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Caldo, boom ricerche on line condizionatori e ventilatori: quale scegliere?

(Adnkronos) – Boom di ricerche online per condizionatori e ventilatori. Secondo un’analisi di Trovaprezzi.it nel corso dell’ultimo mese (18 maggio-17 giugno 2024) la categoria dedicata ai condizionatori ha collezionato circa 328.000 ricerche (+21% rispetto al mese precedente e +10% rispetto allo stesso periodo del 2023), mentre i ventilatori e il trattamento aria hanno raggiunto quota 52.000 ricerche (+30% rispetto al periodo 18 aprile – 17 maggio 2024 e +100% rispetto al periodo 18 maggio – 17 giugno 2023). 

 

Analizzando il prezzo medio in categoria emerge un calo di prezzo per entrambe le tipologie di prodotto, sia rispetto al mese precedente sia rispetto allo stesso periodo del 2023. I condizionatori hanno registrato -16% del prezzo medio rispetto al periodo 18 aprile – 17 maggio 2024 e -8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Stessa tendenza anche per i ventilatori, dove il prezzo medio in categoria è sceso del 13% rispetto al mese precedente e del 18% rispetto al 18 maggio – 17 giugno 2023. 

 

Gli utenti più interessati a questi prodotti hanno tra i 35 e i 55 anni (46% di ricerche per i condizionatori e 45,5% per i ventilatori), mentre i meno interessati sono i giovanissimi under 25 (7,6% per condizionatori e 7,1% per i ventilatori). Gli uomini si interessano maggiormente ai condizionatori (70%) mentre le donne ai ventilatori (45%). In generale, in Liguria e Campania si preferiscono i ventilatori, mentre in Sicilia, Calabria e Friuli-Venezia Giulia i condizionatori. 

 

Il mercato dei condizionatori e dei ventilatori è davvero vasto e non è facile orientarsi nella scelta per essere sicuri di acquistare il prodotto migliore per le proprie esigenze. È fondamentale, quindi, documentarsi un po’ su questi apparecchi prima di procedere all’acquisto: scegliere il condizionatore o il ventilatore sbagliato per la propria casa può condurre ad un’amara delusione. QualeScegliere.it ha realizzato due guide all’acquisto per orientare gli utenti nella scelta migliore per le proprie necessità e per approfondire i parametri da tenere in considerazione per una scelta ponderata. 

Se si vuole acquistare un condizionatore fisso bisogna, innanzitutto, valutare quanti split (unità interne) sono necessari per rinfrescare la propria stanza o la propria casa collegandoli all’unità esterna. I modelli mono split possono essere sufficienti anche per climatizzare appartamenti di medie dimensioni se installati nel giusto locale, mentre si rende necessario un condizionatore multi-split (dual, trial…) quando si ha una grande abitazione. Se le caratteristiche architettoniche non consentono l’installazione di un classico condizionatore con unità esterna o ci sono vincoli urbanistici o paesaggistici che ne impediscono l’installazione, è possibile ricorrere ai condizionatori monoblocco. Si tratta di condizionatori privi di unità esterna, installabili sia a livello pavimento, sia in alto sulla parete.  

Questa tipologia di condizionatori ha soltanto due requisiti: l’installazione su una parete perimetrale e uno o due fori a muro per consentire il pescaggio e lo scarico dell’aria direttamente all’esterno. Ovviamente questi prodotti hanno consumi e tecnologie meno all’avanguardia rispetto ai condizionatori fissi ‘classici’ e, in generale, i condizionatori monoblocco sono adatti al raffrescamento o riscaldamento soltanto di singoli locali, non performando bene in ambienti grandi.  

Un altro tipo di condizionatore monoblocco è il condizionatore portatile, che si può spostare facilmente, non è vincolato dall’unità esterna e il tubo per lo scarico non è installato necessariamente alla parete, garantendo così la possibilità di spostarlo da finestra a finestra. Sebbene le prestazioni del condizionatore portatile siano inferiori rispetto a quelle del fisso e sia tendenzialmente più rumoroso, il condizionatore portatile è la soluzione ideale per gli ambienti domestici, per i piccoli uffici e per le postazioni smart working perché è molto versatile. Questo elettrodomestico consente di raffrescare gli ambienti in maniera uniforme, con un minore impatto ecologico e senza i costi aggiuntivi dell’installazione di un vero impianto di climatizzazione.  

 

In commercio oggi troviamo i ventilatori portatili, alimentati da una batteria ricaricabile o attraverso un cavetto USB. Questa tipologia ultracompatta offre prestazioni ridotte a causa della ventola dal diametro contenuto (si va dai 10 ai 20 cm circa), ma comunque utili per avere un minimo di refrigerio in più quando si lavora alla scrivania, si viaggia sui mezzi pubblici o in auto, ci si trova in spiaggia sotto l’ombrellone ecc.  

