggiunti 569 casi di positività notificati in Toscana ma che riguardano residenti in altre regioni. 

    La Toscana ha circa 42.451 casi complessivi ogni 100.000 abitanti dall’inizio della pandemia (tra residenti e non residenti). Al momento la provincia di notifica con il tasso più alto é Lucca (con 44.535 casi ogni 100 mila abitanti), seguita da Livorno (43.894) e Pisa (43.813). La più bassa concentrazione si riscontra a Prato (con un tasso di 38.637). 

    In 73.709 sono in isolamento a casa, perché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (716 in più rispetto a ieri, più 1%). 

    I 1.482.138 guariti registrati a oggi lo sono a tutti gli effetti, da un punto di vista virale, certificati con tampone negativo. 

    I decessi 

    La lista dei decessi si aggiorna con 9 nuovi decessi: 7 uomini e 2 donne con un’età media di 82,4 anni. 

    Relativamente alla provincia di residenza, le persone decedute sono: 1 a Firenze, 3 a Prato, 1 a Livorno, 2 a Arezzo, 2 a Siena. 

    Sono 11.361 i deceduti dall’inizio dell’epidemia: 3.617 nella Città metropolitana di Firenze, 922 in provincia di Prato, 1.017 a Pistoia, 714 a Massa Carrara, 1.062 a Lucca, 1.271 a Pisa, 853 a Livorno, 723 ad Arezzo, 608 a Siena, 410 a Grosseto. Vanno aggiunte 164 persone decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione. 

    Il tasso grezzo di mortalità per Covid-19 (numero di deceduti/popolazione residente) è al momento 307,6 ogni 100 mila residenti. Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (376,1 ogni 100 mila abitanti), seguita da Firenze (362,3 x100.000) e Pistoia (350,4 x100.000), mentre il più basso è a Grosseto (188,2 x100.000). 

    Tutti i dati saranno visibili sul sito dell’Agenzia Regionale di Sanità a questo indirizzo: www.ars.toscana.it/covid19. 

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  • Farmaci anti-cancro e super fibre ottiche: 2023, la sfida della prima fabbrica nello spazio

    (Adnkronos) – Farmaci anti-cancro, fibre ottiche ultra innovative. Ma non solo. Anche cellule staminali pluripotenti, terapie farmacologiche a bersaglio mirato. Prodotti così complessi possono essere realizzati meglio e più velocemente nello spazio, in assenza di gravità, ed è la sfida che dal 2023 inizierà a preparare Rev-1, la prima fabbrica spaziale interamente costruita in Italia, a Torino, dalla Space Cargo Unlimited, impresa europea con base in Lussemburgo,
    e da Thales Alenia Space Italia. “Siamo felicissimi di poter lavorare in Italia con un partner come Thales Alenia Space Italia e con Leonardo e già nel 2023 ci saranno le prime 10 assunzioni nel vostro Paese per realizzare Rev-1” anticipa all’Adnkronos il Ceo e co-fondatore di Space Cargo Unlimited, Nicolas Gaume.
     

    La multinazionale francese e la
    joint venture fra Thales (67%) e Leonardo (33%) hanno appena firmato la tranche iniziale di un contratto per l’ideazione e la realizzazione della prima fabbrica orbitante e l’accordo prevede anche l’apertura di una filiale di Space Cargo Unlimited a Torino. Imprenditorie seriale, appassionato di spazio, Gaume si dice certo che “Rev-1 farà la differenza nella realizzazione di produzioni ad altissimo tasso tecnologico e innovativo” e, spiega, “ii prodotti realizzati in assenza di gravità saranno una rivoluzione a beneficio dei cittadini della Terra”.  

    Nell’officina orbitante si potranno ‘fabbricare’ “prodotti complessi da ottenere sulla Terra, soprattutto in tempi brevi, ma – osserva Gaume – difficili da realizzare anche sulla Stazione Spaziale Internazionale dove “la presenza di astronauti richiede infrastrutture e protocolli di sicurezza dai costi molto alti” e con ricadute sui tempi di produzione. Il lancio del primo veicolo Rev1 è previsto alla fine 2025 e gli orizzonti che promette di aprire hanno il sapore della fantascienza. “Stimiamo che la nostra fabbrica spaziale sarà al lavoro nello spazio a cicli di circa 2 mesi e che poi rientri a Terra” indica il Ceo. Nelle ‘linee di produzione’ di Rev-1 ci saranno, tra gli altri, la realizzazione di biomolecole e biomateriali per applicazioni cliniche o tessuti ingegnerizzati per curare, ad esempio, grandi ustionati. Un settore che, da solo, copre un potenziale mercato stimato in 750 milioni di dollari al 2030.  

