(Adnkronos) – “Nella lettera di Andrea Agnelli si racchiude sostanzialmente la verità: quando dice che bisogna essere squadra e che bisogna essere uniti per vincere le battaglie, evidentemente le tensioni fra la proprietà, i soci e gli amministratori della Juventus erano arrivati a un punto di rottura. Era inevitabile dimettersi: non c’era altra possibilità”. E’ il giudizio del tifoso vip e doc bianconero Massimo Giletti, che intervistato dalla AdnKronos osserva: “La linea del muro contro muro che Andrea Agnelli voleva sostenere contro la Consob e contro i magistrati non è stata accettata dalla proprietà. Questo è il punto di rottura”.
Per Giletti, “c’era una tensione evidente, una spaccatura, fra le visioni strategiche di Elkann e Agnelli. Certo che suona un po’ come una beffa, alla vigilia del centenario della proprietà della Juventus da parte della famiglia Agnelli – ricorda Giletti – Oggi finisce il ciclo di Andrea Agnelli che è l’unico che porta il nome della famiglia… Mi dispiace molto, perché aveva fatto scelte coraggiose, fin dall’inizio: quando arrivò, cambiò totalmente il management, ebbe l’intuizione di lanciare la storia di Antonio Conte come allenatore; e poi, ha vinto nove scudetti consecutivi. Però, negli ultimi anni, la frenesia di fare risultati a tutti i costi provenendo già da grandi risultati ha comportato scelte che poi si sono rivelate sbagliate”.
Sottolinea Giletti: “Soprattutto, i bilanci in rosso devastati dall’arrivo di Cristiano Ronaldo e subito dopo del Covid hanno comportato l’inizio dei problemi finanziari, l’addio di Marotta come amministratore delegato e l’arrivo di tutte le tensioni interne”. Certo che i fronti ‘caldi’ sono tanti, fra i rilievi della Consob, l’accusa di falso in bilancio, l’indagine della Procura di Torino, la questione delle plusvalenze, la contrapposizione con la Fifa e l’Uefa sulla Superlega… “Le scelte sono sempre figlie di valutazioni, che si fanno ma che poi con il tempo assumono una visione diversa – spiega Giletti – Questa è la grande responsabilità che ci si deve assumere a certi livelli e le dimissioni di Andrea Agnelli rappresentano, oltre che la fine di un’era, il grande gesto di chi ci mette la faccia e di chi pensa che prima della propria persona c’è la Juventus”.
(di Enzo Bonaiuto)