(Adnkronos) – Non hanno dubbi, gli ex ministri Danilo Toninelli ed Elisabette Trenta: “Fu Salvini a vietare l’ingresso della Open Arms in acque italiane”, dicono senza esitazione. “Noi abbiamo solo firmato”, aggiungono. Ribadendo con forza che si sono “rifiutati di firmare il secondo decreto di divieto di ingresso” per la ong spagnola, dopo la decisione del Tar del Lazio di annullare il decreto Salvini. E’ stato il turno dei due ex esponenti del Governo Conte 1 al processo Open Arms che vede un solo imputato, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atto di ufficio, per avere lasciato per settimane 147 migranti, tra cui donne e bambini, sulla nave della ong davanti alle coste di Lampedusa. Non sono mancati i momenti di tensione, come quando Toninelli attacca a testa bassa l’avvocata Giulia Bongiorno, la Presidente della Commissione Giustizia che è legale di Salvini. E sono scintille. “Mi spiace dirlo, ma lei, signora avvocato, ha detto una falsità. Non c’è mai stato un Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la questione che trattasse il caso Open Arms o qualsiasi altro caso di sbarco di una ong”, ha detto rivolto alla legale. E spiega: “Il Consiglio dei ministri del governo Conte 1 non ha mai affrontato il tema degli sbarchi e dei ricollocamenti, in nessuna seduta, non è mai stato un punto all’ordine del giorno. Non è mai avvenuta nessuna riunione a latere dei consigli di ministri fra il presidente Conte, il sottoscritto, il ministro Salvini e il ministro Di Maio per gestire i ricollocamenti. E’ totalmente falso quello che l’avvocato Bongiorno, allora ministro, ha detto, ovvero che gli altri ministri attendevano ore queste riunioni informali nelle salette attigue”.
“All’epoca della Open Arms non esisteva già più un governo, esisteva una persona, Salvini, che andava in giro, era in campagna elettorale e parlava alla pancia delle persone – dice Toninelli- Non si facevano più consigli dei ministri e i ministri non operavano collegialmente. Siccome si sapeva che sarebbe stato sfiduciato il governo, si stava cercando di monetizzare stressando l’argomento immigrazione che era molto sentito”. Ma Giulia Bongiorno contrattacca e dice: “Capisco la sua acredine nei miei confronti”. E si scopre che la Presidente della Commissione Giustizia ha querelato mesi fa l’ex ministro per una frase detta in una trasmissione ritenuta “diffamatoria”. “E per questo Toninelli andrà nella primavera del 2023 a giudizio davanti al Tribunale di Roma”, ha spiegato poi Bongiorno all’Adnkronos.
Anche Elisabetta Trenta non risparmia critiche all’indirizzo del vicepremier Salvini, seduto a pochi metri da lei all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. “Io da ministro dell’Interno non mi sarei comportata così. Le nostre battaglie giuste non devono ricadere sui fragili e ci sono diritti umani che vanno rispettati, secondo me seppur in presenza di minacce di terrorismo. I migranti si potevano farle sbarcare e si potevano fare successivamente le verifiche relative alla presenza di eventuali terroristi a bordo della imbarcazione”, dice. “Ricordo la notte che decisi di non firmare, fu molto lunga. Il gabinetto lavorò interfacciandosi anche con gli altri ministeri. Io ero convinta fin dall’inizio che non dovesse essere un secondo decreto che aveva motivazioni peggiorative sulla condizione dei migranti. Questa mia convinzione venne accolta positivamente dal mio gabinetto”, aggiunge. “C’era mare forza 4, le condizioni a bordo erano davvero precarie, diedi l’ordine alla Marina di andare a prendere i minori a bordo della Open Arms”.
Parole ritenute importanti per l’accusa, rappresentata in aula dai pm Geri Ferrara e Giorgia Righi. Poi Trenta, rispondendo ancora alle domande dell’accusa, dice: “Non ci risultava che a bordo della Open Arms ci fossero terroristi. In ogni caso, poteva essere di conoscenza del ministro dell’Interno. Non era detto che io dovessi saperlo”. E aggiunge: “Seppure ci fosse stata una minaccia di terrorismo si potevano fare sbarcare le persone, assisterle e fare le verifiche del caso”. Po dice, rivolto verso il ministro: “Stimo Salvini, nonostante ci siamo scontrati spesso”. Poi, durante una pausa del processo, Salvini interpellato dall’Adnkronos sulla deposizione della ex ministra Tenta, si limita a dire: “Pittoresca…”.