    Su Rev-1 saranno prodotte anche ‘super fibre ottiche’ realizzate con Zblan fluoride glass (Zblan vetro al fluoruro) che conta un mercato stimato in 839 milioni di dollari nel 2030. “La fibra prodotta in condizioni di microgravità è priva di difetti di materiale” avverte Gaume che, alla lunga lista di prodotti che si potranno realizzare nello ‘stabilimento’ spaziale, indica anche la produzione di “piccole capsule biodegradabili per il rilascio mirato di farmaci: un mercato potenziale da 1,43 miliardi di dollari stimato al 2030.  

    “Sono farmaci estremamente difficili da produrre sulla Terra mentre in assenza di gravità si ottengono più rapidamente” evidenzia il Ceo di Space Cargo Unlimited, il player che ha guidato la missione Wise, il primo programma di ricerca Leo commerciale completo sul futuro dell’agricoltura e della viticoltura in previsione di cambiamenti climatici sulla Terra. Da questa esperienza, racconta il manager, “sono nate viti più alte di quelle che crescono sulla Terra, con forme adattate all’assenza di gravità” e da queste piante “otterremo del vino ‘spaziale’”.  

    “La nostra missione -ribadisce Gaume – è lo spazio usato a beneficio della Terra e nello spazio si può produrre molto grazie all’assenza di gravità. Perché l’assenza di gravità aiuta i materiali a combinarsi fra loro mentre sulla Terra la forza di gravità rende complesso questo processo. Inoltre, se pensiamo al settore dell’elettronica, nello spazio non ci sono contaminazioni, non occorrono ‘camere sterili’”. Ma il Ceo tiene anche a sottolineare che la nascita a Torino della prima fabbrica spaziale è “la dimostrazione di quanto ci abbia colpito la leadership dell’Italia nel settore spaziale. Siamo rimasti molto colpiti dall’attività dell’Agenzia Spaziale Italiana, molto intrigati da specifici settori spaziali sviluppati in Italia che rendono il vostro Paese un player globale” assicura.  

    Nicolas Gaume sottolinea l’aspetto strategico del nostro made in Italy ‘orbitante’. “Lo spirito imprenditoriale italiano, le attività delle Pmi italiane – che sono sì a carattere familiare ma molto effervescenti e innovative- mi hanno catturato”. “Tutto questo ci ha colpito particolarmente” aggiunge ancora Nicolas Gaume che guarda già ai passi da compiere nell’anno in arrivo. “L’apertura della nostra sede a Torino nelle prossime settimane ci permetterà di posizionarci nel cuore pulsante dell’ecosistema spaziale italiano – che è uno dei più dinamici in Europa – e ci permetterà di lavorare per lo sviluppo di Rev-1 in stretta collaborazione con Thales Alenia Space, un’azienda davvero leader europea nella realizzazione di infrastrutture spaziali da oltre 40 anni”.  

    Space Cargo Unlimited prevede di gestire commercialmente una flotta di veicoli da carico in grado di tornare autonomamente – cioè senza equipaggio a bordo – sulla Terra con l’obidettivo di sfruttare il potenziale unico della microgravità per applicazioni commerciali sui mercati del nostro pianeta. Il veicolo pressurizzato Rev-1 sarà dunque una vera e propria fabbrica spaziale orbitante e sarà utilizzato per missioni specifiche in particolari settori, sottolinea ancora il manager, un imprenditore abituato a ‘fare impresa’ in tutto il mondo e che, tra l’altro, è anche presidente esecutivo e co-fondatore di Orbite, operatore dello Spaceflight Gateway Complex che aprirà nel 2025 negli Stati Uniti.  