Sempre compatti ma con una ventola più ampia sono i ventilatori da tavolo: si va dai ben 45 cm dei modelli più grandi utilizzabili di preferenza a pavimento, agli appena 28 cm dei modelli da tenere appoggiati su un comò o altri mobili. Questi elettrodomestici hanno una base fissa e diverse velocità.  

I ventilatori a piantana sono i più classici, quelli che probabilmente vengono in mente a tutti quando sentono la parola ‘ventilatore’. Hanno una grossa ventola singola protetta da una griglia metallica e attaccata a un motore, oltre ad un’asta ad altezza regolabile sulla quale si trovano normalmente anche i comandi. Oltre a diversi livelli di velocità della ventola è possibile scegliere tra posizione fissa e oscillazione automatica della ventola.  

Nei modelli più sofisticati si possono trovare anche un timer di spegnimento e diverse modalità di ventilazione. I ventilatori a colonna (o a torre) sono strutturalmente diversi da quelli visti finora, sebbene rimangano dei dispositivi relativamente semplici: si sviluppano in verticale, occupano pochissimo spazio a pavimento ed emettono un flusso d’aria da tutta la superficie frontale. Questo è possibile perché, anziché utilizzare una o più ventole, questi modelli utilizzano una sorta di turbina in plastica con diverse fasce di lamelle che producono il flusso d’aria. Dal punto di vista delle funzioni, queste sono mediamente più sofisticate rispetto ai modelli a piantana: è spesso presente un display, sono disponibili diverse modalità e velocità di ventilazione, c’è il timer di spegnimento e in molti casi anche un telecomando per il controllo da remoto.  

Al contrario di tutti gli altri modelli, il ventilatore da parete è a installazione fissa a muro. Si tratta sempre di un ventilatore tradizionale, ovvero con una grande ventola montata direttamente sul motore e protetta da una gabbia, con telecomando. Per il resto, le funzioni sono quelle classiche: diversi livelli di velocità, oscillazione automatica e in qualche caso timer di spegnimento. 

L’ultima generazione nel campo della ventilazione proviene da Dyson, che ha introdotto sul mercato il ventilatore ‘senza pale’. In realtà le pale ci sono, anche se non sono effettivamente visibili all’osservatore esterno: ventola e motore sono integrati nella base, che dunque risulta più grande e ingombrante rispetto a un modello a colonna o a piantana. 

Qui l’aria non viene solamente ‘spinta’, ma risucchiata dall’ambiente circostante prima di venire spinta a velocità superiore verso gli ugelli da cui viene erogata, disposti tutt’intorno a un ampio anello al di sopra della base. Il flusso d’aria prodotto è quindi più omogeneo, più ampio e più veloce rispetto alle altre tipologie di ventilatore. Sono più avanzate anche le funzioni, infatti vi sono un maggior numero di livelli di ventilazione disponibili, il timer di accensione e spegnimento, l’oscillazione automatica e il controllo remoto con telecomando. A questo si aggiunge, nei modelli più sofisticati, anche l’integrazione Wi-Fi con i principali assistenti vocali e la possibilità di controllo tramite app. Anche i ventilatori senza pale sono disponibili nel ‘formato’ a piantana, a colonna o da tavolo. 

Il miglior condizionatore in commercio, secondo QualeScegliere.it, è Daikin Perfera FTXM25R acquistabile a partire da 924 euro. Questo condizionatore – in grado di supportare fino a 5 spit con una unità esterna – ha consumi estremamente bassi (classe A+++/A+++), un ottimo sistema di filtri (filtri antiallergici e antipolvere) e app per il controllo remoto. Il miglior rapporto qualità-prezzo se lo aggiudica il Mitsubishi MSZ-AY25VGKP (da 740 euro), con programmazione settimanale e modalità autopulizia. Il miglior ventilatore per QualeScegliere.it è Dyson Cool AM07 (molto silenzioso, tanti livelli di velocità, telecomando magnetico e flusso ampio e omogeneo, disponibile da 289 euro), mentre il miglior rapporto qualità-prezzo se lo aggiudica il ventilatore a piantana Argo Standy Evo (da 41 euro). 

