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Discorso Putin, Biden all’Onu: “Minacce nucleari irresponsabili”

(Adnkronos) – “Il presidente Putin ha fatto aperte minacce all’Europa, con un irresponsabile disprezzo degli impegni del regime di non proliferazione”. Lo ha detto Joe Biden nel suo discorso oggi all’Assemblea Generale dell’Onu, con un riferimento al discorso di questa mattina di Vladimir Putin. “Il mondo deve vedere questi atti oltraggiosi per quello che sono”, ha aggiunto. L’invasione dell’Ucraina è “una guerra scelta da un uomo, per essere molto chiari”, ha aggiunto Biden, spiegando che “un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha invaso un suo vicino, cercato di cancellare uno stato sovrano”. “La Russia – ha accusato – ha violato senza vergogna i principi fondamentali della Carta dell’Onu”. 

“Una guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta”, ha poi aggiunto, accusando la Russia di aver proferito “irresponsabili minacce nucleari”. Biden ha sottolineato che Mosca ignora il trattato di non proliferazione nucleare e porta avanti “un preoccupante rafforzamento nucleare senza precedenti, senza alcuna trasparenza”.  

“Ora la Russia – ha continuato – sta chiamando più soldati per la battaglia ed il Cremlino sta organizzando un referendum farsa per annettersi altre parti dell’Ucraina, una violazione estremamente significativa della Carta delle Nazioni Unite”, ha sottolineato, spiegando che è “la Russia ad avere minacciato” l’Ucraina mentre “nessuno ha minacciato la Russia”. 

Le azioni della Russia in Ucraina “fanno gelare il sangue”, ha puntato il dito il presidente Usa condannando la brutalità della guerra in Ucraina con “attacchi alle scuole, le stazioni ferroviarie, ospedali e centri storici e culturali”.  

Il presidente americano ha fatto anche riferimento al ritrovamento delle fosse comuni, “con corpi che mostrano segni di torture: “questa guerra è per eliminare il diritto dell’Ucraina ad esistere come Stato, semplicemente il diritto dell’Ucraina ad esistere come popolo”.  

“A chiunque, in qualunque parte del mondo viva, con qualunque credo, questo farebbe gelare il sangue – ha aggiunto – è per questo che 141 nazioni dell’Assemblea Generale si sono unite per condannare in modo non equivoco la guerra della Russia contro l’Ucraina”.  

Gli Stati Uniti stanno lavorando con altri Paesi del mondo per proteggere le nazioni “dalla coercizione o dal dominio e per garantire che nessun Paese possa usare l’energia come un’arma”, uno dei passaggi del discorso del presidente americano. Gli Stati Uniti chiedono inoltre ai principali creditori globali di “negoziare in modo trasparente il condono del debito” e di “prevenire crisi economiche e politiche più ampie in tutto il mondo”, ha aggiunto. 

Per Biden, “la Russia dice bugie, cercando di dare la colpa della crisi alimentare alle sanzioni. Ma voglio essere chiaro: le nostre sanzioni permettono esplicitamente l’esportazione da parte russa di cibo e fertilizzanti. Senza limiti”, ha scandito, sottolineando che “è la guerra russa a peggiorare l’insicurezza alimentare, e solo la Russia può mettervi fine”. Biden ha poi annunciato un impegno americano di 2,9 miliardi di dollari per assistenza umanitaria e aiuti alimentari. 

Il presidente degli Stati Uniti ha quindi promesso di rimanere al fianco dell’Ucraina e di contrastare “l’aggressione” russa. Quando è scoppiata la guerra “non abbiamo esitato. Abbiamo scelto la libertà. Abbiamo scelto la sovranità. Abbiamo scelto i principi a cui guarda ogni parte della Carta delle Nazioni Unite. Siamo stati con l’Ucraina”, ha detto Biden, esortando tutti i membri dell’Onu ad essere uniti contro la Russia. 

“Come voi, gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca alle condizioni giuste”, ha aggiunto, sottolineando che la Russia “non può impadronirsi del territorio di una nazione con la forza”. 

CINA – Gli Stati Uniti, ha poi aggiunto parlando di Pechino, non cercano “una guerra fredda” con la Cina. “Permettetemi di essere diretto sulla competizione tra Stati Uniti e Cina. Nel gestire le mutevoli tendenze geopolitiche, gli Stati Uniti si comporteranno come un leader ragionevole. Non cerchiamo il conflitto, non cerchiamo la guerra fredda. Non chiediamo a nessuna nazione di scegliere tra gli Stati Uniti e altri partner. Ma gli Stati Uniti non si faranno scrupoli e promuoveranno la nostra visione di un mondo libero, aperto, sicuro e prospero e ciò che abbiamo da offrire alle comunità di nazioni”, ha sottolineato. 

Biden ha anche citato Taiwan, affermando che “continuiamo a opporci a cambiamenti unilaterali dello status quo da entrambe le parti”. 

CLIMA – “Non abbiamo molto tempo, sappiamo tutti che stiamo già vivendo una crisi climatica”, ha poi affermato il presidente americano parlando di clima ed evidenziando il “costo umano del cambiamento climatico” e citando a questo proposito la siccità in corso in Africa e le gravi inondazioni in Pakistan.  

Biden ha quindi annunciato che “diminuiremo il costo delle energie rinnovabili”, ribadendo che “questo del cambiamento climatico è un problema che si aggrava giorno dopo giorno”. E facendo appello alla “responsabilità globale”, il presidente americano ha evidenziato che “gli Stati Uniti lavoreranno con ogni nazione, compresi i nostri concorrenti, per risolvere problemi globali come il cambiamento climatico”. 

ONU – Nel suo discorso oggi al Palazzo di Vetro, Biden ha espresso inoltre la convinzione della necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “Credo che sia arrivato il momento per rendere questa istituzione più inclusiva, in modo che possa rispondere alle necessità del mondo attuale”, ha detto dando anche un’indicazione riguardo ad un minor ricorso al veto da parte dei membri permanenti.  

“Membri del Consiglio di Sicurezza, compresi gli Stati Uniti, devono in modo coerente rispettare e difendere la carta dell’Onu ed evitare di ricorrere al veto se non in rare situazioni straordinarie. E’ per questo che gli Stati Uniti sostengono un aumento del numero dei membri sia permanenti che non permanenti”, ha aggiunto ricordando che da tempo Washington sostiene la proposta di seggi permanenti per paesi dell’Africa, America Latina e Caraibi.  

 

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