    Lo Spaceflight Gateway Complex sarà un complesso di addestramento per astronauti che offre alloggi di lusso, ristoranti e attività ricreative per gli astronauti commerciali, i loro amici e le loro famiglie. Insomma per Nicolas Gaume il futuro della vita dell’uomo nello spazio inizia anche da tutto questo e la Space Cargo Unlimited non ha caso ha messo solide radici in Europa dove conta diversi hub tra cui alcuni in Germania, un centro di ricerca in Francia e adesso è pronta ad aprire una sua ‘filiale’ anche in Italia, a Torino. “Io amo l’Italia. Quando ho fondato una startup in Cina in ogni località del colosso asiatico in cui mi recavo ho incontrato imprenditori italiani: il vostro made in Italy ha ben pochi rivali” scandisce senza mezzi termini Nicolas. (di Andreana d’Aquino)
     

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  • Cnr-Ulm: “Il diamante apre l’era dei sistemi di calcolo quantistico del futuro”

    (Adnkronos) – Il diamante per le reti quantistiche del futuro. Uno studio dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr e dell’Università di Ulm, pubblicato su Acs Photonics, ha infatti individuato un nuovo metodo per impiantare qubit all’interno di circuiti fotonici, aprendo, così, la strada ai sistemi di calcolo quantistico in diamante. I ricercatori sottolineano che le reti quantistiche si basano su sistemi connessi l’uno all’altro per il trasferimento di informazioni, sfruttando proprietà quanto-meccaniche come l’entanglement e la sovrapposizione di stati. La capacità di modificare la luce a livello di singolo fotone in un dispositivo integrato è, aggiungono, “un requisito fondamentale” per sviluppare la nuova generazione di reti quantistiche e questo “consentirà di realizzare computer avanzati” per risolvere sempre più rapidamente alcuni problemi complessi, ma anche di utilizzare canali di comunicazione sicuri per trasferire informazioni criptate. 

    Oggi, grazie ad una collaborazione tra i gruppi di ricerca guidati da Shane Eaton dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifn) di Milano e da Alexander Kubanek dell’Università di Ulm, è stato sviluppato un metodo di fabbricazione innovativo ed ibrido per realizzare circuiti fotonici utilizzando il diamante: un passo essenziale per sviluppare bit quantistici (qubit), l’elemento base dell’informazione quantistica. “Nel diamante sono presenti, e possono essere opportunamente ingegnerizzati, dei difetti reticolari in grado di essere utilizzati come qubit” spiega Shane Eaton ricercatore del Cnr-Ifn.  

    “Si tratta – prosegue- dei centri di colore, posizioni reticolari dove è presente un’impurezza e manca un atomo di carbonio, e nei quali è possibile codificare, controllare e manipolare l’informazione quantistica sotto forma di qubit. Tale particolare morfologia -e la presenza di questi difetti – rende il diamante un candidato promettente per le tecnologie quantistiche”.  

    Il team italiano, insieme a colleghi dell’Università di Ulm, ha dimostrato che è possibile collocare con precisione qubit basati su centri silicio-vacanza all’interno di circuiti fotonici formati mediante laser in diamante. “Questi risultati nascono dalla prima dimostrazione (Eaton, Nature Scientific Reports, 2016) che i laser a femtosecondi – ossia laser che emettono impulsi brevissimi e ravvicinati, essendo un femtosecondo un milionesimo di miliardesimo di secondo- possono creare nel diamante connessioni fotoniche, che sono i mattoncini fondamentali necessari per il calcolo quantistico” spiega Eaton.  

    Il ricercatore precisa inoltre che “un altro ingrediente fondamentale è, poi, quello di realizzare qubit: con questa nuova tecnica abbiamo sviluppato un chip integrato in diamante, in grado di ingegnerizzare la luce a livello di singolo fotone. Il prossimo passo sarà fabbricare un circuito fotonico tridimensionale per rendere possibili sistemi per il calcolo quantistico di prossima generazione in diamante, tali da consentire l’elaborazione di una quantità notevole di dati contemporaneamente, con estrema velocità”.  

    L’importanza di queste tematiche, sia a livello fondamentale che tecnologico, è stata recentemente comprovata anche dall’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica 2022 conferito ad Alain Aspect, John Clauser e Anton Zeilinger: questi risultati assumono, pertanto, grande rilevanza per il futuro sviluppo di tecnologie quantistiche all’avanguardia. Questo lavoro è stato reso possibile grazie al programma Marie-Skłodowska-Curie innovative training network (Itn), un finanziamento europeo coordinato da Eaton, con la collaborazione, fra gli altri, della Scuola di Dottorato del Politecnico di Milano. “Il nostro Itn permette la formazione di 13 promettenti studenti di dottorato, in laboratori europei, sia universitari che industriali, in campi interdisciplinari. In questo caso, la collaborazione con il nostro partner, Università di Ulm, ci ha portato a questa nuova scoperta, che avrà un forte impatto sull’imminente rivoluzione quantistica e sul futuro della computazione” conclude Eaton. 