Mentre di Toninelli dice: “Sinceramente non ricordo se nelle riunioni del Consiglio dei ministri in cui si parlava degli sbarchi c’era Toninelli, può essere che non ci fosse. Sicuramente nelle riunioni che facevamo c’erano Conte Di Maio”. Secondo l’ex ministro delle Infrastrutture, in Cdm non si sarebbe “Mai parlato di Open Arms o ricollocamenti”. “Figuriamoci se non ne abbiamo mai parlato… – dice Salvini all?Adnkronos -Io ero seduto al fianco di Moavero che era il ‘telefonista’, forse non c’era Toninelli. Ma, ripeto, c’erano i suoi capipartito, da Conte a di Maio”.
E nel processo Open Arms spunta pure un sommergibile. Una specie di spy story di cui parla l’avvocata Giulia Bongiorno a inizio udienza. A prendere la parola è la legale che dice, rivolta al Presidente Roberto Murgia: “C’è del materiale importante, adesso depositato dalla procura, che non è stato mai offerto alla valutazione dei giudici che si sono occupati di questo caso. Un video fatto dal sommergibile Venuti e alcuni file audio di intercettazioni che attestano un comportamento anomalo della Open Arms”. E dice: “Non siamo stati messi in condizione di difenderci, quella documentazione, del primo agosto 2019, risulta spedita alle procure di Roma, Palermo ed Agrigento, ma anche Siracusa, Sciacca e altre ancora, ma non venne mai depositata, neanche alla giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato”.
A due metri da lei, il pm Geri Ferrara rilancia: “Siamo stati noi a depositare nei giorni scorsi il materiale quando ne abbiamo avuto cognizione”. Il video, dopo una breve camera di consiglio, è stato acquisito, su richiesta della difesa del leader della Lega, Giulia Bongiorno, dal Tribunale presieduto da Roberto Murgia. Nel fascicolo ci sono anche dei file di conversazioni che coinvolgono l’equipaggio della Open Arms. “Erano a disposizione della Procura ma la difesa non ne sapeva nulla -dice Giulia Bongiorno – erano atti messi a disposizioni delle parti dagli inquirenti e facevano parte del fascicolo del pm ma a noi no”. Secondo la Procura il video e le foto del sommergibile Venuti mostrerebbe invece le condizioni precarie del barcone soccorso dall’Ong spagnola, che stava per affondare. Mentre la difesa è di tutt’altro avviso e ritiene che quella sia la prova di conversazioni “tra lo scafista e la Open Arms”.
Per la difesa, invece, nel video ci sarebbe la prova di un “anonalo cambio di rotta della nave”. “L’intercettazione ha colto il dialogo fra una persona, a bordo della Open Arms, e un soggetto non ben identificato, su un’altra imbarcazione. Fonti vicine al ministro Salvini spiegano: “Documenti fondamentali, secondo l’avvocato Bongiorno, che accenderebbero una nuova luce sulla vicenda e sulla condotta della Open Arms, visto che potrebbe risultare la presenza di scafisti. Si tratta di materiale che mai era stato messo agli atti e che perfino il Senato non aveva visionato quando fu chiamato a esprimersi sull’eventuale processo a carico di Salvini”. Che si dice: “sconcertato”. “Sarebbe gravissimo se qualcuno avesse nascosto, omesso o dimenticato documenti rilevanti da parte di organi dello Stato. Cioè se ci sono pezzi di Stato che dimenticano o nascondono interventi di altri pezzi di Stato per danneggiare oggi Salvini domani chissà vuol dire che c’è qualcosa che non funziona”, dice a fine udienza Salvini parlando del fascicolo acquisito oggi in udienza al processo. E la prossima udienza vedrà sfilare , come testi, l’ex premier Giuseppe Conte e gli ex ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio. (di Elvira Terranova)