(Adnkronos) – Il pomodoro, il cui nome indica tanto la pianta quanto il frutto, è una solanacea che appartiene alla famiglia di cui fanno parte anche la patata, la melanzana, il peperone. Originario delle zone tropicale e subtropicale dell’America Latina, verso la fine del 1500 fu introdotto dagli Spagnoli in Europa dove fu inizialmente utilizzato solo per scopi ornamentali. Il suo uso alimentare era infatti ritenuto pericoloso, essendo la pianta considerata velenosa per la presenza di solanina. Per un certo periodo a questo frutto botanico furono anche attribuiti poteri eccitanti ed afrodisiaci, tanto che era adoperato in pozioni e filtri magici. Forse per tale motivo era chiamato pomme d’amour in francese, love apple in inglese, libesapfel in tedesco, pomo o mela d’oro in italiano. Tali definizioni sono state poi sostituite dalla parola d’origine azteca tòmat o tomate, tranne che in italiano, lingua nella quale è rimasto il nome pomodoro. L’uso alimentare del pomodoro, come alimento fresco o spremuto, viene ufficialmente attribuito alla corte di Francia verso la fine del 1700.
E’ di questa straordinaria bacca, di colore per lo più rosso ma con varie sfumature cromatiche, di forma e dimensioni diverse a seconda delle varietà, che si occupa la prima puntata del 2023 de Il Gusto della Salute, il format audiovisivo sull’impatto salutistico delle buone prassi alimentari, giunto oramai al suo terzo anno di programmazione. In realtà, la puntata odierna della rubrica settimanale ideata e curata dall’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università Lumdi Bari, in collaborazione con AdnKronos, è incentrata su una particolare tipologia di pomodoro, forse la più antica in alcune regioni del Sud Italia, ideale per essere conservata durante i mesi invernali in forma di grappoli di colore cangiante dal rosso al giallo, all’arancio e fino al marrone. “Si tratta del ‘pomodoro da penda’ una particolare qualità di pomodoro – spiega la biologa nutrizionista Dominga Maio – dal sapore pungente, decisamente unico, che ha una ridotta quantità d’acqua rispetto alle più tipiche varietà di pomodoro, una buccia esterna spessa e dura, e una polpa carnosa, suddivisa in piccole logge che contengono una grande quantità di semi, ma anche di nutrienti come vitamine A, B1, B2, K, P, C; sali minerali come magnesio, calcio, fosforo, potassio, zinco. E poi è un alimento assolutamente ipocalorico, comportando in tutto 20 calorie per 100 gr di prodotto.”
“E’ una pianta perenne – specifica l’agronoma Eleonora Tauro -ma, data la sua scarsa resistenza al freddo, viene di fatto considerata a ciclo annuale e cioè con una fase “vegetativa” alternata ad una fase di “quiescenza invernale”. Tuttavia negli anni, grazie al lavoro di selezione e riproduzione dei coltivatori locali, il pomodoro da penda ha raggiunto un rapporto ottimale con l’ambiente in cui cresce: infatti la sua caratteristica più importante è la coltivazione in aridocoltura, ovvero senza apporti idrici. Una volta raccolti, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, questi pomodori vengono selezionati e appesi con cura intorno a fili di spago o di ferro a formare caratteristiche ghirlande colorate che saranno poi disposte con cura e conservate in luoghi freschi e asciutti, per poi essere consumati, integri e gustosi, durante l’inverno”.
“Sul versante salutistico il pomodoro, prescindendo dalla peculiare tipologia delle sue tante varietà, è alimento prezioso” -esordisce l’immunologo Mauro Minelli -. In questa bacca è presente poco sodio ma potassio in alta percentuale: per cui il suo impiego non è inibito a cardiopatici e ipertesi. Contiene carotene e beta-carotene, progenitori della vitamina A, utili per proteggere, ad esempio, la pelle dall’aggressione dei raggi solari. Nella buccia è presente un pigmento rosso, il licopene che possiede spiccate proprietà antiossidanti, in grado di contrastare efficacemente l’azione pro-infiammatoria dei radicali liberi, con effetto protettivo nei confronti di alcune forme di tumore, in particolare della prostata e della pelle, nonché del rischio cardio-vascolare”.
“A fronte di questo, però, bisogna anche riconoscere che il pomodoro, purtroppo, non è adatto a tutti. Per esempio, chi è allergico alle solanacee – evenienza in realtà non frequente ma che può manifestarsi con orticaria ovvero con disturbi intestinali -deve fare attenzione a questo alimento – avverte l’immunologo – Così come deve prestare attenzione al pomodoro chi è allergico alnichel, forma di allergia sicuramente più frequente rispetto a quella delle solanacee. Per fortuna oggi sono presenti in commercio pomodori a più basso tenore di nichel, ottenuti attraverso un’adeguata scelta del suolo, opportuna e competente selezione di cultivar e tecniche agronomiche, tali da ridurne il potenziale di metallo nell’alimento”.
“Sarà sicuramente il caso, anche, di modulare l’assunzione di pomodoro, al fine di non abusarne, in presenza di gastrite e,magari, preferirlo crudo in presenza di problemi renali”, aggiunge Minelli.
“Per concludere, in un regime dietetico personalizzato non possiamo non tener conto di tutti questi aspetti, nell’intento ultimo di adattare a ciascuno il quantitativo reale di pomodoro da poter mangiare e come poterlo mangiare, in modo da non farlo mancaresulle nostre tavole e poter fruire dei sui tanti benèfici effetti”, chiosa Minelli.