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Osteopatia, si riaccende il dibattito: è una tecnica sicura?

(Adnkronos) –
Si riaccende il dibattito sull’osteopatia. Nell’anno dell’avvio ufficiale di corsi di laurea dedicati, ad accendere la miccia su questa terapia manuale che tratta disturbi e problematiche relative al sistema muscolo-scheletrico è stata la puntata di venerdì di ‘Unomattina’ su Rai1, quando un osteopata ha ‘scrocchiato’ il collo del conduttore Massimiliano Ossini in diretta. 

Una manovra definita “gravissimo e pericolosa” da un altro volto Rai, Andrea Vianello, che su X ha denunciato: “La stessa manovra che mi ha causato 5 anni fa, secondo i medici, la dissecazione della carotide e l’ictus, come ho raccontato e scritto pubblicamente varie volte”. 

Vianello è presidente dell’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (Alice) e nel libro ‘Ogni parola che sapevo’ ha raccontato la sua odissea dopo l’ictus che l’ha colpito e che l’ha portato a dover di nuovo imparare a parlare e scrivere con un lungo percorso terapeutico e riabilitativo.  

Sul tema è intervenuto Alberto Momoli, presidente della Siot, Società italiana ortopedia e traumatologia. “L’osteopatia va usata con molta cautela. Noi come società scientifica mettiamo in guardia dall’eseguire certe manovre cruente perché spesso portano poco beneficio ai pazienti. L’ortopedico deve fare la diagnosi e se necessario fa una prescrizione che l’osteopata deve seguire. Quindi solo sempre mediazione di un professionista medico, che può essere anche il fisiatra”, ha detto all’Adnkronos Salute. “Se un paziente ha un’ernia del disco o cervicale non deve subire certe manovre”, aggiunge Momoli. Da poco è stato istituito il corso di laurea in osteopatia: “Sarebbe stato meglio inserirla come specializzazione all’interno del corso di laurea in Fisioterapia”, conclude il presidente Siot.  

 

Intanto, con il decreto (numero 1563 del primo dicembre 2023) del ministro dell’Università e della Ricerca, di concerto con il ministro della Salute, che aggiorna gli obiettivi formativi qualificanti della classe delle lauree in professioni sanitarie della prevenzione, quest’anno sono stati avviati i primi corsi di laurea. 

Il percorso che porta a questo traguardo inizia nel 2018 quando l’osteopatia in Italia è riconosciuta come professione sanitaria autonoma, l’iter si completa a fine 2021. Per il Registro degli osteopati d’Italia (Roi), l’associazione che rappresenta i professionisti del settore, “è il coronamento di un impegno che ha coinvolti tutti, osteopati e pazienti e che oggi ci proietta con forza verso il futuro per il quale abbiamo lottato”. In Italia sono circa 12mila gli osteopati. Ora all’iter previsto dalla legge manca l’istituzione dell’Albo e della definizione delle equipollenze.  

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