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  • Covid Cina, Zangrillo: “Problema in Italia sono i Pronto soccorso non virologia orientale”

    (Adnkronos) – “Oggi il vero e grave problema della sanità italiana è il Pronto soccorso ospedaliero che fa medicina di base”. E’ il messaggio che Alberto Zangrillo, prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele, rivolge via Twitter a quelli che definisce “‘nostalgici’ della virologia orientale”, riferendosi all’allarme Cina che da diversi giorni è sotto i riflettori dei media. Il gigante asiatico è alle prese con un’impennata dei contagi Covid, e la preoccupazione del resto del mondo è anche che, sulla scia di questa elevata circolazione virale, possano emergere nuove varianti più pericolose. Ma per l’esperto il focus deve restare su quella che a suo avviso è la vera emergenza. Un’emergenza che riguarda l’operatività dei Pronto soccorso ospedalieri. 

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  • Boom del peperoncino calabrese

    (Adnkronos) – “La campagna del peperoncino calabrese quest’anno è andata bene, anche se la prima parte della stagione è stata segnata da una forte siccità, che ha portato a un calo di produzione. Quel che è certo è che il peperoncino non è stato toccato dalla crisi economica che ha toccato altri settori in Italia. Il peperoncino calabrese è infatti in continua crescita sia sui mercati italiani che su quelli europei. E oggi come Consorzio non abbiamo un grammo di peperoncino disponibile e invenduto in sede. E’ stato tutto prenotato e venduto. Resta un po’ di rammarico per le richieste che ci sono arrivate e non siamo riusciti a soddisfare ma è anche motivo di soddisfazione sapere che il nostro prodotto nonostante la concorrenza è ben apprezzato da chi lo conosce”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Pietro Serra, presidente del ‘Consorzio dei produttori del peperoncino di Calabria’, traccia un bilancio sulla stagione di produzione del consorzio che conta circa 50 associati che seguono un particolare disciplinare di produzione.  

    “Quest’anno – continua Serra – il nostro consorzio ha prodotto peperoncino su 47-48 ettari, sparsi su tutto il territorio regionale. Sembrano numeri piccoli, ma in realtà sono grandi numeri perché è un ortaggio periodico, il tutto si completa in 4 mesi. La produzione di peperoncino è impegnativa, si arriva a 10mila quintali annui. Questi sono i numeri delle nostre aziende consorziate”. Ma la produzione calabrese di peperoncino non si esaurisce qui. “C’è una grossa parte di aziende e di cittadini calabresi che lo producono in modo amatoriale. In Calabria tutti hanno una pianta di peperoncino”, sottolinea Serra.  

    Ma la strada per far crescere sempre più sui mercati il peperoncino calabrese passa dal riconoscimento dell’Igp. “Abbiamo chiesto come Consorzio il riconoscimento Igp. La pratica è stata presentata e inoltrata da Regione Calabria e Ministero a Bruxelles a novembre 2022, i tempi tecnici solitamente sono di 24 mesi”, ricorda il presidente del Consorzio che è stato sostenuto da Cia-agricoltori italiani in questa ‘partita’. E sul contrasto alla siccità che quest’anno ha colpito la coltura, conclude sottolineando che “contro le calamità si può fare poco. Di certo non è vero che il peperoncino ha bisogno di caldo estremo, se si arriva a 40-45 gradi il peperoncino inizia a bloccarsi nella sua crescita. Quindi una prima cosa che si può fare è potenziare le linee idriche attraverso l’azione dei Consorzi di Bonifica”. 

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  • Pelé, l’omaggio della Nasa a O Rei – Guarda

    (Adnkronos) – La Nasa ha reso omaggio a Pelé, leggenda del calcio, morto ieri a 82 anni, diffondendo su tutti gli account social dell’agenzia spaziale l’immagine di una galassia a spirale che mostra i colori del Brasile. La galassia si trova nella costellazione dello Scultore. 

     

     

     

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  • Da Fratelli d’Italia a ‘figli d’Italia’: ddl per istituire giornata nazionale

    (Adnkronos) – Da Fratelli d’Italia ai… “figli d’Italia”. Spunta a Palazzo Madama un disegno di legge targato Fdi per l’istituzione della “giornata nazionale dei figli d’Italia”. L’idea è del senatore Andrea De Priamo, che figura come primo firmatario del ddl depositato lo scorso 28 dicembre. “E’ una proposta che nasce dall’interlocuzione con alcune associazioni che si occupano dalla famiglia”, spiega all’Adnkronos l’esponente del partito di Giorgia Meloni. 

