(Adnkronos) – Aggiornare il cv e ottimizzare il profilo LinkedIn, ma soprattutto definire al meglio gli obiettivi professionali, imparare a valorizzare i propri punti di forza e gestire al meglio i punti deboli, preparare una mail di follow up post colloquio e saper gestire un rifiuto. Sono questi, in sintesi, i consigli che Page Personnel – agenzia del Lavoro specializzata nella selezione di giovani professionisti qualificati e brand di PageGroup a ha elaborato per guidare i candidati nel complesso iter di ricerca di una nuova opportunità professionale.
“Sappiamo – dichiara Francesca Caricchia, executive director di PageGroup – quanto la ricerca di lavoro possa essere stressante e complicata soprattutto per i profili più giovani e con meno anni di esperienza. Per questo abbiamo redatto un toolkit per guidare i candidati in questo percorso. Il primo consiglio che mi sento di dare, prima ancora di aggiornare il cv e inviare la propria candidatura, è definire gli obiettivi professionali e di carriera perché avere un quadro completo di ciò che si desidera (maggiori responsabilità, retribuzione più elevata, possibilità di lavorare da remoto o in una realtà internazionale, ad esempio) aiuta sicuramente ad ottimizzare la ricerca”.
Un altro punto determinante, poi, è legato alla valorizzazione dei punti di forza e alla gestione dei punti di debolezza: in tutti i colloqui di selezione, infatti, viene chiesto ai candidati di descrivere quali siano le proprie qualità e quali, invece, gli aspetti da migliorare. È per questo importante farsi trovare pronti anche riguardo a questo aspetto.
“Per essere più efficaci – aggiunge Francesca Caricchia – è meglio partire da fatti concreti o dai risultati raggiunti grazie al proprio lavoro. Se, ad esempio, si è stati a capo di un team, raccontare in che modo si siano acquisiti nuovi clienti e/o aumentate le vendite può davvero accrescere le chance di essere scelti. Parlare, invece, dei propri punti di debolezza può essere molto complicato, ma c’è un modo per ribaltare la situazione a proprio favore e dimostrare di essere consapevoli delle proprie lacune e, allo stesso tempo, pronti a migliorare. Se si hanno difficoltà a parlare in pubblico e/o a sostenere conversazioni in inglese, raccontare che ci si è iscritti a dei corsi può davvero fare la differenza e trasformare una situazione potenzialmente negativa in una favorevole”.
Conoscere l’azienda per la quale ci si candida è, poi, un altro punto fondamentale. Sapere ciò di cui si occupa l’impresa, cosa sta cercando e chi sono le figure chiave dell’organizzazione può aiutare anche a gestire al meglio il colloquio perché dimostra quanto si è attenti e quanto si prenda sul serio l’opportunità.
“C’è – conclude Francesca Caricchia – un altro aspetto che molti candidati tendono a trascurare, ma che in realtà può davvero fare la differenza: una buona mail di follow up. Chiedere aggiornamenti è naturale, ma è importante farlo nel modo corretto. Per prima cosa, è meglio lasciar passare qualche giorno in modo tale che entrambe le parti abbiano il tempo di riflettere sull’incontro. In secondo luogo, è bene essere chiari sullo scopo del messaggio. La chiarezza è sempre la scelta vincente, anche quando non si è più interessati a una posizione: piuttosto che negarsi al selezionatore e non rispondere a chiamate o messaggi, è molto più professionale fare sapere all’azienda che non si desidera proseguire nel processo di selezione”. Può capitare che, sebbene il colloquio sembri andato benissimo, l’azienda scelga un altro candidato. Non si deve mai prendere questa decisione sul personale perché, durante un iter di selezione, ci sono una serie di fattori esterni che possono influire sulla scelta finale. Anche da una questa spiacevole situazione, però, si può trarre un insegnamento: chiedere un feedback dettagliato sul colloquio può essere utile per migliorarsi in vista di opportunità future e non commettere gli stessi errori.