 

Ma quali sono i parametri da valutare quando si sceglie un condizionatore? BTU/h: quante ne servono? BTU/h significa British Termal Unit/hour ed è l’unità di misura internazionale usata per quantificare la quantità di calore sottratta (o aggiunta) all’ambiente in un’ora. Si può facilmente pensare che un climatizzatore dalla potenza refrigerante maggiore (con un numero di BTU/h elevato) sia sempre meglio, invece non è così. La quantità di BTU/h necessarie dev’essere commisurata alle dimensioni dell’ambiente da climatizzare e ad alcuni altri fattori ambientali (ambiente naturalmente caldo, come una mansarda o una sala esposta al sole da grandi finestre oppure cucina con forno e fornelli): è importante avere un’idea precisa delle BTU/h che servano per refrigerare casa vostra altrimenti il climatizzatore rischia di lavorare troppo e dunque di andare incontro a usura prematura. Generalmente si considerano da 5.000 BTU/h per una superficie di 15 m² a 40.000 BTU/h per 120 m². 

Le classi di efficienza energetica sono 7, dalla più alta (A+++) alla più bassa (D). In etichetta sono presenti due scale, delle quali quella dedicata alla modalità di riscaldamento è contestualizzata secondo tre aree climatiche (calda, mite e fredda), bisogna perciò fare riferimento unicamente all’area di interesse. In etichetta sono riportati anche altri dati che offrono un ulteriore dettaglio sui consumi del condizionatore, come kWh/anno (stima dei kWh consumati in un anno sulla base di un uso-tipo del condizionatore), kW (la potenza nominale del condizionatore), SEER (indice di efficienza energetica stagionale in modalità di raffrescamento), SCOP (coefficiente di prestazione stagionale in modalità di riscaldamento). 

Rumorosità. L’ultimo dato riportato in etichetta energetica è quello relativo alla rumorosità, intesa sia come rumore prodotto dall’unità interna, sia dall’unità esterna. La rumorosità massima dell’unità interna può andare dai 60 dB dei modelli più rumorosi ai 40 o meno dei condizionatori più silenziosi, mentre per le unità esterne il livello sonoro è tra i 50 e i 60 dB. 

Alcune funzioni standard non dovrebbero mai mancare, come l’ala basculante (grazie alla quale è possibile controllare l’oscillazione o l’inclinazione fissa dell’ala che direziona il getto d’aria), la modalità automatica (ovvero il funzionamento automatico finalizzato al mantenimento di una data temperatura), la funzione deumidificazione e la funzione riscaldamento. Altre funzioni sono solo in alcuni modelli più avanzati, come ad esempio i sensori che rilevano la presenza di persone nell’ambiente, grazie ai quali il getto viene direzionato automaticamente lontano da esse. 

Oltre al classico telecomando in dotazione, i modelli più sofisticati sono controllabili attraverso il proprio smartphone, installando l’apposita applicazione, mentre per le case più smart è possibile gestire il proprio apparecchio con un termostato intelligente e i principali assistenti vocali. 

Oltre alla modalità di funzionamento automatico, la maggior parte dei condizionatori offrono anche altre modalità, come la modalità notte (o modalità silenziosa, funziona a ventilazione ridotta per non disturbare il riposo), modalità Eco (a ridotto consumo energetico), modalità turbo (ad alta efficienza per ottenere risultati rapidi) e modalità ‘smart’ o ‘AI’ (interamente automatizzata grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale). 

L’attenzione all’aria pulita, anche in casa, sta diventando sempre più diffusa. Attualmente esistono tre tipologie di filtri: antiodori (ai carboni attivi nei modelli più economici, all’apatite di titanio o alla catechina in quelli di fascia alta), antiallergico (una variante del filtro antipolvere con ioni d’argento nei modelli più economici, un sistema a flusso di elettroni in quelli più avanzati) e PM2.5 (un filtro ad alta efficienza efficace anche contro le particelle di polvere più sottili). Ovviamente la presenza dei filtri equivale a manutenzione periodica obbligatoria. Soltanto i condizionatori più avanzati, e dunque costosi, sono dotati di filtri autopulenti. 

Per il funzionamento dei condizionatori sono necessari gas refrigeranti che, una volta compressi dal compressore, raffreddano la serpentina in cui sono contenuti. L’aria fatta passare attraverso questa serpentina viene refrigerata. I gas refrigeranti vengono valutati secondo due parametri: il Global Warming Potential (GWP) e l’Ozone Depletion Potential (ODP), che indicano quanto dannosi essi siano per l’ambiente. 

L’Unione europea ha stabilito che, a partire dal 2025, sia vietato l’uso di gas refrigeranti con GWP superiore a 750, quindi i produttori si sono già adeguati dismettendo l’uso del vecchio refrigerante R410a, il cui GWP è pari a 1.088. Attualmente sono solo due i gas refrigeranti utilizzati: R290 (GWP = 3, ODP = 0) e R32 (GWP = 675, ODP = 0). È bene sottolineare che non è possibile utilizzare un gas refrigerante diverso da quello per cui il condizionatore è stato progettato, in quanto si finirebbe solo col danneggiare l’apparecchio. 

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