    “L’intenzione – prosegue – è quella di dedicare una giornata ai figli, sulla scia della festa del papà e della mamma”. La giornata nazionale viene istituita per il 15 giugno. “Per noi la famiglia è centrale. Per questo abbiamo pensato a un riconoscimento per i figli, con interventi che vanno dalle borse di studio all’introduzione di un premio nazionale da assegnare a chi si sia reso protagonista di azioni meritorie, iniziative creative”. Il nome della festa, “figli d’Italia”, richiama il nome del vostro partito… “Essendo una giornata nazionale, il nome è sicuramente evocativo. Rimarca l’appartenenza all’identità nazionale”, risponde De Priamo. 

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  • Scienza & Salute: ‘Le chinuliddhe, dolce fagottino ripieno di energia’

    (Adnkronos) – Un dolce fagottino ripieno di energia: sono le chinuliddhe. Squisito dolce natalizio dal nome caratteristico e difficile da pronunciare per chi non mastica il dialetto salentino, sono le protagoniste dell’ultima puntata del 2022 de Il Gusto della Salute, la rubrica online sulle buone prassi alimentari ideata e coordinata dall’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione Medicina Personalizzata, in collaborazione con Adnkronos. 

    “Trattasi di delizioso manufatto composto con una delle prime trasformazioni invernali, in chiave culinaria, dell’uva raccolta a fine estate – spiega Marco Renna, giornalista esperto di cultura popolare – Ed infatti è proprio la marmellata d’uva, o talvolta la cotognata, che caratterizza, con il suo delizioso contributo, questo dolce tipicamente natalizio. La parola, in prestito dal dialetto leccese, fa proprio riferimento al concetto di pienezza. ‘Chinu’, infatti, significa pieno, nel senso di ripieno, e rimanda alla realizzazione di questo dolcetto di pasta fritta farcita di marmellata o, più classicamente, di mostarda d’uva”.  

    C’è differenza tra i due composti, come spiega la biologa nutrizionista Dominga Maio, visto che, rispetto alla marmellata, la mostarda per la sua preparazione necessita di procedure e accorgimenti un po’ più elaborati. “Dall’analisi dei valori nutrizionali quel che sicuramente si evince è che la mostarda d’uva è alimento energetico e ad alto indice glicemico, per quanto fonte di importanti micronutrienti e vitamine A, C e del gruppo B. Inoltre, derivando dall’uva, la mostarda contiene anche resveratrolo, noto composto fenolico con importanti funzioni antiossidanti e antinfiammatorie”, spiega Maio. 

    Sul versante più strettamente salutistico, l’immunologo Minelli, spiega che “la mostarda è un alimento originario delle regioni del nord Italia, tipicamente composto da frutta, zucchero e semi di senape, precisa che maggiore è la presenza di frutta nella mostarda, minore sarà l’impatto calorico, per quanto non si possa comunque trascurare l’abbondante presenza di zuccheri che rendono il prodotto non proprio accessibile a tutti. D’altro canto, il valore energetico del dolce nel suo insieme, lo rende vantaggioso per chi dovesse praticare attività sportiva”. 

    “Certo è un dolce, tra l’altro fatto di pasta fritta, sicché il solo metro del gusto può non essere sufficiente a governarne il consumo. Ecco perché occorre moderazione, dice il medico, specie per chi deve fare i conti con problematiche di tipo metabolico. Si aggiunga a questo il potenziale effetto lassativo della mostarda, non sempre accolto con favore dai consumatori, e l’azione allergizzante soprattutto indotta dalla frutta di cui la mostarda è composta, con possibili reazioni intestinali e/o cutanee. Si tratterà, come sempre, di anteporre alla fallace prevalenza del gusto, la più razionale e virtuosa rilevanza della “salute” unica in grado di donarci anni di benessere e vitalità”, conclude Minelli.  

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  • Pelé, l’omaggio della Nasa a O Rei – Guarda

    (Adnkronos) – La Nasa ha reso omaggio a Pelé, leggenda del calcio, morto ieri a 82 anni, diffondendo su tutti gli account social dell’agenzia spaziale l’immagine di una galassia a spirale che mostra i colori del Brasile. La galassia si trova nella costellazione dello Scultore. 

     

     

     

     

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